11 febbraio 2008

Card. Martini: «Evitare di scendere al di sotto delle formule felici del Concilio Vaticano II». Attacco al Papa o strumentalizzazione mediatica?


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Martini: amare il popolo ebraico

GIACOMO GALEAZZI

CITTA’ DEL VATICANO

Non basta «evitare ogni sentimento antisemita», bisogna «giungere ad amare il popolo ebraico».

Nel pieno delle polemiche tra Vaticano e comunità ebraica sulla preghiera per gli ebrei, scende in campo il cardinale Carlo Maria Martini: «Bisogna giungere ad amare il popolo ebraico con tutte le espressioni della sua vita e cultura». Quindi, occorre «amare la letteratura, l’arte, il folklore, la religiosità del popolo ebraico» e «soltanto allora si può giungere a stabilire quei legami che permettono non solo di superare diffidenza e pregiudizi ma di collaborare per il bene comune dell’umanità».

Su «Civiltà cattolica», la rivista dei gesuiti le cui bozze sono riviste dalla Segreteria di Stato e che della Santa Sede è la voce ufficiosa, il cardinale lancia il suo appello in vista del sinodo mondiale dei vescovi previsto in Vaticano dal 5 al 26 ottobre. La conoscenza dell’esegesi ebraica contemporanea, interviene Martini, può aiutare il nostro studio delle Scritture. Nei giorni scorsi gli ebrei, lamentando «un cambiamento solo nella forma ma non nella sostanza», non si sono sentiti soddisfatti a pieno dalla modifica apportata da Benedetto XVI alla preghiera del Venerdì Santo dedicata alla loro conversione e contenuta nel Messale tridentino liberalizzato con il recente Motu Proprio «Summorum Pontificum». Nella preghiera modificata non si chiederà più al Signore di far uscire i giudei dalle tenebre ma di illuminarli. Agli ebrei è parso un passo insufficiente, ma per i cattolici più vicini alla tradizione si è trattato di un sacrificio utile al riavvicinamento con i «fratelli maggiori». Due giorni fa, quando il presidente delle Comunità ebraiche d’Italia, Giuseppe Laras, e il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, hanno annunciato una sospensione del dialogo con la Chiesa, il cardinale vicario Angelo Comastri aveva «invitato alla calma» le autorità religiose ebraiche ribadendo che Benedetto XVI aveva voluto «lanciare un segnale di pace e di serenità».

Ora l’arcivescovo emerito di Milano, che da biblista trascorre gran parte dell’anno a Gerusalemme, esorta ad «evitare di scendere al di sotto delle formule felici del Concilio Vaticano II» e a «non perdere tempo prezioso» in discussioni già svolte nel corso degli anni (su temi come il rapporto tra Scrittura e Tradizione o sul metodo storico-critico per interpretare i Vangeli).

Il cardinale auspica, inoltre, che il sinodo si concentri su questioni focali come la diffusione della conoscenza del testo biblico tra i fedeli. Il 70% degli italiani «non hanno mai letto i quattro Vangeli», rileva il porporato, e «soltanto il quindici per cento li ha letti almeno una volta nella vita». Perciò Martini avanza «sommessamente» una proposta: introdurre in ogni messa una «brevissima spiegazione», «non più di tre minuti», dei testi biblici della liturgia. Se il «popolo di Dio» conoscerà meglio la Bibbia, secondo Martini, «più facili e spontanee saranno le iniziative di evangelizzazione».

© Copyright La Stampa, 10 febbraio 2008

Come interpretare tutto cio'?
Le parole del cardinale Martini sono state strumentalizzate? Dopo l'articolo di Pirani occorrerebbe dire una parola chiarificatrice.
E' infatti quantomeno bizzarro che questo articolo appaia proprio in questi giorni.
Noto comunque che "La Stampa" riporta osannante le parole di Martini ma non concede mai il beneficio del dubbio a Papa Benedetto...

R.

5 commenti:

brustef1 ha detto...

Ma per i mangiapreti scribani una volta "gesuita" non era una specie di insulto?

mariateresa ha detto...

penso, in coscienza, che sia la solita strumentalizzazione, soprattutto considerando le firme dei giornalisti.

euge ha detto...

Mi auguro davvero mariateresa che tu abbia ragione. Però voglio rivolgerti una domanda: se come dici tu sono strumentalizzazioni fatte sulle vere dichiarazioni del Card. martini perchè non c'è smentita? Non dirmi che non legge cosa scrivono i giornali su di lui o su quello che dice...............
Non è la prima volta che accade e lo sappiamo bene.

mariateresa ha detto...

ehm, euge, non hai tutti i torti.
Ho smesso di chiedermelo.
Forse il cardinale pensa che papa Benedetto abbia le spalle abbastanza robuste per difendersi da solo.
Mettiamola così che è meglio.

euge ha detto...

Beh sai che ti rispondo mariateresa? Che se Martini pensa questo di Benedetto XVI ha ragione nel senso che Benedetto XVI ha tanti di quegli argomenti e tutti validi, per poter azzittire certe esternazioni ( e mi limito a dire esternazioni ) resta il fatto inquivocabile che se io faccio delle dichiarazioni e mi accorgo che vengono manipolate, quantomno chiederei spiegazioni e poi ritratterei; evidentemente non ci nascondiamo dietro ad un dito, il Card. Martini cerca di far passare per sue esternazioni manipolate, forse ciò che effettivamente pensa.