11 febbraio 2008

Dialogo con i non credenti, una fatica da Cristiani


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Dialogo con i non credenti, una fatica da cristiani

Con i «cattivi maestri», come quelli della Sapienza, e con gli scettici a volte sembra difficile avviare un confronto Invece non bisogna mai stancarsi

di Paolo Mosca

Le ideologie politiche, nel nostro Paese, stanno lasciando sempre più spazio alle strategie economiche. Meno tasse, nuovi posti di lavoro, aumento delle pensioni. Ma il nostro spirito non si placa con le promesse di una battaglia contro gli squilibri provocati dall’euro. Siamo creature con un’anima limpida, e sfogliando i giornali di questi ultimi giorni, ci troviamo a lottare contro una minoranza negativa della nostra società, che tenta di scalfire la nostra vera, profonda ricchezza: la fede.
Vi ricordate i 67 professori della Sapienza di Roma che il 17 gennaio scorso firmarono il documento 'anti Papa', per il suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico dell’università?

Dopo quasi un mese, da 67, sono diventati 1479. Al grido di 'laici' e 'diritto al dissenso', si sono aggregati ai 'cattivi maestri' e agli studenti anti clericali, studiosi e ricercatori di vari atenei italiani. Tra costoro, i primi attori dell’ateismo o dei non credenti, come il filosofo Gianni Vattimo, o il matematico Piergiorgio Odifreddi: decisi a rinfocolare polemiche sul messaggio che il Papa ha inviato per lettera all’università romana.

Parentesi: i 'cattivi maestri' non si erano accorti che il passo su Galileo di Feyerabend, e attribuito a Benedetto XVI, era stato copiato dalla poco cattedratica Wikipedia, su internet.

Ma passiamo al nuovo giallo della Sindone: il sudario del corpo di Cristo venerato a Torino da milioni di fedeli. La sera del sabato di Pasqua 2008, la Bbc ha annunciato che trasmetterà un filmato in cui verrebbe ritrattata la tesi sostenuta nel 1988 dagli studiosi di Oxford, Tucson e Zurigo.
Basandosi sul test al carbonio 14, costoro datarono la Sindone tra il 1295 e il 1360. Ora sembra che ritrattino la loro tesi, sostenendo che «esistono dubbi sugli effetti della conservazione del lino in determinate condizioni». Insomma, la Sindone potrebbe essere più antica: contemporanea alla crocefissione di Cristo. Aspettiamoci dibattiti, polemiche. E anche lì documenti di protesta, magari firmati da Ramsey, studioso di Oxford, che nel 1988 postdatò la Sindone, ma che ora ha accettato di ripetere l’esame al carbonio. E ancora polemiche in vista anche per la piccola e tenera Madonna di Civitavecchia, che il 2 febbraio del 1995, tra scetticismo e incredulità, cominciò a lacrimare sangue.
Adesso, l’allora vescovo di Civitavecchia Girolamo Grillo, ricorda che Giovanni Paolo II, nel giugno di quell’anno, lo invitò a cena: con 'l’obbligo' di portare con sé la statuetta della Madonna. «Con Sua Santità – racconta oggi Grillo – dopo la cena abbiamo pregato a lungo inginocchiati davanti alla Madonnina.
Ma lui mi disse di tenere segreta questa sua preghiera di venerazione. 'Lo rivelerà un giorno, più avanti. Mettiamo tutto nelle mani di Ratzinger'. Finalmente mi sono liberato di questo peso». Parole profetiche, queste di Wojtyla, che fanno riflettere e gioire chi ha fede, ma che irritano la schiera dei non credenti o degli atei. Ecco, questi episodi ci fanno capire quanto sia netta la divisione di chi guarda al cielo come il vero futuro, e di chi limita l’orizzonte vitale su questo pianeta.
Pensateci: è stato dopo il miracoloso ciclone Wojtyla che l’uomo è tornato a guardare alle ricchezze interiori. Erano di tutte le razze e di tutte le religioni le creature che correvano verso piazza San Pietro la sera della morte del Papa polacco. Da allora, gli uomini del terzo millennio hanno ritrovato lo splendore della propria anima. L’importante, adesso, è cercare e insistere per un dialogo, proprio con chi ci sembra più lontano dalla nostra fede.
Con i 'cattivi maestri' della Sapienza, con i 'nemici' della Sindone, con gli scettici della Madonnina che piange sangue. Ci vuole pazienza, coraggio e infinita umiltà.

© Copyright Avvenire, 10 febbraio 2008

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