12 agosto 2008

Il Papa: “Auf Wiedersehen”. Da Bressanone a Castel Gandolfo (Irene Argentiero per Sir)


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BENEDETTO XVI - “Auf Wiedersehen”

Da Bressanone a Castel Gandolfo

“Auf Wiedersehen, Brixen. Arrivederci Bressanone”.
Con queste parole Benedetto XVI si è congedato lunedì 11 agosto dalla città che per due settimane lo ha ospitato per le sue vacanze, insignendolo anche della cittadinanza onoraria.
Così come era avvenuto al suo arrivo, anche lunedì pomeriggio, poco prima delle 17, il Papa si è affacciato dalla finestra della biblioteca storica del Seminario maggiore per salutare le centinaia di persone radunate nel cortile dello storico edificio della città altoatesina. “Qui ho trascorso giorni bellissimi – ha detto il Papa parlando a braccio in italiano e tedesco – come tutte le cose belle, anche questi giorni finiscono”.
“Porto con me un tesoro di ricordi”, ha aggiunto affermando di parlare ora anche “come cittadino di Bressanone”. Poche parole, chiuse da quel saluto, il più atteso, “Auf Wiedersehen”, che in molti a Bressanone interpretano come un appuntamento per il prossimo anno.

Tra studio e passeggiate.

“Al Papa le vacanze a Bressanone sono veramente piaciute – ha detto il vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Wilhelm Egger, incontrando i giornalisti poco prima della partenza di Benedetto XVI – e lo ha espresso in più occasioni. In questi giorni ha potuto fare ciò che più desiderava: stare in casa a leggere, a studiare e passeggiare in giardino”.
“Il Papa ha condotto una vita veramente ritirata – ha aggiunto il vescovo – ha trascorso molto tempo in camera sua, ha incontrato alcuni amici”. Accanto a questo le passeggiate nel giardino del Seminario, un luogo che, come ha ricordato mons. Egger, una volta Papa Ratzinger ha definito “non un giardino, ma un parco degno della Regina d’Inghilterra”. Una riservatezza assoluta, quella che ha circondato il Papa in queste due settimane, interrotta solo in pochissimi momenti: la preghiera dell’Angelus in piazza Duomo nelle domeniche 3 e 10 agosto, la visita alla casa natale di S.Freinademetz a Oies e l’incontro con il clero altoatesino nella cattedrale brissinese.
Benedetto XVI ha varcato i cancelli di quella che per due settimane è stata la sua residenza estiva, solo in un’altra occasione, quando domenica 3 agosto, si è recato nella vicina frazione di Sant’Andrea per visitare la tomba di un suo amico missionario morto cinque anni fa.

La gioia di incontrare le persone.

“In questi giorni il Papa ha espresso parole importanti per la nostra Chiesa locale – ha aggiunto mons. Egger – condividendone le gioie e le preoccupazioni. Nell’incontro con il clero ci ha donato una grande lezione di teologia sullo Spirito Santo e ha ricordato l’impegno a favore della tutela dell’ambiente. Domenica scorsa, poi, durante l’Angelus ha rammentato e caldeggiato il prossimo programma pastorale diocesano, che sarà incentrato sul significato della domenica, come giorno di festa e di riposo”. Mons. Egger, ripercorrendo queste due settimane, ha ricordato come il Papa abbia preso parte delle sofferenze del mondo e in particolare di quanto sta avvenendo in Georgia.

“Sono rimasto particolarmente colpito dalla cordialità con cui ha incontrato le persone, dedicando a ciascuno un’attenzione particolare – ha proseguito il vescovo – e questo in particolare verso i bambini e gli ammalati. Mi ha impressionato anche la sua capacità di spiegare con parole semplici i Vangeli della domenica e le questioni teologiche”.

L’ultimo saluto dal finestrino.

Prima di lasciare il Seminario maggiore, Benedetto XVI si è soffermato per alcuni minuti a salutare un gruppetto di malati e per congedarsi dal sindaco di Bressanone Albert Pürgstaller, dal parroco don Albert Pixner e dal rettore del Seminario don Ivo Muser. Alle 17.10 la macchina con a bordo il Papa e mons. Egger ha lasciato tra due ali di folla il Seminario, accompagnata dalle note della banda musicale cittadina e dal suono delle campane, i cui rintocchi festosi sono riecheggiati a lungo, così come era avvenuto al suo arrivo, lo scorso 28 luglio. Acclamato da tanta gente, che scandiva il suo nome, il Papa ha abbassato il finestrino della macchina e ha benedetto ancora alcuni bambini e ricambiato i tanti saluti con un sorriso e un cenno di mano.

La promessa di tornare.

A salutare il Papa all’aeroporto di Bolzano, prima della sua partenza per Roma c’erano il commissario del governo Fulvio Testi, il questore di Bolzano Piero Innocenti, l’assessore provinciale Florian Mussner – che gli ha rivolto un arrivederci in ladino -, il sindaco del capoluogo Luigi Spagnolli e il direttore dell’Enac Manfred Mussner. Salutando i presenti con una stretta di mano, il Papa a quanti gli chiedevano se tornerà anche il prossimo anno, ha risposto “se Dio vorrà”. L’aereo messo a disposizione dall’aeronautica militare è partito per Roma alle 18.05. Il Papa si è quindi trasferito nella residenza estiva di Castel Gandolfo.

“Quanto è grande l’esercito dei miei angeli custodi”.

Nella tarda mattinata di lunedì, il Papa ha ricevuto nel giardino del Seminario maggiore tutte le forze dell’ordine locali e i rappresentanti della protezione civile che in questi giorni hanno vigilato sulle sue giornate di riposo e hanno lavorato affinché i due momenti pubblici in piazza Duomo si svolgessero senza inconvenienti. “Solo adesso mi accorgo – ha esclamato Benedetto XVI – quanto sia grande l’esercito di angeli custodi che ha vegliato su di me durante le mie vacanze”.

a cura di Irene Argentiero
corrispondente SIR da Bressanone

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