12 agosto 2008
Angelus di domenica 10 agosto: il testo dato alla stampa (e commentato dai giornalisti!) ma mai pronunciato dal Santo Padre
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Il Papa: "C’è un punto nel Vangelo di Marco dove egli racconta che, dopo giorni di stress, il Signore ha detto ai discepoli: "Venite con me in un luogo solitario e riposatevi un pò". E siccome la Parola di Cristo non è mai legata al solo momento in cui è pronunciata, ho applicato questo invito ai discepoli anche a me e sono venuto in questo luogo bello e tranquillo per riposare un poco" (Parole del Santo Padre alla recita dell'Angelus, Bressanone, 10 agosto 2008)
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Cari amici, nel corso della giornata di oggi (o di domani) avremo modo di fare un commentino sul comportamento dei giornalisti in occasione delle vacanze del Papa a Bressanone.
Qualcuno ha tentato di giustificare l'insufficienza dei commenti con la scusa che "il Papa non ci ha dato molto su cui lavorare".
Falso, falsissimo...di spunti ce ne sono stati moltissimi.
La domanda e': i media non hanno saputo o voluto coglierli?
Che ci fosse qualcosa che non quadrava e' diventato lampante domenica scorsa, quando praticamente nessuno e' stato capace di tradurre dal tedesco le parole che il Papa ha pronunciato "a braccio", prima dell'Angelus.
Non sapendo che pesci pigliare, in tanti sono caduti in trappola e hanno commentato il testo dell'Angelus che la Sala Stampa aveva preventivamente consegnato alla stampa.
Il Papa, pero', e' andato "a braccio" e, sulla base delle nuove regole, introdotte proprio sotto il Pontificato di Benedetto XVI, si da' per pronunciato solo il discorso effettivamente letto o pronunciato dal Santo Padre e non quello preparato.
Questo perche' spesso e volentieri Benedetto XVI ama discostarsi dal testo e "comporre ex novo" il discorso, l'omelia o la catechesi mettendo da parte quello eventualmente preparato.
Sono TRE ANNI che si conosce questa caratteristica del Papa e sono decenni che si sa che Benedetto e' tedesco e che servirebbe sempre una persona in grado di tradurre dalla sua lingua madre.
Niente di tutto cio'...scena muta o balbettii.
Comunque, per dimostrare che non dico barzellette, riporto il testo diffuso preventivamente dalla Sala Stampa ai giornalisti.
E' questo scritto che molti giornalisti hanno commentato senza nemmeno preoccuparsi di cio' che il Santo Padre aveva effettivamente detto.
Il testo e' disponibile su Ecclesia Digital.
Forse e' il caso che si buttino via i vecchi schemi e si inizi ad analizzare il Pontificato di Papa Benedetto con regole nuove e meno "pappe pronte.
R.
Rezo del Angelus en Bressanone, la localidad alpina italiana donde está pasando sus vacaciones.
Cari fratelli e sorelle,
è trascorsa serenamente anche la seconda settimana del mio soggiorno, qui a Bressanone, ed è ormai prossimo il momento di lasciare questa bella terra, dove mi sono sentito come “a casa”, sia per la familiarità dei luoghi che per l’ospitalità della gente. Sono grato al Signore che mi ha concesso questa sosta ristoratrice per il fisico e per lo spirito. La mia riconoscenza va anche a tutti coloro che si sono fatti strumenti operosi della sua Provvidenza. Ho potuto riposare nel modo che meglio si addice a un ministro di Dio: dedicandomi alla preghiera, alla lettura e alla meditazione, senza l’assillo delle quotidiane urgenze pastorali. Queste non le ho certo dimenticate ma, per così dire, le ho come “filtrate” attraverso un salutare distacco, che aiuta a ristabilire le giuste proporzioni: a riconoscere che il Signore è Dio e noi siamo soltanto suoi umili collaboratori per il servizio della Chiesa e per il bene dell’umanità. Grande beneficio ho ricavato anche dal contesto ambientale, in cui ho ammirato il rispetto della natura e la cura per il creato che avevo riscontrato in Australia, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù.
Ed ecco cio' che il Papa ha effettivamente detto:
Cari fratelli e sorelle!
C’è un punto nel Vangelo di Marco dove egli racconta che, dopo giorni di stress, il Signore ha detto ai discepoli: "Venite con me in un luogo solitario e riposatevi un pò" (cfr 6,31).
E siccome la Parola di Cristo non è mai legata al solo momento in cui è pronunciata, ho applicato questo invito ai discepoli anche a me e sono venuto in questo luogo bello e tranquillo per riposare un poco.
Devo ringraziare mons. Egger e tutti i suoi collaboratori, tutta la città di Bressanone e la Regione, perché mi hanno preparato questo luogo tranquillo, in cui in queste due settimane ho potuto distendermi, pensare a Dio e pensare agli uomini e così ricuperare nuove forze. Dio ve ne renda merito!
Dovrei ringraziare molte singole persone, ma farò una cosa più semplice: vi raccomando tutti alla benedizione di Dio. Egli conosce ciascuno di voi per nome e la Sua benedizione toccherà ciascuno personalmente. Questo chiedo di tutto cuore, e ciò sia il mio ringraziamento per voi tutti!
Il Vangelo della Domenica odierna ci riporta, da questo luogo di riposo, alla vita quotidiana. Racconta come, dopo la moltiplicazione dei pani, il Signore va sulla montagna per rimanere solo con il Padre. Intanto, i discepoli sono sul lago e con la loro misera barchetta faticano invano a tener testa al vento contrario.
Forse già all’evangelista questo episodio è apparso quale un’immagine della Chiesa del suo tempo: come questa barchetta, che era la Chiesa di allora, si trovava nel vento contrario della storia e come sembrava che il Signore l’avesse dimenticata. Anche noi possiamo vedervi un’immagine della Chiesa del nostro tempo, che in molte parti della terra si trova a penare per avanzare nonostante il vento contrario e sembra che il Signore sia molto lontano. Ma il Vangelo ci dà risposta, consolazione e incoraggiamento e al tempo stesso ci indica una via. Ci dice, infatti: sì, è vero, il Signore è presso il Padre, ma proprio per questo non è lontano, ma vede ognuno, perché chi è presso Dio non va via, ma è vicino al prossimo. E, in realtà, il Signore li vede e nel momento giusto viene verso di loro. E quando Pietro, andandoGli incontro, rischia di annegare, Egli lo prende per mano e lo riporta in salvo, sulla barca.
Anche a noi il Signore porge continuamente la mano: lo fa mediante la bellezza di una Domenica, lo fa mediante la liturgia solenne, lo fa nella preghiera con cui ci rivolgiamo a Lui, lo fa nell’incontro con la Parola di Dio, lo fa in molteplici situazioni della vita quotidiana – Egli ci porge la mano. E soltanto se noi prendiamo la mano del Signore, se ci lasciamo guidare da Lui, la nostra sarà una strada giusta e buona.
Per questo vogliamo pregarLo, affinché riusciamo sempre di nuovo a trovare la Sua mano. E al contempo questo implica un’esortazione: che, nel Suo nome, noi porgiamo la nostra mano agli altri, a coloro che ne hanno bisogno, per condurli attraverso le acque della nostra storia.
Caspita! C'e' una bella differenza anche per la lunghezza del discorso "a braccio"!
R.
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1 commento:
Che figuraccia quella dei giornalisti.
Per anni sono stati abituati con un papa che si limitava a leggere dei testi già preconfezionati e adesso non sanno più dove voltarsi.
La soluzione c'è ed è una:
riprendere a comportarsi e lavorare da giornalisti e non da idolatri di un solo papa.
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