6 agosto 2008

Il Papa ha pregato sulla tomba dell’amico missionario (Alto Adige)


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Ha pregato sulla tomba dell’amico missionario

Uscita a sorpresa alla chiesa di Sant’Andrea e al cimitero dove è sepolto Agreiter

Una passeggiata «segreta» accompagnato solo dal fratello e dal segretario padre Georg

di Marco Rizza

BRESSANONE.

Per una settimana erano girate le indiscrezioni più diverse: andrà a Oies, o forse a Novacella, o magari a Burgusio o Rio di Pusteria. Comunque, si diceva, solo da lunedì in poi. E invece il Papa ha preso tutti in contropiede: la prima uscita fuori da Bressanone l’ha voluta fare domenica pomeriggio, poche ore dopo l’Angelus, per visitare la chiesa di Sant’Andrea e pregare alla tomba di Anton Agreiter, missionario nelle isole Falkland e amico del Pontefice. Una gita segreta (nemmeno il cooperatore della parrocchia ne sapeva nulla), per dribblare giornalisti e curiosi, ma che nella frazione si è subito notata: il Papa è stato così circondato da bambini, coi quali si è intrattenuto qualche minuto.
Domenica la giornata era bellissima, ideale per una passeggiata fuori città. Ma alle 12 c’era stato l’Angelus, a pranzo il Pontefice si era intrattenuto coi cardinali, e così tutti pensavano che il resto del pomeriggio lo avrebbe trascorso riposando. Sbagliato. Intorno alle 17.30 il Papa, con una scorta non troppo appariscente, ha lasciato in auto il Seminario Maggiore in compagnia del fratello, di padre Georg Gänswein e dei più stretti collaboratori e si è diretto dove nessuno si sarebbe immaginato - a Sant’Andrea, frazione a pochi chilometri da Bressanone, verso la Plose.
Arrivato verso le 18, ha fatto una breve passeggiata col fratello nei boschi e poi si è recato nella chiesa parrocchiale. Perché proprio qui? Perché nel cimitero è sepolto monsignor Anton Agreiter, morto nel 2003, missionario nelle isole Falkland e amico di Josef Ratzinger. All’ingresso del camposanto c’è anche una lapide in memoria di Vinzenz Goller, compositore di musica sacra dell’Ottocento, e anche qui Josef e Georg Ratzinger si sono fermati in preghiera.
Nonostante la segretezza, però, una scorta come quella che accompagna il Papa non passa inosservata in un paese piccolo come Sant’Andrea. E infatti intanto che il Pontefice pregava, all’esterno del cimitero si era radunata una piccola folla di famiglie. Quando il Papa è comparso sullo spiazzale, tutti i bambini sono stati fatti avvicinare (i genitori, invece, sono rimasti a distanza, «sorvegliati» dalle guardie del corpo; ai bambini per altro è stato chiesto di non portare cellulari o macchine fotografiche). Benedetto ha rivolto loro qualche domanda su come stanno passando le vacanze, ha donato i tradizionali rosari, poi è risalto sull’auto e, acclamato, è tornato a Bressanone, rientrando nel Seminario intorno alle 19. Una visita del tutto a sorpresa, si diceva. A tal punto che in paese molti hanno perso l’occasione - più unica che rara - per vedere il Pontefice. Nei bar e all’albergo è un coro: «Non ci siamo resi conto di niente». Delusione anche nelle parole del cooperante della parrocchia, don Antonio (il parroco, Ernest Jörg, è in ferie), che racconta: «Non ho saputo nulla di questa visita. Ero in paese fino alle 16, ho avuto anche un battesimo, poi sono andato a Kleran: e in quel momento è arrivato il Papa a Sant’Andrea... Quando sono tornato, era tutto finito».

© Copyright Alto Adige, 5 agosto 2008

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