14 ottobre 2008

Il Papa ai fondamentalisti indù «Stop alle violenze anticristiane». Per la prima volta nella storia un'indiana proclamata santa (Accattoli)


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L'appello «Allarme e grande sofferenza» per le persecuzioni in varie regioni del mondo

Il Papa ai fondamentalisti indù «Stop alle violenze anticristiane»
Per la prima volta nella storia un'indiana proclamata santa


«Chiedo con forza ai responsabili delle violenze di rinunciare a questi atti e di unirsi ai loro fratelli e sorelle»

Luigi Accattoli

CITTÀ DEL VATICANO

Il Papa proclama la prima santa indiana della storia — è Anna Muttathupandathu (1910-1946), del Kerala — e si rivolge in tono drammatico agli estremismi indù, che hanno ucciso un'ottantina di cristiani nell'ultimo mese e mezzo, per scongiurarli di cessare dalle «violenze».
Ma cristiani sotto attacco ce ne sono in varie parti del mondo ed ecco che Benedetto esprime anche «allarme e grande sofferenza» per le persecuzioni contro i cristiani in Iraq e per le popolazioni cristiane del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, vittime della guerra tra l'armata congolese e i ribelli del «Consiglio nazionale per la difesa del popolo ».
Ma ieri era una data storica per la minoranza cattolica dell'India — a motivo della canonizzazione della suora clarissa di nome Anna — ed è ai tormentati cristiani di quel paese che è andato il primo pensiero di Benedetto XVI, espresso poco dopo mezzogiorno alla grande folla che l'ascoltava sotto il sole dell'ottobrata romana, in piazza San Pietro: «Nel momento in cui i cristiani dell'India ringraziano Dio per la loro prima figlia nativa portata agli onori delle pubblica venerazione, desidero assicurare loro le mie preghiere in questo periodo difficile.
Mentre raccomando alla protezione provvidenziale dell'Onnipotente coloro che si battono per la pace e riconciliazione, chiedo con forza ai responsabili delle violenze di rinunciare a questi atti e di unirsi ai loro fratelli e sorelle per costruire insieme una civiltà di amore».
Ad ascoltare l'appello del papa c'era anche una delegazione ufficiale inviata da New Delhi, guidata dal ministro del lavoro. E migliaia di indiani hanno assistito alla cerimonia di canonizzazione in diretta tv, in una chiesa nella città di Bharananganam.
La minoranza cattolica indiana — che, insieme alle altre denominazioni cristiane, costituisce appena il 2,3 per cento dell'intera popolazione del Paese — è oggetto in queste settimane di continue aggressioni, specie nello Stato orientale dell'Orissa, dove un violento movimento di integralisti indù li sottopone a ogni sorta di vessazione e di attentati, in odio alle «conversioni » ma soprattutto per il fatto che le Chiese cristiane si battono contro il sistema delle caste.
Della situazione dei cattolici in India aveva parlato la settimana scorsa l'Osservatore
Romano chiamandola «grave persecuzione» e stimando in almeno 80 le vittime dal 24 agosto ad oggi e in circa trentamila gli «sfollati» per sfuggire agli attacchi. Decine di case e di chiese sono state incendiate. Del dramma della minoranza cattolica si è parlato anche durante il Sinodo dei vescovi, dove due «padri» indiani hanno richiamato l'attenzione dell'assemblea su questi fatti, usando la parola «persecuzione» ma osservando anche che l'unica risposta possibile da parte dei cristiani è quella del «perdono e riconciliazione».
Insieme alla santa indiana, il papa ha proclamato altri tre santi, tra i quali il sacerdote napoletano Gaetano Errico (1791-1860), fondatore dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria. Vissuto sotto i Borboni, don Errico cercò di trasmettere il Vangelo «sulla strada e nel confessionale », ha ricordato il papa.
«Quante ferite dell'anima egli ha così sanato», ha detto Ratzinger con ammirazione. Per lui sono giunti in tanti dalla Campania, compreso il governatore Antonio Bassolino e il sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino.

© Copyright Corriere della sera, 13 ottobre 2008

Sugli altari

La ragazza che si fece suora per non finire sposa bambina

CITTÀ DEL VATICANO

Era un'«amica degli indù» ed è stata una ribelle molto decisa alla tradizione delle «spose bambine», la prima santa indiana proclamata ieri dal Papa: per non farsi maritare a 13 anni tentò di «farsi brutta» mettendo un piede nel fuoco.
Benedetto XVI nell'omelia non ha ricordato questo episodio drammatico della fanciullezza di questa «religiosa» del Kerala, che è narrato ampiamente nella biografia ufficiale della causa di canonizzazione.
Si chiamava Anna Muttathupandathu e divenne suora clarissa nel 1928. Una serie di malattie e infine un tumore la portarono alla morte nel 1946 a soli 35 anni. Il Papa l'ha definita una «donna eccezionale».

© Copyright Corriere della sera, 13 ottobre 2008

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