13 ottobre 2008

"Stupri e violenze psicologiche". Su don Cantini la scure del Papa (Strambi)


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LA DECISIONE

"Stupri e violenze psicologiche"
Su don Cantini la scure del Papa


Papa Benedetto XVI ha ridotto don Cantini allo stato laicale perché ritenuto responsabile di "abuso plurimo e aggravato nei confronti di minori, del delitto di sollecitazione a rapporti sessuali compiuto nei confronti di più persone in occasione della Confessione, dell’abuso nell’esercizio della potestà ecclesiastica nella formazione delle coscienze"

Tommaso Strambi

Firenze, 13 ottobre 2008

QUANDO ieri di buon mattino il personale del Convitto Ecclesiastico di Firenze gli ha annunciato che il cardinale Ennio Antonelli voleva parlare con lui, don Lelio Cantini, sacerdote fiorentino di 85 anni, fino al 2005 parroco della Regina della Pace, è rimasto in silenzio.
Silenzio che ha mantenuto anche quando il cardinale gli ha letto il decreto con il quale papa Benedetto XVI lo ha ridotto allo stato laicale perché ritenuto responsabile di «abuso plurimo e aggravato nei confronti di minori, del delitto di sollecitazione a rapporti sessuali compiuto nei confronti di più persone in occasione della Confessione, dell’abuso nell’esercizio della potestà ecclesiastica nella formazione delle coscienze».
Non solo. Nei confronti dell’anziano sacerdote il Santo Padre ha anche imposto «l’obbligo di dimora vigilata in spirito di preghiera e penitenza in una residenza stabilita dall’Arcivescovo di Firenze, sotto pena di scomunica riservata alla Sede Apostolica in caso di disobbedienza».
SANZIONI pesanti che don Lelio Cantini non ha commentato, riferiscono i pochi presenti: avrebbe solo pronunciato un flebile «perdono».
Poi, in osservanza di quanto disposto dal Papa, ha raccolto le sue cose in alcune valigie e ha seguito gli incaricati della Curia fiorentina, che lo hanno accompagnato nella nuova residenza segreta dove espierà la severa condanna comminata dal Santo Padre. Mentre il cardinale Antonelli, dopo aver celebrato la messa in una parrocchia, intorno alle 13 è ritornato al Convitto Ecclesiastico dove si è fermato a pranzo con gli anziani sacerdoti ricoverati nella struttura di proprietà della Curia fiorentina.
LA SENTENZA del Papa, che fa riferimento a fatti avvenuti tra il 1973 e il 1987, pone fine a una vicenda che ha molto scosso la chiesa fiorentina e che è esplosa nell’aprile 2007, dopo che alcuni parrocchiani denunciarono di essere state vittime di questi abusi. Tanto che anche la procura di Firenze aprì un’inchiesta.
Ma già precedentemente il cardinale Antonelli aveva avviato un procedimento canonico contro il sacerdote, riconoscendolo responsabile di «abusi sessuali su alcune ragazze, di falso misticismo, di controllo e dominio delle coscienze».
Di fronte a nuove accuse da parte delle vittime, però, nel giugno dello scorso anno il cardinale Antonelli, d’intesa con la Congregazione per la dottrina della fede, aveva disposto un’istruttoria supplementare, affidandola al padre carmelitano Francesco Romano e conclusasi nel luglio scorso.
Un’indagine approfondita nel corso della quale sono state ascoltate oltre cinquanta persone. Oltre mille pagine di fatti e circostanze «oggettivamente gravi» che hanno indotto il Santo Padre ha adottare nei confronti di don Lelio Cantini la dura condanna.
NELLA VICENDA era stato chiamato in causa dalle vittime anche il vescovo ausiliare, Claudio Maniago (formatosi proprio nella parrocchia Regina della Pace), criticato per aver «sottostimato il caso». Ma nei suoi confronti il cardinale Antonelli, poche settimane fa, con una lettera inviata a tutti i sacerdoti fiorentini, ha ribadito «convinta stima e affettuosa solidarietà».
Quella comunicata ieri è una sentenza che consente alla diocesi fiorentina di chiudere «una pagina particolarmente dolorosa» e di prepararsi all’ingresso (il prossimo 26 ottobre) del nuovo arcivescovo, monsignor Giuseppe Betori, chiamato a succedere al cardinale Antonelli nominato lo scorso giugno a presiedere il Pontificio Consiglio della famiglia.

© Copyright La Nazione, 13 ottobre 2008 consultabile online anche qui.

1 commento:

euge ha detto...

Ma insomma oggi è la giornata dei titoli altisonanti..... prima Repubblica " Don cantini spretato da Benedetto XVI " e ora questo.
Allora, per l'ennesima volta vorrei dire che queste decisioni non vengono mai prese a cuor leggero sono sempre ferite all'interno della chiesa ed invece qui vengono presentate quasi come atti sadici di punizione. Il sacerdote come qualsiasi ecclesiastico ha il dovere di portare Dio ai fedeli di ogni età e sicuramente, gli abusi su minori non sono il modo migliore per farlo.
Se alla fine di un adeguato studio e processo il Papa è arrivato a questa decisione vuol dire che le prove erano talmente evidenti che non lo si poteva evitare.
Evidentemente i troppi anni passati in un eccessivo atteggiamento se pur in buona fede, hanno fatto si che questi provvedimenti ora sembrino di una cattiveria inaudita ma, sono provvedimenti che sarebbero dovuti entrare in vigore molto molto molto prima.