6 ottobre 2008

La Bibbia, bellezza da scoprire con amore paziente (Vigini). Quella Scrittura che non diventa «lettura» (Giuliano)


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Il Papa apre il Sinodo dei vescovi 2008: "Se l’annuncio del Vangelo costituisce la sua ragione d’essere e la sua missione, è indispensabile che la Chiesa conosca e viva ciò che annuncia, perché la sua predicazione sia credibile, nonostante le debolezze e le povertà degli uomini che la compongono" (Omelia in occasione dell’apertura della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi)

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Vincere l’«ignoranza biblica»? È possibile: grazie alle molteplici opportunità offerte a famiglie e parrocchie

Bellezza da scoprire con amore paziente

DI GIULIANO VIGINI *

Nelle case degli italiani è probabile che sia mol­to alta la percentuale di coloro che possiedono almeno un’edizione economica dei Vangeli e che, in un buon nu­mero di famiglie, sia disponibi­le anche una Bibbia completa. Del resto, tra edizioni totali e parziali, di piccolo o di grande formato, se ne vendono in Ita­lia diversi milioni di copie al­l’anno, e da qualche parte de­vono pur finire. Finiscono, ap­punto, su qualche scaffale di ca­sa: e lì restano. Perché tirarle giù dallo scaffale dev’essere un’impresa quasi di­sperata, visto che – secondo la ricerca promossa dalla Federa­zione Biblica Cattolica in nove Paesi – soltanto il 27% degli ita­liani ha letto un brano della Bib­bia nell’ultimo anno. Anche in un recente sondaggio di « Fa­miglia Cristiana » emergeva il dato allarmante che il 69% (in­cluso il 50% di praticanti) non aveva mai letto per intero, nel corso di tutta la sua vita, i quat­tro Vangeli, e che il 15% rispon­deva «solo in parte» (vale a dire soltanto alcune parti di tutti e quattro). Ora, fa piacere che, quando si domanda se si vuole che a scuola venga dato più spazio alla cultura religiosa, il 63% risponda di sì e, tra questi, anche il 34% di non credenti. Ma spesso ci si dimentica pro­prio di partire dalla base, che è appunto la Bibbia.
L’apertura del Sinodo dei ve­scovi; la concomitante «mara­tona » televisiva di lettura dei passi biblici; l’uscita nei prossi­mi giorni dell’edizione econo­mica della nuova versione uffi­ciale della Cei sono una solleci­tazione molto forte per tutti a prendere in mano il testo bibli­co, a leggerlo e ad assaporarlo: naturalmente anche con l’aiu­to dei numerosi sussidi e stru­menti nuovi che lo accompa­gneranno per renderne sempre più proficua la lettura. Ben si ve­de, del resto – anche a seguire i servizi e gli articoli di «Avvenire» che informano sulle varie ini­ziative programmate in tutta I­talia –, che stiamo entrando in un clima in cui ci si sente più partecipi dell’impegno comu­ne di favorire la conoscenza e l’incontro vivo con la Bibbia.
Per le parrocchie e per le fami­glie comincia dunque un anno pastorale all’insegna di una nuova consapevolezza e di un nuovo slancio – spirituale e cul­turale insieme – perché «la Pa­rola del Signore corra e sia glo­rificata » ( 2 Ts 3,1). Detto que­sto, però, giova ricordare che, per ottenere buoni risultati, oc­corre metodo e rigore nel pre­sentare questa Parola e pazien­te disponibilità nell’accoglier­la. Leggere la Bibbia non è sem­plice; anzi, diciamo pure che è complicato, e che ci si deve quindi impegnare a fondo per riuscire a coglierne pienamen­te il senso ed estrarne tutta la ricchezza. La Bibbia, in realtà, è come un’altura che si conquista a fatica. Una volta arrivati lassù, viene però una gioia che dura, perché ci si rende conto di es­sere davanti a una bellezza che illumina e dilata il cuore. È ap­punto questa bellezza che il Si­nodo dei vescovi vuole aiutarci a scoprire.

* esperto di editoria libraria

© Copyright Avvenire, 5 ottobre 2008

l’indagine

Il 75% degli italiani ha una Bibbia in casa ma il 73% non l’ha mai aperta negli ultimi dodici mesi. E in altri Paesi non va meglio

Quella Scrittura che non diventa «lettura»

DI ANTONIO GIULIANO

La Bibbia è tuttora il testo più tradotto – ben 2.454 lingue diverse – e diffuso al mondo. Ma se si scorrono le statistiche relative ai suoi reali lettori, lo scenario sembra tutt’altro che idilliaco. Almeno secondo lo studio recente promosso dalla Federazione Biblica Cattolica in occasione del Sinodo dei vescovi. L’indagine La lettura delle Scritture, condotta da Gfk-Eurisko e coordinata dal sociologo Luca Diotallevi, è il frutto di 13 mila interviste a persone adulte condotte negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Olanda, Germania, Francia, Spagna, Italia, Polonia, Russia.

Quelli che Pietro è un «evangelista»

I dati fotografano una situazione disarmante: nel nostro Paese, in cui l’88 % della popolazione si dichiara cattolico, il 73% non ha mai letto un brano biblico negli ultimi dodici mesi. E la ricerca potrebbe essere più impietosa perché non rivela con quale frequenza l’ha letta invece il 27%: potrebbero tranquillamente figurare anche coloro che l’hanno appena sbirciata. Magra consolazione appare guardarci alle spalle dove risaltano i pochi lettori di Francia (21%) e Spagna (20%).
Un miraggio sembrano invece gli assidui lettori statunitensi (75%). Eppure una copia della Bibbia in casa resiste nella stragrande maggioranza dei Paesi: in Italia ce l’ha il 75% della popolazione. Che non sarà come negli Usa (93%), ma nemmeno come la Francia dove è presente nelle abitazioni di meno della metà dei transalpini. Si deve dedurre che rimane sul comodino o tra le enciclopedie impolverate. O più verosimilmente, come documenta l’indagine, appare come un testo difficile un po’ ovunque: lo è sicuramente per il 62% degli italiani. Non sorprendono allora le risposte quasi imbarazzanti ad alcune domande di conoscenza base della Bibbia. Non sono pochi coloro i quali pensano che Gesù abbia scritto almeno un libro, che Pietro e Paolo siano evangelisti, che Mosé non sia un personaggio dell’Antico Testamento...
Gli italiani che hanno risposto correttamente non superano il 14%. E altrove non c’è molto da rallegrarsi: appena il 17% i 'promossi' negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, a seguire gli altri: Germania (15%), Francia (11%), Spagna (8%). Fanalino di coda i russi (7%). Ma ad Est spiccano anche i più bravi, i connazionali di Giovanni Paolo II: il 20% dei polacchi ha risposto facilmente alle questioni. Tuttavia c’è una volontà generale di rimediare che si esprime in un consenso convinto all’idea di studiare le Scritture nelle scuole, così come si fa con i grandi classici della letteratura.

«Riportiamola fra i banchi di scuola»

Colpisce la sete di conoscenza in Russia, dove i favorevoli sono il 63% della popolazione. Così come si conferma la riluttanza dei 'laicisti' francesi, dove le proporzioni si rovesciano: i contrari sono il 60%. Non così da noi, dove ben oltre la maggioranza degli interpellati (il 62%) tornerebbe volentieri a studiare la Bibbia tra i banchi di scuola. Appare evidente, almeno a costoro, che il quadro generale suoni proprio come una bocciatura senza attenuanti.

© Copyright Avvenire, 5 ottobre 2008

LA PROPOSTA

Un «gioco di società» per avvicinare grandi e bambini alla bellezza del Libro sacro Si celebra oggi – in concomitanza con l’avvio del Sinodo – la quinta Giornata nazionale «Noi e la Bibbia». Scopo dell’iniziativa è far accostare le persone alla Parola di Dio in modo nuovo e avvincente e per questo si è scelto come strumento privilegiato il gioco di società «Il cammino della Bibbia», ideato proprio per far conoscere il Libro Sacro. In diverse città, grandi frutti ha portato anche il torneo «Il cammino della Bibbia», arrivando a coinvolgere nel gioco anche centinaia di persone, dai bambini agli adulti, appartenenti a famiglie, gruppi, parrocchie, scuole.
Info: Centro «Goccia dopo goccia» di Messina, telefono 09042835

© Copyright Avvenire, 5 ottobre 2008

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