5 ottobre 2008
Discorso del Papa al Quirinale: il commento di Salvatore Izzo (Agi)
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SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG
Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo questo bel servizio di Salvatore Izzo (Agi) sulla visita del Papa al Quirinale.
R.
IL DISCORSO DEL PAPA AL QUIRINALE
(AGI) - CdV, 4 ott.
(di Salvatore Izzo)
La Chiesa continua a dare all'Italia il suo contributo per "costruire una societa' solidale, realmente animata dal senso della legalità". E lo fa impegnandosi in particolare nell'educazione, "chiave indispensabile per consentire l'accesso ad un futuro ispirato ai perenni valori dell'umanesimo cristiano". E' questo il messaggio che Benedetto XVI ha voluto dare nella sua visita al Quirinale. Il Papa, accolto con grande cordialita' dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha affermato infatti che "la formazione dei giovani e' impresa nella quale anche la Chiesa si sente coinvolta, insieme con la famiglia e la scuola", ed ha rinnovato "l'auspicio che le comunita' cristiane e le molteplici realta' ecclesiali italiane sappiano formare le persone, in modo speciale i giovani, anche come cittadini responsabili ed impegnati nella vita civile". Il Pontefice non ha invece affrontato direttamente (ma solo elencato) i temi piu' caldi del confronto tra laici e cattolici in Italia, offrendo pero' un modello da seguire in San Francesco, il simbolo di una Chiesa libera e collaborativa. "In questo Santo, la cui figura attrae credenti e non credenti, possiamo scorgere l'immagine della perenne missione della Chiesa, pure nel suo rapporto con la societa' civile", ha detto infatti il Papa sottolineando la coincidenza tra la visita al Quirinale e "il giorno in cui l'Italia celebra con grande solennita' il suo Protettore". "La Chiesa, nell'epoca attuale di profonde e spesso sofferte mutazioni - ha affermato Benedetto XVI -, continua a proporre a tutti il messaggio di salvezza del Vangelo e si impegna a contribuire all'edificazione di una societa' fondata sulla verita' e la liberta', sul rispetto della vita e della dignita' umana, sulla giustizia e sulla solidarieta' sociale". Il Santo Padre ha poi ribadito che "la Chiesa non si propone mire di potere, ne' pretende privilegi o aspira a posizioni di vantaggio economico e sociale. Il suo solo scopo e' servire l'uomo, ispirandosi, come norma suprema di condotta, alle parole e all'esempio di Gesu' Cristo, che passo' beneficando e risanando tutti". “Ma per portare a compimento questa sua missione, la Chiesa ovunque e sempre deve poter godere del diritto di liberta' religiosa, considerato in tutta la sua ampiezza", ha tenuto a ricordare il Papa ribadendo (come aveva fatto pochi mesi fa all'Onu) che "non si puo' limitare la piena garanzia della liberta' religiosa al libero esercizio del culto; al contrario, deve esser tenuta in giusta considerazione la dimensione pubblica della religione e quindi la possibilita' dei credenti di fare la loro parte nella costruzione dell'ordine sociale". E "non vi e' ragione di temere una prevaricazione ai danni della liberta' da parte della Chiesa e dei suoi membri, i quali peraltro si attendono che venga loro riconosciuta la liberta' di non tradire la propria coscienza illuminata dal Vangelo". D'altra parte, ha evidenziato Benedetto XVI, "il Quirinale e il Vaticano non sono colli che si ignorano o si fronteggiano astiosamente; sono piuttosto luoghi che simboleggiano il vicendevole rispetto della sovranita' dello Stato e della Chiesa, pronti a cooperare insieme per promuovere e servire il bene integrale della persona umana e il pacifico svolgimento della convivenza sociale". Dopo un passato nel quale proprio il Palazzo del Quirinale "divento' quasi un segno di contraddizione" con l'Italia che "anelava a comporsi in uno Stato unitario" e la Santa Sede che "era preoccupata di conservare la propria indipendenza a garanzia della propria missione universale", con la complessa "questione romana" che la firma dei Patti Lateranensi del 1929 ha "composta in modo definitivo e irrevocabile", la collaborazione tra Stato e Chiesa concretizzata in Italia "e' - ha quindi concluso il Santo Padre - una positiva realta' verificabile quasi quotidianamente a diversi livelli, e alla quale anche altri Stati possono guardare per trarne utili insegnamenti".
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