20 giugno 2007

I fedeli accorrono in massa al Santuario di San Luca. Il Card. Caffarra: "una bestemmia avallata dalle istituzioni!"


Vedi anche:

ULTIMORA: IL PAPA IN LIGURIA

Mostra blasfema a Bologna: abominevole bestemmia

Aggiornamento della rassegna stampa del 20 giugno 2007 (1)

Rassegna stampa del 20 giugno 2007


Ecco la prima ondata di articoli (la prossima verra' segnalata nel blog piu' tardi), relativi all'oscena mostra di Bologna, cancellata in seguito alle sacrosante proteste della citta'.
"Il Quotidiano nazionale" da' molto spazio al fatto, gravissimo, mentre gli altri quotidiani tentano di passare la cosa sotto silenzio (piccolo trafiletto, che leggeremo, sul "Corriere", nessun cenno sull'edizione nazionale di "Repubblica" che pubblica articoli solo nell'edizione bolognese).
Vorrei segnalare la grande affluenza di fedeli al Santurio per la Messa di riparazione.
Ai bolognesi dico che sono molto, ma molto, ma molto, ma tanto, fortunati ad avere un arcivescovo come il cardinale Caffarra!
Idem i Veneziani ad avere il cardinale Scola che, come leggeremo, si trova a fronteggiare altri oltraggi alla Chiesa
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Raffaella


POLEMICA A BOLOGNA SULLA MOSTRA CHOC «LA MADONNA PIANGE SPERMA». ATTO D’ACCUSA DI CAFFARRA

L’arcivescovo: «Una bestemmia avallata dalle istituzioni»

Messa riparatrice al santuario di San Luca. La gente arriva in massa: «Non è stato un errore, odiano la nostra religione»

di RITA BARTOLOMEI

— BOLOGNA —

PARLA a braccio, un fuori programma prima della benedizione. «Questo è il volto vero di Bologna», dice di spinta il cardinale Carlo Caffarra. E lo travolgono con un applauso. Lungo, forte, lo deve bloccare lui. Guarda davanti a sé, l’arcivescovo definito da Le Monde l’alfiere anti Dico. Si rivolge ai mille fedeli — almeno — che affollano il santuario di San Luca, il luogo più caro ai bolognesi, messa riparatrice per la Beata Vergine dei miracoli e la città offesa da un titolo blasfemo, «La Madonna piange sperma». Serata proposta in un Quartiere e patrocinata anche dal Comune di Sergio Cofferati, dalla Regione e dal ministero delle Politiche giovanili, che poi si è ritirato in fretta.

PROPRIO su questo affonda l’omelia del cardinale. Legge, con un tono addolorato: «Siamo venuti per chiedere perdono e per riparare una bestemmia che ha rivestito la particolare gravità dell’avallo oggettivo (la responsabilità e le intenzioni le giudichi il Signore) anche di istituzioni pubbliche». Noi siamo qui per «riparare un’offesa», ribadisce, e mentre lo dice si appoggia al leggio, come a cercare conforto. Al centro — oggi come altre volte — la preoccupazione per la città. Perché l’ingiustizia, ammonisce Caffarra, è stata commessa anche contro Bologna. Si chiede: «Fino a quando si continuerà a degradarne la bellezza? Fino a quando si continuerà a sfregiarne la grandezza? Fino a quando si continuerà ad umiliarne l’onore?». Poi, con il pensiero rivolto ai ragazzi, gli interlocutori di sempre: «Quale città vogliamo lasciare in eredità alle giovani generazioni? Riparare significa anche riedificare: su quali fondamenta? Si può forse edificare sul nulla?». Pesano ormai tanti episodi. La polemica su Gender Bender, il festival dei generi. Quella sul presepe con Moana Pozzi nuda. La contestazione anti Dico alla processione di San Luca, il blitz dei gay davanti alla cattedrale e le grida di «fascisti».

QUESTA messa è stata ‘preparata’ in un giorno. Hanno risposto in mille. Hanno letto l’appello del cardinale sui giornali o l’hanno sentito in tv o semplicemente l’hanno saputo con il passaparola. Paolo Foschini, consigliere di FI, dice di aver ricevuto non so quante mail. Ci sono anziani e famiglie. Centinaia di ragazzi. Tanti di Cl, il popolo di Caffarra. Lo applaudono di nuovo, come una star, quando passa in auto per andare via. Molti sono rimasti accampati fuori dalla chiesa, perché non c’era posto. Pochi i politici, è una messa di popolo. Arrivano a piedi, scalano il portico secolare come se fosse anche quella un’espiazione. C’è una folla di motorini. Per il ritorno a casa il traffico impazzisce, sembra un dopo partita. C’è ‘il Ciccio’, storico barista rosso di Bologna. «E’ stata una cosa abominevole e immorale», non ha dubbi. Per il Comune di Bologna arriva l’assessore Giuseppe Paruolo, diellino cattolico. Non ha la fascia ma dice di portare anche un messaggio della giunta. «Non doveva succedere, mai più», promette. Incontra il cardinale, dopo la messa. Pochi minuti, con gli altri politici. La stampa tenuta rigorosamente fuori. «Gli ho ripetuto questo — spiega poi l’assessore —. Gli ho detto che è stata una cosa avvilente, che non sarebbe mai dovuta accadere. Caffarra si è raccomandato: vedete un po’ voi cosa fare». A chi, ad esempio gli ex Ppi della Margherita Paolo Giuliani e Angelo Rambaldi, lo accusano di essere un cattolico tiepido, ribatte: «Bisogna distinguere la fede dal ruolo nelle istituzioni. Non ho mai detto: da cattolico penso o dico. Non mi nascondo ma non faccio nemmeno della fede una bandiera».

TRA I CITTADINI che, con largo anticipo, salgono le scale del santuario, c’è chi, come Luciano Martello, si augura di non vedere il sindaco Sergio Cofferati. «Sarebbe solo un gesto politicamente corretto, non lo accetterei. Perché sono qua? Quel titolo non è stato un errore. Quella è la dimostrazione che c’è un odio verso il cristianesimo». Pepa Alcaniz e Fiorella Barbieri s’avviano alla messa con una certezza: «Non siamo qui per astio — chiarisce la prima, mentre l’altra annuisce —. Non vogliamo fare politica. Vogliamo solo pregare. La parola ‘riparatrice’ non mi piace. Il senso che do è un altro. Il rispetto è un valore di tutti. Laici e cattolici».

Quotidiano nazionale, 20 giugno 2007


Il Prc grida alla censura e parla di sciopero fiscale

— BOLOGNA —

«E’ UNA BESTEMMIA», una mostra «blasfema che insulta la città», tuona l’arcivescovo Carlo Caffarra alla messa «riparatrice». No, è che «ormai siamo alla censura dell’arte», a Bologna «c’è una caccia alle streghe», si legge sul quotidiano di Rifondazione comunista, Liberazione. La Madonna piange sperma non esiste più. Lo spettacolo annunciato con questo titolo è stato cancellato, mezze scuse alla fine sono arrivate dagli organizzatori, un’associazione gay. Nel capoluogo emiliano, però, già teatro di casi simili, la tregua è ancora lontana.

E IL POLVERONE riaccende uno scontro (tra Chiesa e cattolici, da un lato, e rivendicazioni omosessuali, dall’altra) che rievoca i Dico, nonché la battaglia recente intorno al Family day e al Gay pride. In mezzo: la politica. E’ con non poco imbarazzo che il ministero per le Politiche giovanili ha ritirato il patrocinio dell’evento solo quando era ormai stato rinnegato da tutti, a cominciare da Sergio Cofferati, «il sindaco — attacca Liberazione — del conformismo».
A livello nazionale sembra il Prc l’unica forza politica a difendere l’iniziativa bolognese. Lo ha fatto la sentarice Lidia Menapace: «Da qualche tempo mi scopro a fare battutacce contro i preti... Come mai? Il fatto è che se la Chiesa continua a essere così clericale... l’anticlericalismo riparte alla grande». Sempre nel giornale del Prc, sotto il titolo «Bruceremo il Vatican...», si propone questa riflessione: «Oggi sicuramente i giornali daranno più spazio allo spettacolo annullato a Bologna che non alle richieste di un milione di persone (i gay che hanno sfilato sabato a Roma, ndr.)». Suona un po’ come risposta a Radio Vaticana che definì «poco significativo» l’evento Gay pride. Liberazione si spinge anche a legittimare una provocazione più familiare nelle file del centrodestra, sostenendo lo sciopero fiscale del mondo gay. Ci risiamo: lo scontro laici-cattolici.

Quotidiano nazionale, 20 giugno 2007

Posso farmi una risata? No, no, meglio di no...mi autocensuro :-) Ma non fu Liberazione a prendersela tanto con Berlusconi che minacciava lo scipero fiscale?
R.


INTERVISTA IL CRITICO D’ARTE, ASSESSORE A MILANO, CHIEDE RISPETTO: «NON SI PUO’ OFFENDERE UN SIMBOLO RELIGIOSO MOLTO CARO A MILIONI DI PERSONE. HA FATTO BENE LA MELANDRI...»

Sgarbi: «Libertà d’espressione ma non d’insulto. Mettiamo in galera gli artisti blasfemi»

di PIERO DEGLI ANTONI

— MILANO —

«CHE COSA? La Madonna piange sperma? No, non ho ancora letto i giornali, ma non ho dubbi. Quegli artisti dovrebbero metterli in galera».
Il critico d’arte, nonché esponente laico, nonché assessore alla Cultura del Comune di Milano, Vittorio Sgarbi non ha dubbi nel commentare la vicenda della Madonna iconoclasta inserita tra gli spettacoli bolognesi e poi rapidamente cancellata dal cartellone.
«Bisogna cominciare a rispettare la religione. Tutti hanno trattato Calderoli come un deficiente per via della sua maglietta con le vignette anti-Islam, ma qui si tratta della stessa questione, e cioè del rispetto di un simbolo religioso molto caro a milioni di persone. Se vuoi essere rispettato devi rispettare anche tu. Un artista che realizza un’opera del genere va messo in galera».

Eppure lei è noto per essere un campione della laicità, oltre che per un conoscitore di arte anche d’avanguardia...

«Ma cosa c’entra. Tu puoi pensare che la Chiesa non debba mettersi di mezzo nelle questioni delle convivenze civili, e hai ragione. Un artista può fare con se stesso ciò che vuole, può anche mettere in scena un pornoshow, ma non può offendere un simbolo religioso come la Madonna. E’ come rappresentare Cristo che ha rapporti sessuali, come è avvenuto qualche giorno fa a causa di qualche imbecille a Venezia».

E la libertà d’espressione dove la mettiamo?

«La libertà d’espressione è una cosa che deve essere garantita senza invadere il campo degli altri. Allora, che so, uno potrebbe inventarsi un Ciampi che si accoppia con Moana Pozzi, o Napolitano che si apparta con Eva Robin’s. L’artista ha la libertà ma non di sfregiare i simboli altrui. Noi in Occidente abbiamo una scienza che si chiama antropologia culturale che ci insegna a rispettare tutte le culture, persino le più minoritarie. Ciò vale anche per i cattolici che minoritari certo non sono. Ma allora prendiamo i Promessi Sposi e strappiamone le pagine! Mi dica: cos’ha fatto la Melandri?»

Ha tolto il patrocinio.

«Ecco, ha fatto bene. E’ chiaro che l’artista avrà avuto le sue ragioni di creare un’opera del genere, e potrà anche spiegarcele. Ma qualunque esse siano non riusciranno mai a superare la forza dell’insulto che ha perpetrato. C’è dell’ironia? Non credo».

Lei però a Milano ha in programma una mostra sull’arte omosessuale...

«E’ una cosa assolutamente diversa. Non si può discutere che esista l’omosessualità nella letteratura, ma noi non la presentiamo com un modello di riferimento, tanto che abbiamo anche l’approvazione della Chiesa. Tutto regolare».

Forse con questa Madonna siamo dalle parti della «Merda d’artista» di Manzoni, no?

«Siamo in ambiti diversi. Forse che la bestemmia è consentita? E’ il vilipendio di un simbolo in cui milioni di altre persone credono. Ma aspetti, c’è qui un ragazzo. Glielo passo e chieda a lui...» (passa il cellulare).

L’assessore Sgarbi vuole che lei mi dica il suo pensiero sulla ‘Madonna che piange sperma’.

«Queste persone dovrebbero bruciarle vive!»

Grazie mille. Mi ripassa l’assessore?

(Torna Sgarbi). «Ha sentito? E questo è il parere di un ragazzo di vent’anni, non di un parruccone imbiancato di cento. Io già sono perplesso sul dileggio dei simboli civili: penso all’opera ’Candide’ che ora va in scena alla Scala in cui si ritraggono in mutande personaggi come Bush, Blair e Berlusconi. Ma qui stiamo parlando della Madonna, che per i cattolici rappresenta uno dei simboli più alti e sublimi...»

Quotidiano nazionale, 20 giugno 2007

Credo che sia molto piu' efficace una bella azione civile (o la costituzione di parte civile in un eventuale processo penale per vilipendio) di risarcimento dei danni. Purtroppo il codice penale prevede pene irrisorie per questi reati, ma quando si tratta di aprire il borsellino diventiamo tutti, improvvisamente, piu' rispettosi :-)
Raffaella


Paruolo in ‘penitenza’ per i cattolici di sinistra

Il cardinale: «Una bestemmia. Con la particolare gravità dell’avallo oggettivo di istituzioni pubbliche»

di RITA BARTOLOMEI

DOPO la Messa s’avvicina con l’espressione perplessa all’assessore Giuseppe Paruolo, cattolico della Margherita nella squadra di Sergio Cofferati. Senza fascia ma qui a San Luca anche per il Comune. «Scusi, ma come fate a stare in quella compagnia?», gli chiede il volontario dell’Unitalsi, domanda semplice e diretta che interpreta il sentimento di tanti. Paruolo ripete: «Ci dispiace, non doveva accadere, non accadrà mai più». Quel che ha detto anche al cardinale, nel breve incontro dopo la Messa riparatrice qui a San Luca, basilica straripante, più di mille fedeli, i ragazzi accampati perché non c’è posto, i volontari e le suore, le parrocchie e i ciellini, un maresciallo dei carabinieri in divisa. «Questo è il volto vero di Bologna», si commuove Caffarra prima della benedizione sulla città. E viene travolto da un applauso che non finisce più. E quando riprende a parlare deve schiarirsi la voce. Quello che dice dopo vuole unire, senza escludere nessuno. Parla a chi c’è ma soprattutto a chi è rimasto a casa quando invoca una benedizione che «scenda con grande abbondanza da questo colle sulla città, sulle famiglie e sulle giovani generazioni, il patrimonio più prezioso. La Madre di Dio, sono sicuro, ha gradito questo gesto di affettuosa riparazione». Maria Cristina Marri, segretario dell’Udc, si asciuga le lacrime. E’ seduta a fianco di Paruolo, nella prima panca. Ci sono anche Giovanni Bersani, l’ex senatore della Dc, il consigliere regionale di FI, Ubaldo Salomoni. C’è Claudia Rubini, consigliera provinciale di An e il parlamentare di Fi, Fabio Garagnani. Una fila dietro Andrea De Pasquale, Dl. Confusi tra la folla l’azzurro Paolo Foschini, vicepresidente del consiglio comunale e Galeazzo Bignami di An, numero due del partito. E’ stato lui a sollevare il caso del titolo blasfemo. Ed è venuto a messa anche il Ciccio, storico barista rosso di San Mamolo. Per quella serata usa due aggettivi: «Abominevole e immorale».

C’E’ UN SILENZIO affamato di parole, quando il padre della Chiesa bolognese pronuncia l’omelia. E’ il silenzio concentrato di chi si aspetta una guida. Il tono di Caffarra è forte e accorato, la voce addolorata dal «peso di un insulto grave e pubblico» fatto alla Madonna «in questa città. Siamo venuti a chiedere perdono e per riparare una bestemmia che ha rivestito la particolare gravità dell’avallo oggettivo (la responsabilità e le intenzioni le giudichi il Signore) anche di istituzioni pubbliche». Il riferimento è al patrocinio dato alla mostra choc «La Madonna piange sperma», serata blasfema a Vicolo Bolognetti con il logo del Quartiere San Vitale, di Comune, Regione e ministero alle Politiche giovanili, che poi si è ritirato. L’offesa, ribadisce Caffarra, non ha colpito solo i cattolici. Perché quella serata blasfema, pensata e poi cancellata, è stata anche «un’ingiustizia commessa nei confronti della nostra città. Fino a quando si continuerà a degradarne la bellezza? Fino a quando si continuerà a sfregiarne la grandezza? Fino a quando si continuerà ad umiliarne l’onore?». C’è la voce di un padre rattristato nei tanti interrogativi che riecheggiano l’omelia di San Petronio, la stessa preoccupazione per questa Bologna disgregata.

E’ LA MESSA della gente. Che s’incammina a piedi e scala i portici, in un caldo soffocante. Come Paolo Giuliani, Dl ribelle che rimprovera: «Quasi nullo l’apporto dei cattolici nelle istituzioni». E’ anche il giudizio di Angelo Rambaldi, con lui nell’Officina delle idee. Il bersaglio è Paruolo. Che ribatte: «Bisogna distinguere i ruoli. Non mi nascondo ma non sono un teodem». Monsignor Ernesto Vecchi, vescovo ausiliare, fa capire benissimo come la pensa. «La messa è un atto di fede. C’è l’assessore Paruolo? Bene. E’ un gesto di solidarietà, di partecipazione. Quel fatto ha toccato la coscienza civile. Questa basilica è il segno della città e del suo territorio. Il sabato vengo su in bici. Vedo tanti ciclisti. Si fermano a bere e via. Li rimprovero: e la Madonna? E’ il segno della nostra casa, questo. Quando vedi San Luca dici: a son a ca’». Gli episodi ormai sono diversi, la Chiesa è sotto attacco? «Sì, sul fronte della cultura in generale — riconosce Vecchi —.

La Chiesa disturba perché dice la verità e persegue la libertà. Una cosa che costa. Oggi si vuole il libertarismo, la libertà senza verità». C’è chi rimprovera i cattolici nelle istituzioni per la loro timidezza... Sospira, il vescovo dalle battute fulminanti.

Ragiona: «E chi ha preso l’iniziativa della messa? Noi. Il cattolico vero non deve mica aver paura. Esprime se stesso, è portatore di una differenza. Se c’è paura non lo so, certo non dovrebbe esserci. Però dico: chi parla siamo noi. Tranne qualche eccezione. Mi pare che la politica abbia reagito molto bene. C’è stata una corale partecipazione alla condanna». Si ferma poi aggiunge: «Poi ci sono stati anche silenzi strategici. Ma si sa, il Pd è difficile da costruire». Si riferisce ai Ds? Il vescovo alza gli occhi al cielo, allarga le braccia e se ne va, verso la messa del perdono.

Quotidiano nazionale (Bologna), 20 giugno 2007


«Vilipendio»: il procuratore apre un fascicolo d’indagine

Lo stesso Di Nicola esaminerà gli atti. E il Comune cerca un responsabile: ‘inchiesta’ interna

di EMANUELA NALDI

IERI MATTINA la denuncia del deputato di Forza Italia Fabio Garagnani, in relazione al titolo della ‘mostra-scandalo’ di Vicolo Bolognetti è arrivata sulla scrivania del procuratore Enrico Di Nicola. «Esaminerò e valuterò gli atti dal punto di vista giuridico — aveva spiegato subito il ‘numero uno’ della Procura — poi prenderò le mie decisioni nel merito».
Una riflessione, quella del procuratore che non si è però fatta attendere visto che nel pomeriggio, sulla vicenda, ha formalmente aperto un fascicolo per vilipendio. Qualche ora prima della decisione del procuratore, il deputato forzista in un comunicato aveva definito «urgente ed ineludibile l’intervento della Procura».

«Ritengo che l’articolo 403 (offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone ndr) — aveva aggiunto Garagnani — non si presti a equivoci di interpretazione e in questo senso ho formulato la mia denuncia fatta a titolo personale, basata su fatti inoppugnabili e sulla protesta manifestatami da tanti cittadini. La comunità civile, infatti, non può tollerare che certi atti rimangano esenti da sanzione, pena il venir meno del senso di appartenenza alle istituzioni».

Ma iniziative dirette a individuare i responsabili di quella che lo stesso sindaco Sergio Cofferati aveva apostrofato come una «volgarità inaccettabile» verranno prese anche dal Comune. L’amministrazione andrà fino in fondo per chiarire le responsabilità sull’evento estivo del Quartiere San Vitale annullato tra le polemiche. Ieri è stato infatti lo stesso primo cittadino a tirare fuori l’argomento con i suoi assessori durante la seduta della giunta comunale, andando oltre alla richiesta formulata il giorno precedente di annullare l’evento. Quella mancanza di ‘filtro’ rilevata dal sindaco stesso porta i vertici dell’amministrazione ad avviare una vera indagine interna al Quartiere San Vitale. «Il presidente del Quartiere non può limitarsi a dire che lui non sapeva niente — spiega un assessore —: bisogna che indichi chi gli ha suggerito di inserire quell’evento nel cartellone e che quel qualcuno non sia messo in condizione di farlo ancora». Insomma quella che viene preannunciata è una sorta di caccia al ‘colpevole’. A fine seduta l’assessore alla Comunicazione Giuseppe Paruolo si è limitato a puntualizzare che «un approfondimento tecnico andrà fatto. Un infortunio di questo tipo non deve succedere e si dovrà fare in modo che non succeda più». Quello accaduto nei giorni scorsi è «un danno grave» per l’amministrazione di Palazzo d’Accursio, spiega un esponente dell’esecutivo, «e le scuse non bastano per riparare». Per questo da parte di alcuni assessori «c’è un forte nervosismo: non abbiamo apprezzato di essere stati messi in questa situazione».

E CRITICHE all’amministrazione sono arrivate anche dal deputato bolognese dello Sdi Angelo Piazza: «La volgarità e il cattivo gusto come quello della mostra ben rappresentano l’invilimento della vita culturale bolognese. Se il ministro Melandri poteva, come riferisce, non sapere, è difficile trovare una giustificazione per l’omesso controllo da parte del Comune. Questa vicenda è conferma della lontananza tra l’amministrazione e la città».

Quotidiano nazionale (Bologna), 20 giugno 2007

Ottimo...gia' ieri, in questo blog, avevamo auspicato l'applicazione degli art. 402-406 del codice penale..
Forza, Cattolici, reagiamo!!!

Raffaella

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Lella io sono bolognese e abito tra l'altro non lontano dal portico di San Luca,che ho risalito talmente tante volte da aver perso ormai il conto...ieri mio malgrado non potevo essere presente alla Messa riparatrice delle 18:30 e mi è molto dispiaciuto.
Una cosa però te la posso dire, che sui giornali difficilmente troverà spazio.
Nonostante questa città per tanti versi sembri lontana dalla fede e da sentimenti cattolici,sia per il suo benessere un po' menefreghista che per le sue scelte politiche, ho la netta sensazione,girando, parlando un po' con tutti,affrontando spesso l'argomento anche con estranei,che questi reiterati attacchi contro la nostra Chiesa e i nostri simboli religiosi stiano sortendo un effetto insperato..il risveglio del sentimento religioso.
Anche in chi si era un bel po' raffreddato,anche in chi in piazza non sarebbe mai sceso...le persone comuni(prima ancora che i credenti più accesi)si sentono toccate nei valori(gli oratori,il catechismo) e nei simboli(la madonnina di San Luca,il Papa)con cui sono cresciute,che li hanno accompagnati negli anni della loro formazione, a cui spesso si sono rimesse nei momenti di difficoltà confidando nella divina misericordia e nella consolazione che ci regala l'Amore di Nostro Signore.
Tali valori anche nei più scapestrati evocano ricordi di purezza,pomeriggi felici e spensierati,gite con i nonni mano nella mano a visitare la Basilica,amicizie sincere e innocenti...e vederli sotto assedio fa arrabbiare un po' tutti.
Avremo magari meno preti e più separazioni( e mi dispiace..)ma la Madonna di San Luca non si tocca...ecco qual è il pensiero comune.
Un abbraccio e buona giornata.
Federico

Anonimo ha detto...

Grazie Federico per la tua testimonianza!
E' preziosissima.
Ciao
Raffaella

euge ha detto...

Grazie anche da parte mia!!!!!!!!!!! Spero che veramente questa ondata sconsiderata di continui attacchi alla chiesa, alla religione ad i suoi simboli ed al Papa, si rivolti contro coloro che hanno cominciato tutto questo!!!!!!!!!!!! Però che questo serva di monito a tutti noi cattolici, reagiamo o ricorriamo alle organizzazioni come la CADL spero di averlo scritto correttamente non nascondiamoci!!!!!!!
Eugenia

Anonimo ha detto...

Mi permetto di aggiungere un'osservazione ultriore.
Mi sono riavvicinato alla fede da un paio d'anni circa,grosso modo in concomitanza con la dipartita di Giovanni Paolo II è iniziato il mio processo di "riconversione".
Ho pertanto,animato da incessante curiosità, cominciato a muovermi, a seguire, a frequentare ambienti religiosi che mi erano sconosciuti.
Mano a mano che andavo avanti notavo differenze abissali fra la realtà che mi sarei aspettato di incontrare e lo spettacolo che mi si parava davanti.
Sono stato a Messa in cinque/sei chiese diverse,nella diocesi di Bologna,la domenica ai più svariati orari,e le ho trovate QUASI SEMPRE piene,con tanta gente in piedi, e una lunga fila di fedeli che si comunicavano.
Sono stato in pellegrinaggio, sia a Fatima che a Medjugorjie, convinto di trovare persone anziane e disperate, e ho incontrato giovani allegri e grati al Signore per la vita che ha loro donato...e, per inciso, vi ho incontrato migliaia di persone,con interminabili file di fedeli(anche più di un'ora di attesa a volte) a confessarsi per poter fare la Comunione.
Migliaia di persone erano in marcia pochi giorni fa verso il santuario di Loreto, ed erano giovani. Centinaia di migliaia di persone seguono il Papa,alle GMG così come agli Angelus o alle processioni.
I libri di tematica religiosa si sprecano, e sono sempre garanzia di vendite, così come per i programmi televisivi e la loro audience.Migliaia di persone erano con me a fare la Via Crucis Venerdì Santo,col Card. Caffarra, e molte di più,ma veramente tante,posso garantirlo perchè l'ho visto con i miei occhi e mi sono commosso,erano lungo la strada a pregare e a salutare la Madonna di san Luca al passaggio in città....
Di tutto ciò i giornali non ne fanno parola,e sulla base di queste ricostruzioni leggo interpretazioni della società veramente dilettantistiche...
Ma la mia esperienza personale non ha dubbi:i dati che riporto sono tangibili,li ho visti con questi miei occhi e sono fiducioso per il futuro della nostra Chiesa e della nostra società italiana,checchè ne pensino gli intellettuali radical chic di Repubblica.
Scusate lo sfogo.
Federico

Anonimo ha detto...

Caro Federico, ti ringrazio veramente moltissimo per la tua testimonianza di fede.
Vedi, come te, ho vissuto degli anni di smarrimento. Per usare le parole del Papa,la mia fede era stanca e, direi, quasi abitudinaria.
Poi due anni fa tutto e' cambiato, anche, purtroppo, per un lutto molto doloroso, e mi sono accostata alla fede in modo completamente nuovo, soprattutto grazie a Benedetto XVI che ci spiega la bellezza del Cristinesimo e la possibilita' di coniugare la fede con la ragione.
E' molto bello quello che scrivi: messe affollate e affetto dei fedeli.
L'atteggiamento dei media, di cui parli, e' ormai evidente: c'e' una sorta di scissione fra l'opinione pubblica e cio' che scrivono i giornali. La dura (per i media) realta' e' che stiamo imparando a ragionare con la nostra testa e a non farci influenzare.
Ecco spiegato lo stupore di fronte al risultato del referendum sulla legge 40. Ecco spiegato il silenzio sul gran numero di fedeli che, silenziosamente ma copiosamente, sono sempre piu' uniti a Cristo.
Ciao
Raffaella

euge ha detto...

Caro Federico anch'io purtroppo per molto tempo forse troppo, sono stata lontana dalla chiesa e la mia fede certo non era delle più brillanti; anch'io come te ed anche come Raffaella, ho ricominciato il mio cammino di fede non dico in concomitanza ma quasi, con l'elezione di Benedetto XVI il perchè è subito spiegato perchè lo sento molto vicino per me è una guida costante ed un insegnamento costante, forte ma anche fatto di estrema dolcezza. Purtoppo, sono ancora tanto delusa da quello che si vede nelle chiese di Roma e soprattutto nelle parrocchie gente che viene a messa solo per passare una mezz'ora parlamndo con la propria vicina oppure persone che fanno la comunione senza un minimo di raccolgimento e che dire delle omelie????? sono pochissimi i sacerdoti che ti parlano dandoti davvero degli insegnamenti e conforto!!!!!!! per questo la partecipazione alla Santa Messa è qualcosa che devo migliorare. Comunque, grazie a Benedetto XVI i miei passi sulla via della fede sono migliorati e di molto spero per me di continuare così!!!!!!!!!
Sempre con Benedetto XVI - Eugenia

Luisa ha detto...

Vedo che siamo in molti ad essere ritornati alla fede grazie agli avvenimenti dell`aprile 2005. Io non posso separare Giovanni Paolo da Benedetto.Per me sono legati, come un seguito naturale . Anche se il mio cuore ha rischiato di scoppiare dalla gioia sentendo il nome di Joseph Ratzinger è a Giovanni Paolo che sento dovere la Grazia della mia ri-conversione. Poi è cominciato il cammino con Benedetto che è riuscito a riconciliare la mia fede e la mia ragione , mi sento guidata da lui, mi sento sicura con lui,ho fiducia in lui.
Ho dovuto arrivare alla mia età per poter dire : ho trovato il mio maestro fidato su questa Terra.Grazie al Magistero di Papa Benedetto , tanti brani del Vangelo, tanti Salmi, che non riuscivo a accettare sono diventati, chiari, e posso finalmente farli miei. Sentivo il bisogno di una parola forte ,di un pensiero forte, ed io così ribelle "tout naturellement" mi sono fatta pecorella docile e felice di esserlo!
Purtroppo, nella pratica della fede, incontro gli stessi vostri ostacoli, in più io vivo in Svizzera, dove tanti abusi sono stati commessi, tante disobbedienze, tante innovazioni, che mi avevano fatto fuggire e che purtroppo esistono sempre.
Allora è cominciata la mia ricerca per finalmente trovare una parrocchia tenuta da religiosi molto fedeli al Papa. Non vorrei giudicare i fedeli ma alle volte mi chiedo in quanti che recitano il Credo o il Padre nostro sono consapevoli del senso di quello che dicono, in quanti che si accostano alla Comunione sono consapevoli del senso dell`Eucaristia .
Quando vedo tutti i fedeli comunicarsi, non posso non chiedermi se tutti si sono preparati a ricevere Cristo ,la Confessione sembra essere caduta in disuso!
Ma mi rendo conto che sono nel giudizio e che non ho niente da dire, io che sono stata così a lungo lontana dalla pratica , sono anzi l`ultima a poter giudicare!
Come dico sovente il mio ritorno alla pratica della fede non è solo una grandissima e profonda gioia che da luce alla mia vita, è anche un`immensa responsabilità!
Sì ,testimoniare in coerenza nella vita di tutti i giorni, là dove siamo, con le nostre vocazioni, e al nostro livello la nostra fede è veramente una grande responsabilità!
Sentire con i sentimenti di Cristo, guardare con gli occhi di Cristo ,ascoltare con le orecchie di Cristo, sapere che siamo sempre e ovunque sotto lo sguardo di Cristo, mi da serenità, forza e coraggio, ma mi obbliga ad agire in coerenza con la mia fede e confesso che non è sempre facile .