5 gennaio 2008

Il Papa ai senza tetto: Gesù è nato senza casa come voi (Avvenire)


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Mosca alla rai: "Papa in tv, meno fretta e maggiore rispetto"

Precisazioni sull'articolo di Galeazzi e Di Giacomo e umile richiesta di rettifica di quanto scritto su e contro questo blog

"Conciliari" in rivolta contro Benedetto XVI. Galeazzi e Di Giacomo per "La Stampa". Viene citato a sproposito anche il nostro blog!

Il Papa: Gesù è nato senza casa come voi

il fatto

Benedetto XVI in visita alla Casa «Dono di Maria», che in Vaticano assiste le persone prive di fissa dimora. Una scelta significativa in giorni di freddo intenso e di dolore per la morte di alcuni clochard «Vi voglio bene e vi sono vicino»

DA ROMA MIMMO MUOLO

«Sono qui per dirvi che il Papa vi vuole bene e vi è vicino». Le pa­role di Benedetto XVI risuonano nella sala mensa delle donne, all’interno del­la Casa 'Dono di Maria' delle Suore di Ma­dre Teresa di Calcutta. Non ha dovuto per­correre molta strada, il Pontefice, per arri­vare fin qui, dato che la struttura di acco­glienza si trova all’interno delle Mura Leo­nine e dunque fa parte a tutti gli effetti del­la Città del Vaticano. Ma la visita con cui pa­pa Ratzinger ha scelto di inaugurare il suo programma di 'viaggi' del 2008 è ugual­mente molto significativa. Specie in questi giorni di freddo intenso, di dolore per la mor­te a Roma e in altre parti d’Italia di alcuni clo­chard e di inevitabili, conseguenti polemi­che.
Per dire il suo affetto e la sua attenzione nei confronti degli 'ultimi', Benedetto XVI sce­glie parole e gesti altamente eloquenti. Ri­corda il «mistero d’amore» del Natale. E so­prattutto sottolinea (rivolgendosi agli ospi­ti della Casa) che, «nascendo in una grotta, perché non c’e­ra posto per Lui altrove, Ge­sù ha conosciuto i disagi che molti di voi sperimentano».
Come può, dunque, un Pa­pa non amare i senza tetto, dal momento che Cristo stesso, nell’atto iniziale del­la sua vita terrena, è stato u­no di loro?
Intorno a sé il Pontefice ha le suore che lo hanno accolto all’arrivo con danze tipica­mente indiane (eseguite da alcune novizie) e gli hanno donato una ghirlanda di fiori rossi che adesso il Pontefice porta al collo. Ma soprattutto ci sono le ospiti di questa Casa, che – come ricorda lo stesso Bene­detto XVI nel discorso pubblicato in questa stessa pagina – Madre Teresa volle chiama­re 'Dono di Maria', «quasi auspicando che qui si possa sperimentare sempre l’amore della Santa Vergine». «Per chiunque venga a bussare alla porta – aggiunge il Papa – è in­fatti un dono di Maria sentirsi accolto dalle braccia amorevoli delle suore e dei volon­tari ». Così Benedetto XVI ringrazia la supe­riora regionale suor Maria Pia, la superiora della Casa, suor Mark, che proprio in que­sti giorni conclude il suo servizio, e quella che le subentrerà, suor Agnes-Marie. E le ringrazia per il loro impegno, insieme con tutte le altre religiose.
Un impegno che, del resto, egli conosce be­ne, perché – come fa notare – quando era il prefetto della Congregazione per la dottri­na della fede, aveva il suo ufficio nel Palaz­zo adiacente alla struttura e dunque era un 'vicino di casa'. Elemento, questo, che le stesse suore non mancano di rimarcare fa­cendo trovare al Papa, proprio all’ingresso, la gigantografia di una foto dell’allora car­dinale Ratzinger insieme con Madre Teresa. La visita si svolge in un clima di grande cor­dialità. Il Papa termina di leggere il proprio discorso, ricordando come «il Natale ci aiu­ta a comprendere che Iddio non ci abban­dona mai e sempre ci viene incontro, ci pro­tegge e si preoccupa di ciascuno di noi, per­ché ogni persona, soprattutto la più picco­la e indifesa, è preziosa ai suoi occhi di Pa­dre ricco di tenerezza e misericordia». Quin­di saluta alcuni dei presenti e si reca poi sia nella sala mensa degli uomini, sia nel re­parto delle donne ammalate. Nella chiesa di San Salvatore in Ossibus, adiacente alla Ca­sa, si svolge, infine, l’ultimo atto della visi­ta, che ha avuto la durata complessiva di 50 minuti.
Benedetto XVI incontra i missionari laici e il superiore generale dei Fratelli contem­plativi Missionari della carità e ascolta una parte del saluto scritto da suor Nirmala, che ha preso il posto di Madre Teresa al­la guida delle suore, e che attualmente si trova in In­dia.
Quando tocca nuovamen­te a lui prendere la parola, ringrazia per la «calorosa accoglienza ricevuta», ri­cambia i saluti per suor Nirmala ed estende i suoi saluti a tutti gli operatori della Casa. «Insieme – dice – voi formate una catena di carità cristiana senza la quale questa casa, come ogni ope­ra di volontariato, non potrebbe esistere e continuare a servire tante forme di disagio e di bisogno». Il fatto che questa struttura si trovi «proprio qui dove è il centro stesso del­la Chiesa» la rende ancora più preziosa.
«Quanti gesti di condivisione da quel 21 maggio del 1988, quando fu inaugurata – commenta – quanti gesti di carità concreta sono stati compiuti in questi anni tra que­ste mura, segno ed esempio per le comunità cristiane perché si impegnino ad essere sempre comunità accoglienti e aperte». Il suo stesso nome, infine, «ci invita all’inizio del nuovo anno, a fare instancabilmente do­no della nostra vita».
L’ultimo pensiero del Papa è per Madre Te­resa. «Seguendo il suo esempio – esorta – andate per le strade del mondo, testimo­niando sempre con gioia l’amore di Gesù, specialmente verso gli ultimi e i poveri. E dal cielo la vostra Fondatrice di accompa­gni e vi protegga».

© Copyright Avvenire, 5 gennaio 2008


DA SAPERE

UNA STRUTTURA PROMOSSA DA WOJTYLA PROSSIMO PASSO UN’INIZIATIVA ANCHE IN CINA

La casa «Dono di Maria», visitata ieri da Benedetto XVI, venne inaugurata il 21 maggio del 1988 da Giovanni Paolo II ed è gestita oggi da otto suore, che offrono ospitalità e pasti caldi ai clochard della capitale. Papa Wojtyla decise di aprirla e affidarla a Madre Teresa nel 1987: tornando da una visita alle strutture delle missionarie della Carità a Calcutta. il Papa attraversò di notte via della Conciliazione e vide decine di barboni cercare rifugio in prossimità dei palazzi della Santa Sede che si trovano vicino al Vaticano. Decise che bisognava far qualcosa per loro: l’edificio fu costruito in pochi mesi. Il portone si apre proprio sul lato esterno delle Mura Leonine in via del Sant’Uffizio, accanto a quello della Congregazione della dottrina della fede. Attualmente sono quasi cinquemila le missionarie della Carità presenti in 95 Paesi. Si tratta di una delle Congregazioni femminili più vitali, come testimonia la presenza di ben 250 novizie. Tra gli obiettivi delle missionarie, guidate da suor Nirmala, della quale è stato letto un saluto al Papa, anche l’apertura di una casa in Cina, dove già operano alcune religiose che prestano servizio in un ospedale.

© Copyright Avvenire, 5 gennaio 2008

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