4 gennaio 2008

Card. Hummes: adorazione "perpetua" per le "vittime della grave condotta morale e sessuale del clero" (Osservatore Romano)


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L'iniziativa illustrata dal cardinale Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero

Una preghiera mondiale per la santificazione dei sacerdoti

Giampaolo Mattei

Un'iniziativa su scala mondiale di adorazione eucaristica "perpetua" per la riparazione delle mancanze dei sacerdoti e in modo particolare "per le vittime delle gravi situazioni di condotta morale e sessuale di una piccolissima parte del clero".

Ad annunciare questa iniziativa di preghiera è il cardinale Cláudio Hummes, prefetto della Congregazione per il Clero. "Chiediamo a tutti - dice - di fare l'adorazione eucaristica per riparare davanti a Dio quello che di grave è stato fatto e per accogliere di nuovo la dignità delle vittime. Sì, abbiamo voluto pensare alle vittime affinché ci sentano vicini. Ci riferiamo soprattutto a loro, è importante dirlo".
Per il cardinale è una priorità aprire "cenacoli eucaristici" suscitando un grande movimento spirituale di preghiera per tutti i sacerdoti e per la loro santificazione. "Sono davvero tante - spiega - le cose da fare per il vero bene del clero e la fecondità del ministero pastorale nel mondo di oggi. Ma la consapevolezza che l'agire consegue all'essere e che l'anima di ogni apostolato è l'intimità divina ci ha portato a promuovere urgentemente proprio una grande adorazione eucaristica, se possibile perpetua". Il cardinale Hummes presenta, nell'intervista a "L'Osservatore Romano", il senso, le motivazioni e le caratteristiche pratiche del movimento mondiale di preghiera per il clero.

Perché l'urgenza di promuovere proprio ora questa iniziativa per la riparazione delle mancanze dei sacerdoti e la loro santificazione?

Problemi ce ne sono sempre stati perché siamo tutti peccatori. Però in questo tempo sono stati segnalati fatti veramente molto gravi. Ovviamente si deve sempre ricordare che solo una minima parte del clero è coinvolta in situazioni gravi. Neppure l'uno per cento ha a che fare con problemi di condotta morale e sessuale. La stragrande maggioranza non ha nulla a che vedere con fatti di questo genere. Ma tutti i sacerdoti hanno comunque bisogno di aiuto spirituale per continuare a vivere la propria vocazione e la propria missione nel mondo di oggi. La Chiesa, poi, ha sempre pregato per la riparazione dei peccati di tutti. È questa, ad esempio, una delle caratteristiche della tradizionale devozione al sacro cuore di Gesù.

Qual è il contenuto dell'iniziativa?

Abbiamo pensato a due cose distinte: l'adorazione eucaristica, perpetua se si riesce, e la maternità spirituale per i sacerdoti. Se anche sono due realtà distinte, molte volte si uniscono proprio nell'adorazione eucaristica.

Avete inviato una lettera ai vescovi: che cosa avete chiesto?

Abbiamo proposto ai vescovi di promuovere nelle diocesi veri e propri "cenacoli" in cui consacrati e laici si dedichino, uniti fra loro e in spirito di vera comunione, alla preghiera sotto forma di adorazione eucaristica continuata. Anche in spirito di genuina e reale riparazione e purificazione. Con l'intercessione della Madre di Dio. È a partire dal ruolo svolto da Maria nella storia della salvezza che si intende, e in modo tutto particolare, affidarle tutti i sacerdoti, suscitando nella Chiesa questo movimento di preghiera che ponga al centro l'adorazione eucaristica continuata nell'arco delle ventiquattro ore, in modo che da ogni angolo della terra sempre si elevi a Dio una preghiera di adorazione, ringraziamento, lode, domanda e riparazione. Una preghiera incessante per suscitare un numero sufficiente di sante vocazioni al sacerdozio e, insieme, per accompagnare spiritualmente, con una sorta di maternità spirituale, quanti sono già stati chiamati al sacerdozio.

Perché proprio l'adorazione eucaristica?

Innanzitutto per il valore dell'eucaristia: è il centro stesso della vita della Chiesa, il punto più alto. Il Santissimo è adorato nei tabernacoli delle chiese di tutto il mondo; la gente riconosce che Gesù è presente realmente e lo può incontrare in modo diretto. Il sacramento dell'eucaristia ha un rapporto totale con il sacerdote che è ordinato prima di tutto per celebrarlo. Il sacerdozio è nato nell'ultima cena, proprio con l'istituzione dell'eucaristia, quando Gesù dice: "Fate questo in memoria di me". Così fare l'adorazione eucaristica in favore dei sacerdoti ricorda la natura stessa del sacerdozio.

Che suggerimenti avete dato?

Abbiamo indirizzato una nota esplicativa a diocesi, parrocchie, rettorie, cappelle, monasteri, conventi, seminari per incrementare la pratica dell'adorazione eucaristica continuata per tutti i sacerdoti e le vocazioni sacerdotali. Sarebbe, ad esempio, opportuno che ogni diocesi chiedesse a un sacerdote di dedicarsi a tempo pieno allo specifico ministero di promozione dell'adorazione eucaristica. Abbiamo proposto anche la creazione di santuari eucaristici e l'individuazione di luoghi specifici da riservare appositamente all'adorazione eucaristica continuata. È importante, poi, che le iniziative per la formazione del clero siano permeate da un clima eucaristico.

Chi deve essere coinvolto in questa iniziativa?

Tutte le forze vive, a partire dai bambini che si preparano alla prima comunione. L'adorazione eucaristica, perpetua e non, è già molto sentita e praticata in tantissime comunità e parrocchie. È vissuta dalla gente: famiglie, giovani, bambini, anziani. Tutti. L'adorazione ha sempre avuto un'attrazione speciale nel popolo di Dio. La gente ne conosce il valore. Si sente anche fisicamente vicina a Gesù Cristo. Così la nostra proposta non riguarda solo le comunità religiose e contemplative, le persone consacrate, i movimenti e le associazioni, ma anche i fedeli delle comunità parrocchiali. Da parte del vescovo, del parroco o del superiore religioso ci vuole certamente uno sforzo organizzativo per far prendere coscienza, per stimolare un approfondimento spirituale che porti alla comprensione della questione del sacerdozio, della missione del sacerdote oggi nel mondo.

Le religiose hanno un ruolo particolare?

Sull'esempio di Maria, le anime femminili consacrate possono adottare spiritualmente sacerdoti e aiutarli, con l'offerta di sé, la preghiera e la penitenza. Questa iniziativa consente di prendere sempre maggiore consapevolezza del legame ontologico tra eucaristia e sacerdozio e della speciale maternità di Maria nei confronti di tutti i sacerdoti.

Che cosa significa essere madre spirituale per i sacerdoti?

La vocazione a essere madre spirituale per i sacerdoti è troppo poco conosciuta, scarsamente compresa e perciò poco vissuta, nonostante la sua vitale e fondamentale importanza. Indipendentemente dall'età e dallo stato civile, tutte le donne possono diventare madri spirituali per un sacerdote. In maniera particolare questo vale per le missionarie e le religiose che offrono tutta la loro vita a Dio per la santificazione dell'umanità. Dunque fare maternità spirituale significa essere persone che pregano per un sacerdote specifico e lo accompagnano così per tutta la vita. In forma anonima, normalmente. E questo, ce lo dice la storia, porta grandi frutti spirituali per i sacerdoti.

Che cosa significa essere sacerdote oggi?

È molto diverso essere sacerdote oggi in America Latina, in Africa o in Europa. Le differenze sono grandi tra il nord e il sud del mondo. In Europa, dove ci sono società più avanzate, c'è una cultura molto fredda in rapporto alla vita religiosa che non è apprezzata. C'è una cultura troppo laicista. In altre regioni invece c'è uno spirito religioso più forte. Ma ovunque c'è sempre molto lavoro da fare, sono necessari molti sacrifici da parte dei sacerdoti.

Come è visto oggi il sacerdote?

Dico sempre che i sacerdoti sono da venerare. Da amare. Da rispettare. Spendono tutta la vita, pur con i loro limiti, per Dio e il prossimo. Sono grandissimi benefattori dell'umanità. Predicano e coltivano il bene, aiutano le persone. Che cosa vuole la società di più? È un servizio che tutti dovrebbero riconoscere e apprezzare. In questo senso credo che la preghiera sia molto importante per sostenerli nella loro missione.

Lei è prefetto della Congregazione per il Clero dal 31 ottobre 2006. Può tracciare un primo bilancio del suo servizio e indicarci qual è il progetto, quali sono le strategie della Congregazione a lei affidata?

Al centro delle mie preoccupazioni e delle mie preghiere ci sono i sacerdoti, i diaconi, i catechisti. Per quanto riguarda i sacerdoti una delle sfide - non lo definisco problema - che abbiamo davanti viene dalla nuova cultura post-moderna che travolge tutto e che è molto critica, addirittura avversa, alla religione: è come se la fede dovesse sparire. Ma noi sappiamo che se perdiamo Dio perdiamo il senso delle cose.

La questione è: come aiutare i sacerdoti a vivere oggi la loro vocazione e la loro missione nella nuova società post-moderna? Come aiutarli a essere entusiasti testimoni di Cristo e a vivere il loro sacerdozio non da uomini tristi e scoraggiati ma gioiosi, coscienti e consapevoli di dare un contributo grande riproponendo Dio al mondo di oggi?

Siamo convinti che il mondo con questa cultura stia perdendo e non guadagnando. Non si stanno facendo progressi. È pur vero che questa cultura ci aiuta ad avere atteggiamenti critici su certi aspetti del fenomeno religioso. Ma siamo fermamente convinti che Gesù Cristo è il fatto più importante della storia. E dobbiamo annunciarlo e portarlo al mondo intero.

Quali sono le altre questioni importanti da affrontare?

La formazione permanente del clero; la spiritualità, l'interiorità, che oggi è decisiva più che mai; la selezione e la preparazione dei candidati al sacerdozio. Serve una selezione rigorosa e una formazione esigente per i futuri sacerdoti: sappiamo che questo è compito specifico della Congregazione per l'Educazione Cattolica. Ci confrontiamo sempre su questi temi anche con i vescovi in visita ad limina e in ogni altra occasione possibile.

(©L'Osservatore Romano - 5 gennaio 2008)

4 commenti:

mariateresa ha detto...

Mi piace questa intervista di Hummes,credo che non si faccia mai abbastanza per fare crescere consapevolezza su questioni conme questa.
E mi piace parecchio il nuovo Osservatore Romano.
Mi permetto qui anche una considerazione personale che è fuori argomento rispetto al post ma non fuori argomento rispetto a quello che abbiamo discusso in questi ultimi giorni. Se navigo un po' di qua o un po' di là, anche adesso, nei vari blog trovo un mucchio di gente tarantolata dalla rabbia. E le recenti polemiche così dure tra blog hanno aperto uno squarcio su un clima che dire teso è una quisquilia.
Ma cosa succede?
Un'altra impressione che ho da esterna,cioè da lettrice e non da persona che è dentro l'ambiente giornalistico, è che spesso dietro a quello che viene detto ci sia un non detto e che si argomenti per allusioni. Scusate se vi sembro vaga, è solo un'impressione o forse sono solo stanca di discussioni dolorose (per me).
E pensare che il primo gennaio abbiamo celebrato la giornata della pace.
Mi auguro di tutto cuore che gli animi si calmino. Credo che papa Benedetto non si meriti questi polveroni.
A te Raffaella tanta gratitudine per il tuo equilibrio e la tua pazienza.

Anonimo ha detto...

Sono completamente ed assolutamente (ti piacciono gli avverbi?) d'accordo con te, carissima amica :-))

mariateresa ha detto...

gli avverbi vanno benissimo, cara amica.
Ma qualcuno mi dica: cosa succede?

Anonimo ha detto...

Ho la tua stessa sensazione: l'aria e' pesante e la rabbia rischia di prendere il sopravvento. Non e' un bel vedere e soprattutto non fa il bene della Chiesa. E' un peccato vedere divisioni quando tutti abbiamo in comune gli stessi valori.
Abbiamo bisogno di piu' serenita'.
R.