7 gennaio 2008

SI APRE 'CONCLAVE' GESUITI, DA CARD.RODE' RICHIAMO A OBBEDIENZA AL PAPA ED ALLA CHIESA


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SI APRE 'CONCLAVE' GESUITI, DA CARD.RODE' RICHIAMO A OBBEDIENZA

(ASCA) - Roma, 7 gen - Si apre oggi, con una messa solenne in lingua latina nella Chiesa del Gesu', la 35.esima Congregazione generale cui spetta il compito di eleggere il 29.esimo 'papa nero', come e' familiarmente noto il successore di Sant'Ignazio di Loyola alla guida dei gesuiti di tutto il mondo. I 226 membri della Congregazione entreranno da oggi in un 'ritiro' che durera' quattro giorni, durante i quali potranno discutere e confrontarsi, in assoluta segretezza, sulla persona ritenuta piu' adatta per guidare il piu' grande e, probabilmente, influente ordine religioso della Chiesa. La messa di apertura della Congregazione e' stata officiata dal card. Franc Rode', Prefetto della Congregazione vaticana per gli istituti di vita consacrata, che ha la responsabilita' sugli ordini religiosi.

Nella sua omelia, il cardinale ha richiamato con forza i gesuiti all'obbedienza al papa e alla Chiesa, rispettando l'antica ''formula del vostro istituto, nella quale viene delineata l'essenza del vostro carisma: 'Servire il Signore e la sua Sposa, la Chiesa, sotto il Romano Pontefice'''.

''Vedo con tristezza e inquietudine - ha ammonito Rode' - che va decadendo sensibilmente anche in alcuni membri delle Famiglie religiose il sentire cum Ecclesia di cui parla frequentemente il vostro Fondatore.
La Chiesa aspetta da voi una luce per restaurare il sensus Ecclesiae''. ''Con tristezza e inquietudine - ha aggiunto - vedo anche un crescente allontanamento dalla Gerarchia.

La spiritualita' ignaziana di servizio apostolico 'sotto il Romano Pontefice' non accetta questa separazione''. Negli ultimi anni, tre gesuiti di alto profilo, Roger Haight, Jacques Dupuis e Jon Sobrino, sono stati messi sotto inchiesta da parte del Vaticano per i loro insegnamenti su ecumenismo e dialogo interreligioso non in linea col Magistero cattolico.

Con riferimento a questi episodi, il card. Rode' ha ricordato ''la necessita' di presentare ai fedeli e al mondo l'autentica verita' rivelata nella Scrittura e nella Tradizione'': ''La diversita' dottrinale di coloro che sono chiamati ad annunciare il Regno disorienta i fedeli e conduce verso un relativismo senza orizzonte. La verita' e' una, anche se puo' essere sempre piu' profondamente conosciuta. E garante della verita' rivelata e' il 'Magistero vivo della Chiesa'''.

In particolare, l'invito rivolto ai gesuiti e' stato quello di ''vigilare sulla dottrina delle vostre riviste e pubblicazioni''. ''Il vostro operare - ha anche detto Rode' - deve essere eminentemente apostolico, con un'ampiezza universale, umana, ecclesiale, evangelica. Dev'essere sempre compiuto alla luce del vostro carisma, in modo tale che la crescente partecipazione dei laici alle vostre attivita' non oscuri la vostra identita', ma anzi la arricchisca''.


La diversita' dottrinale di coloro che sono chiamati ad annunciare il Regno disorienta i fedeli e conduce verso un relativismo senza orizzonte

Parole chiare, chiarissime...
R.


Una Messa presieduta dal cardinale Rodé apre a Roma la 35.ma Congregazione generale della Compagnia di Gesù

Con una Messa solenne, celebrata nella Chiesa del Gesù di Roma, si è aperta stamani la 35.ma Congregazione generale della Compagnia di Gesù. Oltre 200 i sacerdoti presenti, tra cui anche l'attuale preposito generale, padre Peter-Hans Kolvenbach. A lui è andato, a nome di tutti, il ringraziamento del cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, che ha presieduto il rito eucaristico. I lavori della Congregazione generale si apriranno nel pomeriggio, con due obiettivi: eleggere il nuovo preposito generale e riflettere sulle tematiche fondamentali per la vita della Compagnia di Gesù. Il servizio di Isabella Piro:

(canto: La nostra salvezza è nel nome del Signore)

Un silenzio composto e commosso, alternato alla gioia del canto: la Santa Messa con cui si è aperta la 35.ma Congregazione generale della Compagnia di Gesù si è svolta su questi due registri. Cromaticamente divisa in due la Chiesa del Gesù: davanti, il colpo d’occhio bianco dei paramenti degli oltre 200 gesuiti presenti; dietro, i colori scuri dei tanti fedeli che hanno voluto unirsi alla celebrazione. E tutti hanno detto grazie a padre Kolvenbach, preposito generale uscente dopo circa 25 anni alla guida della Compagnia. Portavoce del ringraziamento è stato il card. Rodé:

"Deseo presentarle, reverendísimo padre Kolvenbach, a nombre de la Iglesia y al mío propio, un vivo agradecimiento…"

Il porporato ha ringraziato padre Kolvenbach per la sua fedeltà, la sua sapienza, la sua rettitudine, il suo esempio di umiltà e povertà. “L’elezione di un nuovo preposito generale – ha aggiunto - ha un valore fondamentale per la vita della Compagnia, non solo perché la sua struttura gerarchica centralizzata concede costituzionalmente al Generale piena autorità per il buon governo, la conservazione e la crescita di tutto il corpo della Compagnia, ma anche perché, come dice molto bene Sant’Ignazio, «il benessere del capo ridonda su tutto il corpo, e come sono i Superiori saranno a loro volta gli inferiori”. Il cardinale Rodé si è poi soffermato sulle tematiche su cui rifletterà la Congregazione generale, ossia l’identità del Gesuita oggi, il significato e il valore del voto di obbedienza al Santo Padre, la missione della Compagnia nel contesto della globalizzazione e della vita comunitaria. Per questo, ha ribadito il porporato, occorre avere “lo stesso sguardo delle tre persone divine”, ossia porsi all’ascolto dello Spirito creatore, senza perdere l’impegno per discernere i segni dei tempi. L’attenzione, quindi, va anche ai laici:

"(…) son muchas las personas que dentro y fuera de la Iglesia frecuentan vuestros centros educativos…"

“Sono molte le persone che dentro e fuori la Chiesa - ha detto il cardinale Rodé - frequentano i vostri centri di insegnamento con il desiderio di trovare una risposta alle sfide che la scienza, la tecnica, la globalizzazione, l’inculturazione, il consumismo e la miseria, pongono all’umanità, alla Chiesa e alla fede, con la speranza di ricevere una formazione che li renda capaci di costruire un mondo di verità e di libertà, di giustizia e di pace”. E tra le sfide che attendono la Chiesa, c’è la necessità di presentare al mondo la verità della Sacra Scrittura, che allontana i fedeli dal rischio di un “relativismo senza orizzonte”, e di ridurre quella separazione tra Fede e cultura che “costituisce un impedimento grave l’evangelizzazione”.

"(…). La obediencia religiosa se comprende sólo como obediencia en el amor…"

“L’obbedienza religiosa – ha poi ricordato il porporato - si concepisce soltanto come obbedienza nell’amore”, aggiungendo di vedere “con tristezza e inquietudine” “un crescente allontanamento dalla Gerarchia” e ribadendo che “la spiritualità ignaziana di servizio apostolico «sotto il Romano Pontefice» non accetta questa separazione”, poiché il suo motto è “In tutto amare e servire”.

Al termine della celebrazione, infine, la suggestiva cerimonia dell’accensione della lampada votiva davanti alle spoglie di Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù. Celate dietro ad un dipinto che scivola verso il basso grazie ad un meccanismo, le reliquie sono vegliate da una grande statua in argento dello stesso Sant’Ignazio. La lampada votiva rimarrà accesa per tutta la durata della Congregazione ed altre arderanno nelle Chiese dei gesuiti di tutto il mondo, come testimonianza della preghiera continua per il successo della Congregazione.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

AD MAIOREM DEI GLORIAM!