24 febbraio 2008

Il presidente dei medici cattolici: "Stop all’ideologia"


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Saraceni: stop all’ideologia

DI FRANCESCA LOZITO

Inopportuna. Così, senza mezzi termini giudica l’uscita della F­nomceo Vincenzo Saraceni, pre­sidente nazionale dell’Amci, l’Asso­ciazione medici cattolici, ordinario di medicina riabilitativa all’Univer­sità La Sapienza di Roma.

«Non era proprio il momento perché il Paese è impegnato in una campagna elet­torale delicata e veniamo da due an­ni di intensi dibattiti etici. Non mi sembra il caso di dare ancora spazio all’ideologia».

Cosa l’ha colpita di più di questo do­cumento?

Fatti recenti, come il caso di Napoli, ci hanno fatto capire che lo scontro va evitato. Raccoglierei allora l’invi­to della Federazione dei medici a di­scutere sui temi, ma preferirei farlo senza mettere legna al fuoco di un possibile scontro.

Come giudica la difesa della 194?

A noi la 194, sia ben chiaro, non è mai piaciuta. Ma perché, se è una legge dello Stato, tutti dicono che va at­tuata, ma nessuno ha fatto nulla? Ec­co, qui le forze politiche devono fare chiarezza. La legge sull’aborto non va usata per il controllo delle nasci­te, ma nella parte della tutela della maternità.

La Fnomceo non sembra girarci at­torno nel dire sì alla Ru486 ...

E qui si sbaglia di grosso. Perché ne è stata dimostrata da più parti la peri­colosità clinica. La comunità scien­tifica non può esimersi dal discutere i dati europei in merito ai problemi che causa. Il rischio di mortalità è 10 volte superiore a quello con l’inter­ruzione di gravidanza chirurgica. Non è poco. L’aborto in Italia non può essere praticato con modalità diverse da quelle previste dalla 194.

Netta è anche la posizione sulla pos­sibilità di rivedere le linee guida del­la legge 40

Come tutte le leggi, quella sulla pro­creazione assistita è espressione di un sentire comune, degli orienta­menti etici del Paese. Ci sono volute tre legislature per approvarla. Qual­cosa vorrà pur dire: evidentemente significa che la selezione genetica non è nelle scelte del Paese

Come si risponde allora a un’uscita del genere?

Noi medici cattolici, da parte nostra, continueremo a dire il nostro sì alla cultura dell’accoglienza alla vita. Nel promuovere una relazione tra medi­co e paziente che non resti un sem­plice incontro, ma che sia ispirata da un sentire comune, in cui entrambi i soggetti possano riconoscersi.

© Copyright Avvenire, 24 febbraio 2008

SCIENZA E VITA

«AUTENTICO COLPO DI MANO SERVIREBBE UN REFERENDUM CONFERMATIVO»

«Dinanzi al colpo di mano messo in atto dalla Federazione degli Ordini dei medici, non c’è altra possibilità per i medici italiani che quella di far sentire forte la propria voce e chiedere all’organismo di rappresentanza di sottoporre le sue conclusioni ad un referendum confermativo». Così reagisce l’associazione Scienza & Vita che tutela la vita umana dal concepimento alla morte naturale dinanzi al documento della Federazione degli Ordini dei medici che, «in un colpo solo, giudica la legge 194 la migliore legge possibile anche sotto il profilo morale (almeno questo avrebbero potuto risparmiarselo…), sdogana la diagnosi preimpianto, la pillola del giorno dopo e l’aborto chimico mediante la RU 486. In coda, poi, concede che sarà opportuno garantire assistenza ai feti abortiti, qualora vi sia possibilità di vita autonoma. Ci sarebbe da non credere ai propri occhi, ma evidentemente il clima preelettorale mette le ali ai pensieri e alle previsioni più azzardate».

«Del resto - prosegue l’Associazione - se un grande medico, ma anche un sostenitore entusiasta dell’eutanasia come Veronesi (per inciso ricordiamo che l’eutanasia è un reato per il nostro ordinamento), viene candidato al Senato con tutti gli onori, c’è davvero da temere sulla tenuta di una categoria importantissima come quella medica. Ma noi siamo certi che i medici che difendono la vita si faranno sentire e chiederanno ragione ai propri rappresentanti di quella che si configura, a tutti gli effetti, come una fuga in avanti e che certamente non rappresenta il comune sentire della stragrande maggioranza dei medici italiani».

© Copyright Avvenire, 24 febbraio 2008

2 commenti:

Anonimo ha detto...

che gli ordine dei medici, nella situazione difficile in cui versa la sanità italiana, debbano avvertire questa come priorità urgente, a pochi mesi dall'elezione, parlando a nome di tutti i "tassati" mai interpellati nè informati di nessuna campagna in atto di questo tipo....
Non credo ci si possa esprimere in modo così frettolosamente politico su temi di questa portata
Un giretto dei "vertici" nelle sale d'attesa di qualche Pronto Soccorso o tra la gente che frequenta gli uffici del Cup, contrattando con gli impiegati la differenza di prezzo e di attesa tra una visita pubblica e la stessa in regime privato, forse non farebbero male, nemmeno nel valutare a quale ideologia dare la priorità.
Non sarebbe male forse nemmeno un richiamo della categoria all'etica delle parcelle

gemma ha detto...

mi pare che almeno un pò di dibattito pubblico e democratico tra gli iscritti, prima dell' emanazione di un simile documento non sarebbe stato male
Almeno una nota informativa riguardo alla gestazione di tale presa di posizione a nome di tutti