24 febbraio 2008

Il Papa ai giovani: emergenza educativa. Dai media realtà distorta (Bobbio)


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Premessa: ricordiamo che era prevista la presenza di ventimila giovani, ma, ieri, ne sono arrivati cinquantamila (dato confermato da Radio Vaticana, Agi e altre agenzie.
R.

Il Papa ai giovani: emergenza educativa Dai media realtà distorta

In San Pietro ventimila tra studenti, insegnanti e catechisti «Educare non è facile e oggi diventa sempre più difficile»

Alberto Bobbio

Città del Vaticano C'è la preoccupazione del Papa e c'è anche quella del professore. Joseph Ratzinger la chiama «grande emergenza educativa» e spiega che bisogna reagire.

Ieri mattina in piazza San Pietro, davanti a ventimila giovani e insegnanti delle scuole e catechisti delle parrocchie di Roma, Benedetto XVI ha simbolicamente consegnato la lettera dedicata ai problemi dell'educazione indirizzata alla «sua» diocesi.

Ma è evidente che il Papa parla all'Italia intera e le sue riflessioni meritano grande attenzione.

Osserva, da professore, che «educare non è mai stato facile e oggi sembra diventare sempre più difficile». Denuncia che «non pochi genitori e insegnanti sono tentati di rinunciare al proprio compito e non riescono più nemmeno a comprendere quale sia, veramente, la missione loro affidata». Ma poi allarga lo sguardo, perché non c'è solo l'educazione scolastica.

Il ruolo dei media nell'educare

Oggi sono molte le cosiddette agenzie educative e, tra esse, i media hanno un ruolo importante. E qui Ratzinger va a fondo, senza timore delle polemiche: «Troppe incertezze e troppi dubbi circolano nella nostra società e nella nostra cultura, troppe immagini distorte sono veicolate dai mezzi di comunicazione sociale». Ecco perché diventa difficile proporre ai giovani «qualcosa di valido e di certo» e «regole di comportamento e degli obiettivi per i quali meriti spendere la propria vita». Tuttavia non bisogna scoraggiarsi. Il Papa lo dice con voce chiara e i ragazzi e gli insegnanti applaudono convinti.
È la sua passione di professore che torna con forza: «Anche nel nostro tempo educare al bene è possibile, è una passione che dobbiamo portare nel cuore, è un'impresa comune alla quale ciascuno è chiamato a recare il proprio contributo». Ma non è impresa da poco saper raccogliere e rispondere alla sfida educativa, complice anche «la crisi della scuola». Si rivolge ai docenti raccomandando di avere sempre un «concetto alto e grande» di un lavoro «impegnativo» e, ciò «nonostante, le difficoltà, le incomprensioni, le delusioni troppo spesso sperimentate».

«la verità guida alla vita»

Il giudizio sulla situazione della scuola italiana del professor Ratzinger è severo. Eppure lui crede nel valore del compito degli insegnanti, che «non può limitarsi a fornire delle nozioni e delle informazioni». Il vero maestro, infatti, non può lasciare da parte «la grande domanda riguardo alla verità, soprattutto quella verità che può essere di guida alla vita». L'azione sarà efficace, però, se insegnanti e genitori lavorano insieme, perché a loro «è affidata la nobile arte della formazione della persona».
Ai genitori, in particolare, ha chiesto di avere «lo stile e il coraggio del vero educatore» con una «concreta testimonianza di vita», ma anche con la «fermezza a volte necessaria per temprare il carattere delle nuove generazioni», in modo da poter insegnare loro a distinguere «con chiarezza il bene e il male» e a costruirsi «solide regole di vita». Poi s'è rivolto ai professori delle scuole cattoliche, i quali devono saper tradurre in azione quotidiana il progetto educativo, che ha il suo centro nel Vangelo. Ha speso anche qualche parola per i catechisti, gli animatori e per i sacerdoti delle parrocchie, dei movimenti e delle associazioni ecclesiali, invitandoli a essere «amici affidabili» dei giovani, in modo che essi possano «toccare con mano l'amicizia di Gesù».

«giovani, non siete soli»

Infine s'è rivolto ai ragazzi, il cui impegno nel cammino educativo è fondamentale: «Sta a voi accogliere liberamente nel cuore, nell'intelligenza e nella vita il patrimonio di verità, di bontà e di bellezza che s'è formato attraverso i secoli e che ha in Gesù Cristo la sua pietra angolare. Sta a voi rinnovare e sviluppare ulteriormente questo patrimonio, liberandolo dalle tante menzogne e brutture che spesso lo rendono irriconoscibile e provocano in voi diffidenza e delusione. Sappiate comunque che in questo non facile cammino non siete mai soli: vi sono vicini non soltanto i vostri genitori, insegnanti, sacerdoti, amici e formatori, ma soprattutto quel Dio che ci ha creato e che è l'ospite segreto dei nostri cuori».
Il cardinale Camillo Ruini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha rilevato, commentando l'incontro ai microfoni della Radio Vaticana, che «nelle famiglie, nelle scuole e anche negli stessi ambienti parrocchiali educare diventa difficile, perché mancano gli obiettivi» e perché il «relativismo ha oscurato il concetto di uomo e un diffuso permissivismo ha tolto autorità agli stessi educatori».

© Copyright Eco di Bergamo, 24 febbraio 2008

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