6 marzo 2008

Politi insiste: Ratisbona? Infelice sortita sulla natura violenta dell'Islam...


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MARCO POLITI

CITTA´ DEL VATICANO - Il principe giordano Hassan bin Talal condanna i «crimini» contro i cristiani in Iraq e lancia un appello alla comunità musulmana mondiale per favorire la liberazione dell´arcivescovo caldeo Paulus Faraj Rahho. L´appello cade nel giorno in cui una delegazione di esponenti musulmani ha raggiunto con il cardinale Tauran l´accordo per la creazione di un Forum permanente cattolico-islamico e per un vertice da tenersi a novembre a Roma con l´intervento di Benedetto XVI.

Il Forum potrà essere attivato anche in caso di crisi come la vicenda delle vignette danesi. Tutto è in movimento, dunque, sul fronte dei rapporti tra Vaticano e Islam.

Dopo l´infelice sortita del pontefice, a Ratisbona nel 2006, sulla natura violenta dell´Islam (si è saputo poi che l´allora cardinale Segretario di Stato Sodano aveva preavvertito invano papa Ratzinger dei rischi insiti in alcuni passi del suo intervento) da entrambe le parti si sono attivati i pontieri. Lo stesso pontefice e il Segretario di Stato Bertone sono stati decisi nel chiarire la necessità di un dialogo sistematico con l´Islam, mentre proprio per iniziativa del principe Hassan bin Talal si è arrivati alla redazione di una lettera, firmata da 138 saggi musulmani, con l´invito al mondo cristiano alla cooperazione per promuovere pace e giustizia.
Poi le firme al documento sono diventate 216, provenienti da quarantatré paesi. «Si tratta di esponenti delle diverse scuole giuridiche, teologiche e filosofiche musulmane - spiega il docente giordano Aref Ali Nayed - che costituiscono una rete rappresentativa della varietà dell´Islam». Nayed, direttore del Centro di studi strategici della Giordania, fa parte del gruppo che per due giorni si è confrontato con il cardinale Tauran. La delegazione, guidata dallo sceicco Abdal Hakim Murad del Muslim Academic Trust di Londra, era composta anche dall´imam Yahya Pallavicini della Coreis e due altri esponenti di Turchia e Giordania.
Il vertice cattolico-islamico si terrà dal 4 al 6 novembre prossimo a Roma, con la partecipazione di quarantotto prelati, teologi, imam e saggi musulmani, sul tema: «L´amore di Dio, l´amore del prossimo». Si entrerà nel vivo di un argomento-chiave: «Dignità umana e mutuo rispetto». E l´ultimo giorno i partecipanti incontreranno Benedetto XVI. Saranno presenti anche teologhe musulmane: una novità. Quanto al discorso di Ratisbona, commenta Ali Nayed, è stato un «errore enorme, che brucia ancora in molte parti del mondi islamico, ma occorre andare avanti».
Alla vigilia dell´incontro don Andrea Pacini, della commissione per i rapporti con i musulmani, ha sottolineato però dai microfoni della Radio vaticana l´importanza di definire la tutela concreta della libertà religiosa (che per il Vaticano consiste anche nel diritto di cambiare credo). Replica Nayed che «nel Corano sono ancorati due principi: Dio non obbliga a credere in una religione e c´è la possibilità di scegliere di credere o non credere».
Nel frattempo, il 25 febbraio scorso, un altro gruppo di saggi musulmani ha lanciato un appello al dialogo islamo-ebraico, cui ha risposto prontamente il Comitato internazionale ebraico per le consultazioni interreligiose (Ijcic). «C´è un gran desiderio di rompere le barriere dei fondamentalismi», commenta un prelato vaticano. A Roma verrà presto una delegzione ebraica da Gerusalemme per chiarire i malintesi sulla preghiera di «conversione dei giudei» nella messa tridentina.

© Copyright Repubblica, 6 marzo 2008

Non commento...
Ricordo solo che, senza la lectio di Ratisbona (sul rapporto fede-ragione e non certo sull'Islam), oggi, non ci sarebbe alcun forum cattolico-islamico da attivare in caso di necessita'.
Sodano aveva avvertito il Pontefice? E di che cosa?
Le reazioni violente sono state "ispirate" dai media, non dal Papa. Tanto e' vero che esse iniziarono due giorni dopo la lettura della lectio magistralis grazie ai commenti di certi giornali e televisioni...

R.

"Liberate il vescovo rapito in iraq"

EL-HASSAN BIN TALAL

Siamo estremamente indignati e addolorati dalla notizia del rapimento dell´arcivescovo cattolico caldeo di Mosul, Paulus Faraj Rahho, e dall´omicidio dei suoi tre accompagnatori. Questi atti criminali vanno contro i nostri principi umani e offendono i nostri valori religiosi e i nostri codici di comportamento.
Noi condanniamo tutti gli atti di rapimento e assassinio perché contrari al precetto fondamentale del rispetto per la vita e la libertà degli esseri umani. Siamo estremamente rattristati dal rapimento dell´arcivescovo Rahho e da qualsiasi crimine commesso contro la comunità religiosa cristiana in Iraq. Le tradizionali comunità cristiane di questo tormentato Paese sono la testimonianza del secolare rispetto per i nostri fratelli di fede, la gente del libro, che suscitano le nostre simpatie fin dai giorni del Profeta (la pace sia su di Lui). Siamo terribilmente indignati nell´apprendere di questi crimini commessi contro uomini e donne che veicolano il messaggio di Abramo di amore, pace e fratellanza. Questi sant´uomini non devono essere trasformati in vittime del conflitto, né devono, in qualsiasi circostanza, pagare il prezzo di dissidi politici.
Facciamo appello alla Umma [la comunità dei credenti musulmani] e a tutta la comunità globale per unirsi a noi nella condanna di questo atto e per prendere tutte le misure possibili al fine di ottenere la liberazione dell´arcivescovo Rahho, e per aiutare a impedire che in futuro vengano commessi crimini di questo genere. Facciamo appello ai leader di buona volontà di tutto il mondo perché prendano immediatamente misure per accelerare il rilascio dell´arcivescovo Rahho e di altri che hanno subito la stessa sorte. Dobbiamo tutti schierarci fermamente contro questi atti criminali e dichiarare solennemente alle nostre comunità che essi vanno contro tutti i principi e i valori religiosi ed umani.

Sua altezza reale il principe di Giordania è presidente del consiglio di amministrazione dell´Istituto reale per gli studi interreligiosi e presidente emerito della Conferenza mondiale sulle religioni per la pace
(Traduzione di Fabio Galimberti)

© Copyright Repubblica, 6 marzo 2008

4 commenti:

euge ha detto...

Il solito Politi. Cara Raffaella comprendo la tua volontà di non commentare ma, quando è troppo è troppo..... come negare l'evidenza!
Ovviamente, per qulcuno che apre gli occhi, ce ne saranno almeno mille che si ostinano a tenerli chiusi per i più svariati motivi:
perchè il discorso è di Benedetto XVI, perchè come scrive il solito ormai stratrito Politi quel discorso fu solo un uscita infelice verso la religione islamica e perchè come tutti coloro che "ragionano" in base all'indottrinamento ideologico ed al risentimento personale, mai avranno il coraggio di riconoscere a Benedetto XVI ed al suo pontificato, una linea di condotta fondata sul vero dialogo; cioè quel dialogo che ha un senso solo perchè prende in considerazione le rispettive differenze sulle quali è necessario chiarirsi e dalle stesse differenze parte, per giungere ad un rispetto reciproco e vera tolleranza che non equivale certo al " volemose bene e famo finta de niente" basta che tutti siano felici e soddisfatti. Molto spesso è necessario confrontarsi anche duramente e con coraggio, per arrivare ad un dialogo che si basi sulla verità e sul rispetto reciproco; aspetti che molti grandi criticoni di questo pontificato e di questo Papa anche in campo ecclesiale, si rifiutano con ostinazione e con ristrezza di vedute di riconoscere. Politi la sua testardaggine su questo argomento ed il suo non voler accettare il successo in campo diplomatico di quel discorso è inaccettabile e di parte in maniera mostruosa!
GRAZIE AL NOSTRO PAPA ED ALLA SUA CHIAREZZA ED AL CORAGGIO CHE HA DI DIFENDERE LA VERITA'- IN OGNI CIRCOSTANZA.
Eugenia

Anonimo ha detto...

Quanta disgustosa malafede!!!
Alessia

Anonimo ha detto...

Eh, sì, Eugenia, coraggio e chiarezza, e ricerca della verità: sono questa le qualità "scomode" e nello stesso tempo "rivoluzionarie" (e quindi anche potenzialmente "pericolose" per i sostenitori del relativismo) Inoltre, sono da rimpiangere i bei tempi in cui tutte le energie di questi zelanti giornalisti erano concentrate soltanto su Berlusconi, ora hanno decisamente cambiato obiettivo....

mariateresa ha detto...

Oggi, una giornata molto piena, ho letto questo articolo in un bar, infatti io non compro Repubblica.
Beh,l'articolo è una vera fetecchia.
Con questo articolo, in realtà, il giornalista difende se stesso e il suo triste e bruttissimo articolo dopo Ratsisbona. Un articolo mirato a buttare benzina sul fuoco, un articolo in prima pagina feroce e ingiusto. Il più brutto che ha scritto durante questo pontificato, l'articolo che io, personalmente, non gli perdonerò mai(anche se io non sono nessuno e lui scrive sul quotidiano di De Benedetti).
Da allora ho capito che da certi commentatori non ci si può aspettare niente, perchè il loro compito non è commentare , ma mobilitare.E ci si mobilita se c'è una campagna.
I musulmani hanno sempre ragione, peggio, tutti quelli che fanno una critica alla Chiesa di Roma e a papa Benedetto hanno sempre ragione.
Gli infiniti episodi di repressione sui cristiani nel mondo (per usare un eufemismo), non hanno nessuna importanza, sono brustulli.
C'è un limite, oltre il quale, la buonafede non si può più presupporre. Sulla situazione della Chiesa cattolica nei paesi musulmani io non ho mai visto uno straccio di articolo su Reubblica, come se i cattolici lì residenti fossero degli esseri umani di serie B (mentre ho visto articoli generosi su ogni sconosciuto parroco che facesse dissenso, anche se di una parrocchia di 3 anime).
E non ho voglia adesso di ricordare in che condizioni , papa Benedetto è andato in Turchia, grazie anche a queste prese di posizione.
Lasciamo stare.
la credibilità di certe persone, non perchè la pensano in modo diverso da noi, ma per il palese strabismo su fatti e questioni, che sono sulla scena internazionale, non ha bisogno di commenti.
Che il cardinale Sodano avesse avvertito papa Benedetto conferma che papa Benedetto ha scelto in modo ponderato per smuovere un certo dialogo da melassa e opportunismo e dimostra anche, per quel che penso, che certi vaticanisti, forse, vivono dei pettogolezzi e degli input forniti da certi personaggi della Segreteria di Stato che non accettano il nuovo corso e si appoggiano su ventriloqui compiacenti.
Mi è uscito dal cuore. Scusate la franchezza.
In tre anni forse abbiamo imparato qualcosa.