22 agosto 2008

La Chiesa celebra Maria Regina dell'Universo. Mons. Liberati: un invito a non essere mediocri nell'amore (Radio Vaticana)


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La Chiesa celebra Maria Regina dell'Universo. Mons. Liberati: un invito a non essere mediocri nell'amore

Nel 1955, Pio XII la istituì come memoria liturgica, fissandola al 31 maggio. Il Concilio Vaticano II la pose più tardi a complemento della solennità dell’Assunta: la festa della Beata Maria Vergine Regina che la Chiesa celebra oggi mette in risalto la regalità della Madre di Cristo, esaltandola in particolare come Regina dell’Universo. Alessandro De Carolis ha chiesto di spiegare il senso di questa festività a mons. Carlo Liberati, arcivescovo prelato del Santuario mariano di Pompei, dove Benedetto XVI si recherà in preghiera il prossimo ottobre:

R. - A me sembra che il senso profondo sia la comunione profonda di pensiero, di affetto, di sentimento, di ideale, che la Madonna ha con il suo Figlio. La Madonna perché è grande? Perché è stata scelta dalla Santissima Trinità per diventare la Madre del Verbo: con il suo “sì” all’Angelo si è messa in comunione profonda, assoluta con l’amore del Padre. Quindi, il fatto che la Madonna entri in questa condivisione assoluta le provoca ormai una identificazione con la persona del Figlio. E lo avvertono subito gli apostoli, già dal Cenacolo, quando la vogliono presente nelle Eucaristie susseguenti alla risurrezione del Signore. La Madonna è Regina: regina di amore, regina dell’oblatività, regina dell’immolazione, se è necessario. Come il Figlio sulla Croce.

D. - Che cosa significa questo esempio di regalità messianica incarnato dalla Madonna per i cristiani del XXI secolo?

R. - Vuol dire che noi non possiamo, come cristiani, accettare nella vita le mezze misure, la mediocrità, la svogliatezza, l’apatia. Un cristiano che non ha passioni verso il bene, è un cristiano che vale poco. Un cristiano deve essere sempre una persona fervida, impegnata, motivata. Alle nozze di Cana, la Madonna invita Gesù a fare il bene: è mancato il vino, quindi tu supplisci perché tu sei l’amore. I cristiani del nostro tempo devono ricordarsi che non possono essere abulici, senza prendere posizione vera di fronte alla vita. Il tempo che Dio ci ha dato è tempo sacro, è l’unico, e chi spreca il poco tempo vuol dire che non è saggio, non è sapiente: non ha cioè la sapienza del dono dello Spirito Santo.

D. - Tra poco meno di due mesi, il 19 ottobre, Benedetto XVI sarà a Pompei come pellegrino mariano. Come vi state preparando a questo incontro con il Papa?

R. - Siamo ancora nella fase di riflessione. Presto ci metteremo a lavorare intensamente, perché vogliamo non solo dare al Papa una degna accoglienza, un’accoglienza affettuosissima, ma lo vogliamo mettere nella condizione di parlare al mondo attraverso il Santo Rosario: perché il Papa reciterà il Rosario nella nostra Basilica e cercherà di congiungere, nella testimonianza cristiana, l’imitazione di Cristo attraverso le virtù di Maria. Noi speriamo da questo incontro del Santo Padre nel nostro santuario, con la Vergine Santissima e le Opere di carità fondate da Bartolo Longo, un rinnovamento nella santità, nel fervore delle opere di carità. E io, anche da questa sede, ringrazio la sensibilità, la delicatezza, la finezza interiore del Santo Padre per aver accettato di venire a Pompei che, del resto, è uno dei suoi santuari, perché il Santuario di Pompei appartiene alla Santa Sede.

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