6 agosto 2008

Oies, Le voci e le storie del popolo di Benedetto. Che dice: «Grazie della vostra pazienza» (Alto Adige)


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Le voci e le storie del popolo di Benedetto. Che dice: «Grazie della vostra pazienza»

ALDO DE PELLEGRIN

OIES.

Un bagno di folla. Paziente, emozionata, attenta, sensibile e plaudente. Papa Benedetto ha chiamato e la val Badia ha risposto così al Pontefice che per la sua prima uscita pubbica dal Seminario Maggiore di Bressanone - domenica ce n’era stata una, segreta, a Sant’Andrea - ha scelto proprio la terra e la casa del Santo ladino Öjop Freinademtz. Una visita che oggi appare forse scontata, considerando il centenario della morte del Santo e il suo essere il primo santo ladino ed altoatesino della storia della Chiesa, ma anche una visita che la popolazione ladina ha fortemente voluto e pregato che avvenisse, orgogliosa del suo Santo e della sua passione religiosa.
Ed il miracolo, se così si può chiamare la visita di un Papa al paese natale di un santo, è avvenuto. In un pomeriggio caldo e soleggiato il Santo Padre ha visitato il santuario più amato della val Badia, la casa natale di san Giuseppe Freinademetz e la piccola basilica che le è sorta accanto, dove la croce di Cristo è tracciata dalla luce che filtra attraverso la parete, con a destra la statua della vergine Maria e a sinistra quella del santo. Il Papa ha chiamato e la val Badia e con essa l’intera comunità cattolica ha risposto. Claudia è una ragazza di San Vigilio di Marebbe, assiepata fra la folla: «È un’emozione unica, incredibile. Il Pontefice è passato e sono riuscita a dargli la mano: una sensazione che mi ha lasciato senza parole.
È un buon Papa, con un sorriso aperto e simpatico».
Anche una mamma, che non vuol fare il suo nome, racconta volentieri la sua sensazione: «Quando si è avvicinato a me ed al mio bambino il cuore ha iniziato a battere a cento all’ora. Mi sembrava di tremare tutta. Gli ho porto il bimbo e lui lo ha accarezzato con un sorriso. Un momento che non dimenticherò mai».
Fra i fedeli c’è anche un poliziotto in borghese. Non è in servizio ma non ha voluto mancare alla visita del Papa: «Per il mio lavoro - racconta - sono stato a contatto con diverse persone importanti. Questo però è un evento che ti tocca da vicino. Ti tocca dentro. Non avevo mai dato la mano ad un Papa e non so se mi capiterà ancora. Questo sarà un ricordo che porterò con me per tutta la vita».
La folla che ha accolto il Papa era variegata. C’erano famiglie ma anche gruppi organizzati di Cl dal nord Italia, turisti incuriositi dall’evento e fedeli che si sono fatti centinaia di chilometri per assistervi, c’erano stranieri e c’erano badioti.
La loro lunga attesa non è andata delusa e lo stesso Papa, alla fine del suo intervento in chiesa, al momento dei saluti, si è rivolto a loro: «Grazie per la vostra presenza e la vostra pazienza, so che avete aspettato qui a lungo. Che Dio vi benedica». Parole accolte da lunghi applausi e cori affettuosi.
La val Badia, orgogliosa del suo Santo, da ieri potrà anche andare orgogliosa della visita del Pontefice ma al tempo stesso anche dell’accoglienza che essa ha saputo tributargli, senza clamore ma con la discrezione e l’interiorità che è caratteristica delle genti di montagna.

© Copyright Alto Adige, 6 agosto 2008

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