6 dicembre 2007

Messa tridentina: problemi a Salerno ed a Roma


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Vorrei ringraziare la nostra amica Gloria per gli splendidi collages che mi ha inviato. Possiamo vederne il primo :-)
Il consiglio e' di cliccare sulla foto per ingrandirla

Raffaella

Il vescovo rifiuta la messa in latino Fedeli in rivolta

PEPPE RINALDI

Partiamo dai fatti: un gruppo di fedeli di Giffoni Valle Piana, inoltra al Vaticano un ricorso formale perché vengano osservate anche nella diocesi salernitana le disposizioni del pontefice.
Si riferiscono, in particolare, al motu proprio di Benedetto XVI che permette la celebrazione della messa in latino. Perché all'arci vescovo della seconda diocesi della Campania, la Salerno-Campagna-Acerno, monsignor Gerardo Pierro, questa direttiva papale proprio non va giù.
Si tratta di un evento che dà il segno della profonda, difficilissima sterzata che il Papa sta tentando di imprimere in casa propria e non tutti ne sono felici.
Il tutto era partito il 21 ottobre scorso, quando sullo storico settimanale diocesano "Agire", appare un editoriale del metropolita in cui a proposito della messa in latino si scrive testualmente che «se le cose stanno così (...) perché non concedere (la cosa non riguarda certamente la nostra diocesi) a quei gruppi di fedeli, non mossi da folclore, che ne facciano richiesta la celebrazione della messa latina ed anche l'antico rito del battesimo del matrimonio e delle esequie? La decisione, com'era prevedibile, spetta al Vescovo».
Insomma, il vescovo ha detto - e scritto - il contrario di quel che ha deciso Ratzinger, in palese contrasto con il tenore del motu proprio e in particolare con l'art.5 che recita «il parroco accolga benevolmente le richieste dei fedeli per la celebrazione secondo il messale romano edito nel 1962» e con l'art. 7 che obbliga i fedeli a riferire al vescovo in caso di diniego da parte del parroco, vescovo che deve favorire le istanze dei fedeli e in caso non possa provvedervi deve riferire ad Ecclesia Dei.
Se a ciò si aggiunge che quella pubblicazione ha coinciso con il giorno della visita del Papa a Napoli, si comprenderà pure perché in tale circostanza non pochi hanno letto una sorta di disobbedienza del prelato, già segnalatosi all'at tenzione nazionale (e vaticana) per la partecipazione in prima persona alle primarie campane del Pd quando andò a votare come un "normalissimo" cittadino. Sarà stata l'antica vicinanza di monsignor Pierro a Ciriaco De Mita. Oggi il monsignore può vantarsi di essere tra i pochi che finora si son visti aprire formalmente un'istruttoria ad hoc dalla Santa Sede, a causa della manifesta opposizione alla caduta del divieto di celebrazione della messa in latino. Mentre i fedeli scrivevano al Santo Padre, sono venuti a conoscenza dell'istruttoria aperta sul caso, evidentemente ritenuto di importanza centrale dalle alte sfere romane. Sulla scrivania del cardinale Hoyos, presidente della Commissione Ecclesia Dei, giace infatti il carteggio riguardante la spinosa questione salernitana di cui è stata investita pure la Congregazione per i sacramenti ed il culto divino, presieduta da Francis Arinze. La decisione che ne discenderà rappresenterà quindi un "precedente" fonda mentale nella vita della Chiesa. E non solo.

© Copyright Libero, 4 dicembre 2007



I prelati disobbediscono a Papa Ratzinger

Nella Capitale niente messa in latino

di Giorgio De Neri

Non è tutto oro quel che luccica. Anche all’interno del Vaticano. E se Papa Ratzinger sembra potere contare su una classe politica pressochè genuflessa, a destra come a sinistra, non così si può dire dei suoi parroci romani. Che, come riferisce una fonte dell’Opus Dei a “L’opinione”, “appena escono di cinquanta metri dalle mura Leonine fanno come vogliono”. Prendiamo la famosa messa in latino: quasi nessuno vuole sentirne parlare. E i parroci dicono di no anche ai fedeli che espressamente chiedono questo rito, ovviamente depurato dall' allusione ai “perfidi giudii” e in generale all’accusa di deicidio rivolta agli ebrei. Capita sempre più spesso proprio ai matrimoni o ai funerali di ottenere rifiuti in materia di latino e dintorni. E le cerimonie sacre sempre più spesso si trasformano in ring di polemiche tra il macabro e il grottesco tra i parenti del de cuius e i preti. Che non transigono, per motivi molto più banali, anche sulla scelta dei canti per la liturgia. Sempre più difficile farsi suonare Bach o Brahms. La pretesa è quella di andare avanti con i motivetti tipo “..resta con noi signore Alleluja..” o “..a te signore leviamo i cuori a te signore noi li doniam..”.

Motivetti che vengono preferiti a Bach e Bramhs per due semplicissimi motivi: il primo è perché tra i preti romani è fortissima la lobby della “messa beat”, essendo tutti, o quasi, catto comunisti e post conciliari (e infatti il Concilio Vaticano II sta ai sacerdoti come il ’68 sta ai laici, ndr); il secondo è perché su quegli insulsi motivetti c’è chi ci becca fior di soldi di diritti d’autore. Con tanto di registrazione alla Siae. E si tratta di preti o monsignori, come monsignor Frosina della Chiesa degli artisti di piazza del Popolo. Che è l’autore delle “canzonette da chiesa” più note. Proprio per essere sicuri che nessuno si azzardi a usare l’organo per suonare musica classica, invece di questi insulsi motivetti, gli organi vengono tenuti malissimo in quasi tutte le chiese di Roma. Di modo che se uno fa l’errore di invitare a suonare, per un matrimonio, una cresima o un funerale, un qualche amico organista, questi si vede costretto a rinunciare dato lo stato di abbandono in cui versano gli strumenti. Insomma i parroci si comportano come satrapi nelle rispettive parrocchie. E’ il lato B dell’8 per mille. L’ipocrisia è imperante. E, come dice la nostra fonte dell’Opus dei, “Ratzinger è ascoltato solo dai politici italiani, certamente non dai preti”.

© Copyright L'Opinione, 6 dicembre 2007

Innanzitutto la fonte deve avere un nome! Altrimenti e' troppo comodo e cadiamo nello stesso errore di Barbara Spinelli...
Se le cose stanno come descritto, ci si rivolga alle competenti autorita' vaticana e non ad un giornale online!
Vorrei dire anche una parolina all'autore dell'articolo: e dove mette i fedeli? Magari ci sono sacerdoti che non seguono il Papa, ma, di contro, ci sono "valangate" di semplici Cattolici che amano, rispettano e seguono il Pontefice
!
Raffaella

9 commenti:

euge ha detto...

Cara Raffaella, io posso parlare per quanto riguarda la città di Roma ( tanto ho scritto anche al Vicariato) lamentandomi del fatto che a Roma a parte nella Basilica Papale di Santa Maria maggiore che celebra la messa in latino una volta a fine mese, ci sono secondo mia memoria, soltanto due chiese peraltro nel centro di Roma che celebrano in latino. Nelle altre Basiliche Papali da me contattate telefonicamente e cioè San Paolo fuori le Mura e udite udite San Giovanni in Laterano, mi sono sentita rispondere " Che cos'è la messa in latino?" non parliamo poi delle Parrocchie compresa la mia, che non hanno avuto neanche il barlume di idea non solo di spiegare il Motu Proprio ma, neanche di provare a fare un censimento tramite firme, di chi potrebbe essere interessato a questo tipo di celebrazione. Possibile che a Roma si stia in queste condizioni? Possibile che il Vicariato di Roma tra l'altro con Ruini sia a questo livello di disorganizzazione? E' vergognoso e mortificante tutto questo. Vorrei che il Vicariato di Roma, prendesse seriamente in mano la situazione che è decisamente intollerabile e senza giustificazione.
Eugenia

ondeb ha detto...

Direi solo di aspettare che vengano presi provvedimenti; il Papa, proprio perché vescovo di Roma, è sicuramente interessato all'obbedienza dei sacerdoti nella diocesi che il Signore gli ha affidato.

Anonimo ha detto...

Gentile Raffaella,senz'altro il tono del giornalista era irridente, con una vistosa inesattezza (dice che i politici italiani sono genuflessi davanti a papa Ratzinger: ma quando mai?!?), e anche il metodo di citare sempre fonti anonime e' irritante (non capisco poi perche' qualcuno "dell'Opus Dei" deve andare a confidarsi con un giornale anticlericale": se l'ha fatto davvero, ha dato una bella prova di... salamaggine!). Detto questo, dire che la media dei parroci romani e delle loro celebrazioni sono di una piattezza sconsolante, e' dire una cosa che e' sotto gli occhi di tutti. A me fu detto anni fa da alcuni sacerdoti che "e' meglio un asino vivo di un dottore morto" (parodia dell'Ecclesiaste). Aggiungiamo il fatto che la preparazione dei futuri sacerdoti nei seminari italiani e' sovente lacunosa. Mettiamoci un pizzico di scarsa finezza e sensibilita', visibile in talune congregazioni (p. es. i salesiani ma non solo), unita a una buona dose di invidia sociale, e abbiamo la diagnosi del clero attuale. Molti vedono Ratzinger come una specie di scocciatore.

Gianpaolo1951 ha detto...

Ma chi ci assicura che il Santo Padre venga effettivamente messo al corrente di questi episodi?
E quanti, ai vari livelli, possono riuscire a nascondere queste verità?
Il fatto stesso che non siano stati ancora presi dei seri provvedimenti, mi fa pensare che tale eventualità non sia proprio del tutto remota.

euge ha detto...

Caro Giampaolo infatti, io ricevuto queste risposte mi sono rivolta al Vicariato scrivendo niente di meno che alla segreteria di Ruini che candidamente, ha risposto che per ora la situazione rimaneva quella che era. Ora mi chiedo ma, è mai possibile che il Vicariato di Rona e soprattutto Ruini per tanti anni capo della CEI e sempre pronto a venire incontro a Sua Santità non possa intervenire sui vescovi diocesani per far cessare questo scempio? Le messe e le celebrazion9i parrocchiali sono un pianto..... Io da credente pur sapendo di sbagliare, mi rifuto di andare a delle messe che non lo sono.
Eugenia

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella,
io farei volentieri i nomi di coloro che senza carità ci fanno sentire improvvisamente "brutti e cattivi" quando chiediamo umilmente la celebrazione, una tantum, della Messa antica !
Il senso di carità nei confronti dei nostri pastori me lo impedisce : non gliela faccio !
Questo l'ho detto anche a chi di dovere...
Possibile che diversi vescovi e tanti sacerdoti non comprendono che da noi , oggi come ieri e , se Dio vorrò, domani potranno avere tutto ?
Dall'affetto alla difesa per le nostre comuni battaglie per la fede e per l'etica cattolica.
I nostri seminari sono chiusi oppure affittati : perchè non possono ospitare le comunità vocazionali, legate alla Tradizione, che straboccano di seminaristi stipati indegnamente in locali angusti all'estero ?
Tanta ottusità e cecità diventa cattiveria contro la Chiesa !
"Convertitevi " !!!

paola ha detto...

Probabilmente il problema è mplto più semplice,la maggioranza dei preti non conosce il latino,il gregoriano poi non ne parliamo,almeno i canti di Frisina sono accettabili anche se orribile la voce solista femminile ci vorrà del tempo per rieducare al bello preti e fedeli,intanto godiamoci le liturgie papali Paola

Anonimo ha detto...

Ahah. Pessimo!!!
Ma figuriamoci, la "fonte" dell'Opus Dei... trucchetti di giornalismo di bassa lega

euge ha detto...

Caro Giampaolo purtroppo, mi viene da pensare che Sua Santità non sia sufficientemente informato di tutto ciò che accade nella sua diocesi...... però se fosse così la cosa sarebbe davvero grave!!!!!
A proposito ma non doveva uscire il famoso documento con le ulteriori spiegazioni ( che non servono ) sul Motu Proprio? Ne sapete niente??????