5 agosto 2008

Papa Benedetto, prima passeggiata a sorpresa. Oggi la visita in Val Badia


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Ratzinger, prima passeggiata a sorpresa

Ieri dal Papa il segretario di Stato vaticano, Bertone «Dalle Olimpiadi segni positivi da non trascurare»

DAL NOSTRO INVIATO A BRESSANONE

Alla fine ha preso tutti in contropiede. Proprio nel giorno in cui nessuno se l’aspettava, Benedetto XVI ha lasciato per la prima volta il Seminario di Bressanone.
È accaduto do­menica pomeriggio, quando tutti si attendevano che invece avreb­be riposato dopo l’Angelus in piazza Duomo.
Verso le 17,30 con un seguito ridotto Ratzinger ha lasciato dall’uscita posteriore il Seminario, senza che nessuno se ne accorgesse, per raggiungere la parrocchia peri­ferica di Sant’Andrea. Una breve passeggiata tra i boschi con il fratello Georg; poi il Papa ha rag­giunto il piccolo cimitero della frazione, dirigen­dosi verso la tomba di don Anton Agreider, un missionario scomparso nel 2003 che era amico del Papa.
In pochissimi si sono accorti del movimento intorno alla chiesa, da cui anche il parroco era assente avendo celebrato un battesimo quello stesso pomeriggio in una località vicina. Tra chi è riuscito ad avvicinare il Papa, i piccoli Johanna e Mathias che con lui hanno scambiato qualche battuta sulle vacanze e hanno ricevuto in dono il classico rosario del pontificato.
Ieri, invece, il Papa ha trascorso la giornata di nuovo all’interno del Seminario, ricevendo la visita del cardinale segretario di Stato Tar­cisio Bertone, che è rimasto a colloquio con lui per due ore.
Ac­compagnato dal vescovo di Bolzano-Bressanone Wilhelm Egger, al suo arrivo Bertone è stato circondato da un piccolo gruppo di fe­deli e ha scambiato qualche battuta con loro: «Porterò al Papa i sa­luti di tutti voi». Nessuna indiscrezione sui temi del colloquio: «Ab­biamo parlato di tantissimi argomenti», ha detto ai cronisti all’u­scita; tra questi, probabilmente, la Cina, che «ormai è aperta», aveva detto arrivando in ri­sposta a una domanda circa le espressioni del Papa sulle Olimpiadi del giorno precedente. «A­vete sentito tutti le parole del Papa: speriamo che le Olimpiadi comincino bene, che si svol­gano bene e che siano occasione di accogliere tutti. E che vinca il migliore». Poi in un’intervi­sta al Tg1 ha aggiunto: le Olimpiadi chiamano «cogliere il positivo di tale evento» sportivo, capace di «promuo­vere l’unità fra i popoli e la convivenza pacifica». A Pechino ci sa­ranno tre chiese per pregare e sono stati invitati alcuni vescovi: «Segni positivi da non trascurare». I popoli del mondo – ha con­cluso – colgano l’occasione dei Giochi per accompagnare il cam­mino della Cina verso «una maggiore saggezza e armonia, com’è nella loro tradizione».

(S.M.)

© Copyright Avvenire, 5 agosto 2008

IL SALUTO AI LADINI

IL PONTEFICE RICORDA SAN GIUSEPPE FREINADEMETZ: OGGI LA VISITA NEL PAESE DEL MISSIONARIO IN CINA

«Un saluto cordiale alla gente ladina. Ricordo con piacere che l’albero di Natale per la Piazza San Pietro è venuto dalla Val Badia.
Che Dio benedica le vostre vallate. Mantenete – secondo l’esempio di San Giuseppe da Oies – la fede in Dio e l’amore per la Chiesa».
Con queste parole, al termine dell’Angelus di domenica in piazza Duomo a Bressanone, Benedetto XVI si è rivolto alla popolazione di lingua ladina. Nel suo saluto il Papa ha ricordato san Giuseppe da Oies, il missionario in Cina originario della Val Badia. E nel pomeriggio di oggi – rende noto la diocesi di Bolzano-Bressanone – Benedetto XVI visiterà la casa natale del santo ladino Giuseppe Freinademetz e si fermerà in preghiera nella chiesa consacrata al missionario altoatesino. Padre Freinademetz nacque nel 1852 a Ojes. Ordinato sacerdote, entrò a far parte della Congregazione del Verbo Divino fondata dal beato Arnoldo Janssen. Giunto in Cina, fece tappa prima a Hong Kong e poi nello Shantung dove si dedicò all’attività apostolica scrivendo anche un trattato di teologia. Perseguitato dai famigerati «Boxer», membri di una società segreta cinese di stampo xenofobo, padre Freinademetz riuscì a salvarsi. Morì di tifo il 28 gennaio 1909. È stato beatificato insieme al fondatore della Congregazione Arnoldo Janssen il 19 ottobre 1975 da Paolo VI e canonizzato da Giovanni Paolo II il 5 ottobre 2003. (G.Gamb.)

© Copyright Avvenire, 5 agosto 2008

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