5 agosto 2008
Benedetto XVI: «Paolo VI, guida provvidenziale per la Chiesa del Vaticano II» (Mazza)
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«Paolo VI, guida provvidenziale per la Chiesa del Vaticano II»
L’omaggio al predecessore, poi l’augurio alle Olimpiadi
Domenica all’Angelus novemila persone in piazza Duomo e altre migliaia davanti ai maxischermi. Intenso ricordo di papa Montini nel trentesimo della morte
DAL NOSTRO INVIATO A BRESSANONE
SALVATORE MAZZA
Novemila persone in piazza Duomo. Altre migliaia attorno, davanti ai maxischermi, per seguire l’evento più atteso di questo inizio d’agosto.
Domenica, per mezza giornata, Bressanone s’è fermata stringendosi attorno al Papa che, tra le montagne altoatesine, sta trascorrendo questo breve periodo di riposo nella quiete del millenario Seminario maggiore. Periodo ritirato, protetto dalla discrezione rispettosa della gente di qui che tuttavia, al primo appuntamento ufficiale, non ha fatto mancare di far sentire a Benedetto XVI il suo abbraccio forte.
E così, per il primo dei due Angelus in programma da Bressanone, domenica si sono tutti riversati in piazza, sotto il sole di un 3 agosto particolarmente cocente, per ascoltare la parola del Pontefice e accompagnarne la preghiera.
Raccogliere i suoi «grazie» agli ospiti, in tedesco, italiano e ladino, i suoi auguri per le prossime Olimpiadi e il saluto alla Cina. Soprattutto, essere testimoni del suo commosso omaggio alla memoria di Paolo VI a trent’anni dalla morte, chiamato dalla «divina provvidenza» a succedere a papa Roncalli, « nel momento più delicato del Concilio, quando l’intuizione del beato Giovanni XXIII rischiava di non prendere forma».
Ricordo appassionato di un Pontefice che «guidò il popolo di Dio alla contemplazione del volto di Cristo, Redentore dell’uomo e Signore della storia ». E proprio «l’amorevole orientamento della mente e del cuore verso Cristo – ha detto Benedetto XVI – fu uno dei cardini del Concilio Vaticano II, un atteggiamento fondamentale che il venerato mio predecessore Giovanni Paolo II ereditò e rilanciò nel grande Giubileo del 2000. Al centro di tutto, sempre e solo Cristo: al centro delle Sacre Scritture e della Tradizione, nel cuore della Chiesa, del mondo e dell’intero universo. La Divina Provvidenza – ha aggiunto Ratzinger, invitando i fedeli a 'far tesoro' degli insegnamenti di Paolo VI – chiamò Giovanni Battista Montini dalla Cattedra di Milano a quella di Roma nel momento più delicato del Concilio... Come non ringraziare il Signore per la sua feconda e coraggiosa azione pastorale? Man mano che il nostro sguardo sul passato si fa più largo e consapevole, appare sempre più grande, quasi sovrumano, il merito di Paolo VI nel presiedere l’Assise conciliare, nel condurla felicemente a termine e nel governare la movimentata fase del post-Concilio».
La meditazione su Paolo VI è stata pronunciata in italiano, dopo che in tedesco, all’inizio del suo breve discorso, ringraziando il vescovo di Bolzano- Bressanone Wilhelm Egger per aver «reso possibile qui questa festa della fede», aveva invitato a riflettere sulle letture della Messa da questi presieduta in piazza Duomo prima del suo arrivo. Letture, ha detto, che ci ricordano come «le cose più grandi di questa nostra vita non possono essere acquistate né pagate, perché le cose più importanti ed elementari della nostra vita ci possono soltanto essere donate: il sole e la sua luce, l’aria che respiriamo, l’acqua, la bellezza della terra, l’amore, l’amicizia, la vita stessa. Tutti questi beni essenziali e centrali non possiamo comprarli, ma ci sono donati». Cose «che nessuno ci può togliere, che nessuna dittatura, nessuna forza distruttrice ci può rubare», e «se da Dio riceviamo doni così grandi, a nostra volta dobbiamo donare: in ambito spirituale dando bontà, amicizia e amore, ma anche in ambito materiale... A tutti coloro che hanno bisogno di noi e che possiamo aiutare, dobbiamo dare anche doni materiali e cercare così di rendere la terra più umana, cioè più vicina a Dio».
Alla fine dell’Angelus, dopo i saluti e gli auguri per le Olimpiadi di Pechino, il Papa, con a fianco tra gli altri il cardinale presidente della Cei Angelo Bagnasco, ha salutato personalmente alcuni dei presenti, tra cui un folto gruppo di bambini. Quindi, lasciando la piazza, prima di rientrare in Seminario, è entrato nella chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo per salutare il migliaio di brissinesi, in particolare anziani e malati, che da lì aveva seguito l’Angelus. «Sono contento – ha detto – di potere essere insieme a voi in questa chiesa nella quale, in vacanze passate, ho molto pregato e ho vissuto molte esperienze belle, anche concerti. La preghiera è presente in questi ambienti; il Signore è tra di noi e ci sostiene. A voi tutti auguro di cuore giornate benedette con la presenza di Nostro Signore Gesù Cristo la benedizione ai sani e in particolare ai malati. Nella preghiera vogliamo essere sempre uniti».
© Copyright Avvenire, 5 agosto 2008
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