23 ottobre 2008

L'opera omnia del Papa e il "momento magico" di Regensburg (Il Foglio)


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L'opera omnia del Papa e il "momento magico" di Regensburg

Ieri il vescovo di Regensburg Gerhard Ludwig Muller ha presentato in Sala Stampa vaticana il primo volume dell’Opera Omnia di Joseph Ratzinger pubblicata in tedesco dalla Herder Verlag. La versione italiana sarà pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana.
Il piano editoriale prevede complessivamente 16 volumi che raccoglieranno, tematicamente, tutti gli scritti di Ratzinger precedenti alla sua elezione a Papa con in più i due volumi, uno già uscito l’altro in cantiere, dedicati al Gesù di Nazaret.
Queste due opere infatti sono state considerate non come documenti pontifici ma come opere private del teologo Ratzinger. Il primo volume presentato ieri è l’XI dell’Opera Omnia ed è dedicato alla Teologia della liturgia (in primavera è prevista l’uscita della traduzione italiana).
Come ha rivelato il Muller è stato il Papa stesso a volere che il primo volume ad uscire sia quello dedicato alla liturgia. Muller, che dopo la conferenza stampa si è recato a pranzo dal Papa, nella sua presentazione ha voluto ricordare la lectio magistralis pronunciata a Regensburg da Benedetto XVI nel 2006, che “segnò un momento magico nella storia universitaria non solo tedesca, egli sottolineava ancora una volta l’intima connessione di fede e ragione”.
Alla Conferenza stampa di eri erano presenti anche i cardinali Joachim Meisner di Colonia e Antonio Rouco Varela di Madrid, nonché il segretario particolare del Papa, mons. Georg Ganswein. La versione italiana sarà curata da una Commissione presieduta dall’arcivescovo Angelo Amato e comprendente Elio Guerriero e padre Edmund Caruana; i traduttori saranno Eulalia Biffi e Edmondo Coccia.

© Copyright Il Foglio, 23 ottobre 2008 consultabile online anche qui.

1 commento:

euge ha detto...

Qualcuno disse che le cose ripetute aiutano!!||| Evidentemente è successo anche per il discorso di sua santità a Ratisbona che fin dall'inizio da questo blog, abbiamo considerato come una pietra miliare del Pontificato di Benedetto XVI anche quando i grandi intellettuali e giornalisti, lo definirono uno scivolone colossale; trascurando il piccolo ma importante particolare: cioè che lo scivolone non fu opera del Papa che sapeva benissimo di cosa parlava ma, fu provocato direi quasi volontariamente, da coloro che con molta cura estrapolarono frasi ad arte, dando inizio a quel macello di mnifestazioni, fantocci bruciati ae minacce di morte che seguirono.
Finalmente, pare che questo discorso sia valutato per quello che è stato e che sarà una tappa fondamentale di Benedetto XVI, spinto dal suo intento mai sopito di dialogo con tutti peccato che qualcuno, da quell'orecchi ancora non voglia sentire.