22 ottobre 2008

La camorra ed il Papa antiretorica (Valli)


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Su segnalazione di Alessia ed Eufemia leggiamo:

DOPO LA VISITA A POMPEI

La camorra e il papa antiretorica

ALDO MARIA VALLI

Omissioni del papa sulla camorra? Non scherziamo. È vero che ad Agrigento nel 1993 Giovanni Paolo II lanciò una storica invettiva contro la mafia («Convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio!»), ma fare paragoni fra circostanze diverse è sempre arbitrario.
Quando il papa va a visitare una comunità ci va per confermare i fratelli nella fede, e Benedetto XVI con la sua sola presenza a Pompei (dopo quella, non dimentichiamolo, a Napoli giusto un anno fa) ha già lanciato un messaggio esplicito di solidarietà e incoraggiamento a tutti i fedeli, compresi i molti che a vario titolo si battono contro illegalità e criminalità.
La sua scelta di non citare il fenomeno camorristico è sembrata segno di sensibilità verso le popolazioni locali, che non possono essere associate sempre e soltanto alla delinquenza.
Il vicedirettore della sala stampa vaticana padre Ciro Benedettini ha spiegato che l’occasione «strettamente spirituale » suggeriva un certo stile e che il papa ha preferito fare appello alle energie positive anziché puntare il dito su mali comunque noti.
Tutto si può dire di papa Ratzinger, ma della conclamata idiosincrasia per la retorica e la demagogia gli va dato atto.
E retorica e demagogia servono a poco per battere la camorra. Anzi, spesso ne diventano alleate.
«Il mio cuore rimane vicino a questa terra e a questa comunità.
Vi affido tutti alla beata Vergine del Santo Rosario». Questo ha detto il papa ed è questo che conta.
E non ha forse esortato a «riscattare e promuovere il territorio »? A «perseverare nel bene senza cedere a compromessi», a mettersi «al servizio dei piccoli e dei poveri», a essere «motore di rinnovamento religioso e sociale»?
Questo fa un padre: incoraggiare senza mortificare.

A differenza di quanti ricorrono ormai meccanicamente all’immagine stereotipata del popolo dimenticato e oppresso, il papa ha trattato i campani da adulti responsabili. E il suo esempio sarebbe da seguire.

Quanto a quella che è stata presentata da alcuni come una denuncia un po’ fuori tempo dell’anticlericalismo, bisogna ascoltare bene ciò che ha detto il pontefice. Parlando di Bartolo Longo, fondatore del santuario di Pompei, trasformatosi come san Paolo «da persecutore in apostolo», Benedetto ha spiegato che la vicenda della sua crisi spirituale e della sua conversione appare oggi di grande attualità perché emblematica di qualcosa che succede spesso anche ai nostri tempi. Da studente, sotto l’influenza di filosofi immanentisti e positivisti, Longo «si era allontanato dalla fede cristiana diventando un militante anticlericale e dandosi anche a pratiche spiritistiche e superstiziose», e purtroppo, ha sottolineato Ratzinger, «simili tendenze non mancano nei nostri giorni». Come dargli torto? Al tempo di Bartolo Longo (1841–1926) si diceva “anticlericale”, oggi si può dire “anticristiano”, ma quella che resta nel mirino è sempre la Chiesa.
Se guardata con occhio secolarizzato, l’intera realtà del santuario di Pompei può sembrare fuori tempo.
Ma Longo, il fondatore, non fu uno che si limitò a raccomandare la recita del rosario. Da quella preghiera prese la forza per realizzare innumerevoli opere di assistenza e carità, compreso l’orfanotrofio e l’istituto per i figli dei carcerati, un’idea, quest’ultima, in netta controtendenza rispetto alla mentalità dominante dell’epoca, secondo la quale il figlio del delinquente non poteva che delinquere a sua volta.

«Qui a Pompei – ha detto benedetto XVI – si capisce che l’amore per Dio e l’amore per il prossimo sono inseparabili». Questo è il messaggio che ha consegnato e su questo bisognerebbe meditare, anziché interrogarsi su presunte omissioni.

© Copyright Europa, 21 ottobre 2008 consultabile online anche qui.

Perfetto :-)
R.

1 commento:

euge ha detto...

Già l'osservazione di Valli scaturita da ciò che il Papa ha detto a Pompei è giusta. Molto spesso si considera il popolo della Campania non solo eternamenteed interamente affiliato a qualcuno o qualcosa, ma, a mio avviso gli si impedisce di crescere. In effetti il Papa, ha esortato domenica a non sentirsi vittime a tutti i costi di una certa situazione ma, a reagire ed a prendere in mano la propria vita. Questo serve al popolo campano che orami da tempo immemorabile viene solo compatito; persone che aspettano il " miracolo " termine improprio di un cambiamento che deve cominciare da loro e che non deve essere atteso in vano ed in maniera passiva.