23 gennaio 2008

Il fantasma della Cei sulla politica roba per fumetti horror


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Il fantasma della Cei sulla politica roba per fumetti horror

DAVIDE RONDONI

A leggere taluni giornali e a seguire certi altri notiziari, sembrerebbe quasi che a dare un colpo forse letale al governo in carica sarebbe stata la Cei con la prolusione del suo presidente al Consiglio permanente. O se non le sue parole, si sarebbe trattato di una trama vaticanesca.

Insomma, dagli accostamenti, dalle titolazioni, dalle ricostruzioni di alcuni quotidiani, sembra quasi che una ferita forse mortale a questo governo lo abbia dato una specie di banda in tonaca nera che avrebbe il potere di vita e morte sui governi nazionali. In epoca di romanzi e film fantasy, che amano solleticare la fantasia collettiva con ogni specie di consorterie in azione, il copione scritto su certi media risulterà per qualcuno attraente. Ma la vita del Paese è faccenda troppo seria per essere trattata come se fosse un romanzo. E solo una miopia interessata a lasciare in ombra certe faccende, si può contentare di una visione così distorta.
Le parole del cardinale Bagnasco, come tutte le prese di posizione pubbliche della Chiesa in questo periodo, hanno lo scopo di richiamare tutti a fare meglio il proprio compito, dinanzi ai problemi che ci sono. E a differenza di altre voci, quella della Chiesa che anche su questo giornale si esprime ha sempre invitato all’unità più che allo scontro, e ad affrontare insieme le emergenze piuttosto che a prenderne spunto per rivincite politiche o per partite di potere. Addossare a 'oscure' manovre o diktat della Chiesa la caduta di questo o di quel governo è una via di fuga, un modo un po’ patetico per non vedere quanti contrasti e quante emergenze stanno toccando la vita del Paese e degli italiani, specie quelli più bisognosi o con più figli. Vari mucchi di immondizia (realissima e metaforica) assediano l’Italia. Al punto che a volte si dubita che il Bel Paese esista ancora davvero. Altro che spallata della Chiesa… Evocare una 'leggenda nera' a chi può far comodo? A coloro che vogliono nascondere responsabilità politiche e amministrative. E fin qui è, per così dire, una strategia comprensibile, per quanto debole e un poco venata di codardia.

Ma l’intenzione peggiore è quella di chi vuole alimentare in modo fazioso, bugiardo una contrapposizione tra mondo cattolico (gerarchia e fedeli) e altri. Come se ci fosse una situazione da 'fronte' tra i cattolici (con i loro vescovi) e gli altri, i laici, o chiamateli come vi pare. Mentre tale contrapposizione non c’è. Non esiste nella vita dei singoli e della società italiana.

Non c’è nei luoghi di lavoro e di studio. Né nelle famiglie e nelle botteghe. Non esiste una contrapposizione tra i cattolici e gli altri. Si ha per fortuna l’animo e la libertà di discutere quando si tratta di affrontare questioni alte e spinose per tutti, dove, come richiamano tanti cattolici ma anche tanti laici, si tratta di usare davvero la ragione. Sono questioni importanti, su cui è giusto e perfino bello che esistano visioni diverse che si confrontano e si correggono. Ma dipingere una specie di frattura, di contrapposizione tra mondo cattolico e resto del Paese, e farne una proiezione politica per cui la gerarchia esprima uno schieramento contro qualcuno o a favore di qualcun altro, significa non leggere i documenti, non vedere gli atti, e affidarsi a pregiudizi fuori luogo.

Chi alimenta questa piccola grande menzogna lo fa, a mio avviso, per uno scopo ben preciso, che prevedo funesto. Quello di presentare i cattolici in Italia come una specie di lobby. Di gruppo politicamente ben determinato che potrebbe essere accusato, al momento opportuno, di cospirare contro il bene pubblico. Le differenze, in campo politico, non corrono tanto tra cattolici e no, ma tra coloro che affrontano con buone soluzioni i problemi e chi no. Ed è giusto che i primi governino, e che gli altri cambino mestiere.

© Copyright Avvenire, 23 gennaio 2008

3 commenti:

Romina ha detto...

Le differenze corrono anche fra chi è intellettualmente onesto e chi invece fa della malafede una regola di condotta e di parola.
Quest'esecutivo ha sempre avuto problemi e una debolezza instrinseca. Prima o poi sarebbe caduto.
Questa crisi è tutta interna al Parlamento, ed è là che occorre guardare se la si vuole comprendere.

mariateresa ha detto...

già, cara Romina.
ma è più facile teorizzare su complotti e sabotaggi e varie Spectre in agguato che farsi una bella autocritica. Non un autodafe, una semplice autocritica. Almeno una volta.

euge ha detto...

la malafede ed il puro gusto della contrapposizione di taluni, non ha limiti soprattutto, dopo quello che è successo. Già molti forse identificano la Cei con la Spectre vi ricordate i film di 007?
Solo delle menti contorte ed appunto in malafede, possono concepire tutto questo.
Il fatto che questo governo rischia di cadere ma, sono certa che non cadrà......troppi gli interessi in ballo e troppo alto il terrore di perdere la poltrona, sicuramente non è da imputare a Bagnasco ed alla Cei; solo gli orbi e gli indottrinati non riescono a vedere il disastro totale operato da questi signori in così poco tempo.