22 gennaio 2008

Benedetto ed il popolo di San Pietro: parole e gesti che indicano la via (Tarquinio)


Vedi anche:

"Le parole di Maiani? Un mea culpa solo a metà" (Morresi per "Avvenire")

Il Papa davanti alla folla che gremiva San Pietro: "Ho rinunciato mio malgrado alla visita" (Avvenire)

Sapienza, rinuncia alla luce dei fatti (Avvenire)

IL PATRIARCA ALESSIO II A 30GIORNI: "BENEDETTO XVI MEDIATORE TRA PLURISECOLARISMO E ESIGENZE ODIERNE"

Lupi: "Spudorato ipotizzare che il Pontefice menta" (Il Giornale)

"Fiacchetti", "Scomuniche", "Voltaire", "Lutti continui", "Benedizioni"...il commento di Antonio Socci

Cini: "Linciati dalla nostra sinistra, era giusto scrivere quella lettera" (Repubblica)

Il filosofo Severino: "La scienza non avrà l’ultima parola" ("La Stampa")

CHI CERCA TROVA: BOOM DI ASCOLTI PER L'ANGELUS DEL PAPA

I suggerimenti del Viminale: il Papa si finga malato (Il Giornale)

Card. Bagnasco: «L’Italia è allo sfascio. Bloccati lo slancio e la crescita» (Tornielli)

La ragione e la fede insieme sono fattori di libertà, parola di Benedetto (Stefano Fontana per "L'Occidentale")

Il Papa troppo presente in tv? I dati forniti da Pannella e dalla Bonino brutalmente smentiti dall'Authority per le comunicazioni e dal Tg1!

La scuola cattolica ha una sua proposta educativa ma è aperta a tutti e rispetta l'identità di ciascuno

NOTA DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE PAPABOYS: TESTIMONIANZA CRISTIANA DI GIOVANI MERCOLEDI' 23 GENNAIO

Sinodo 2008, il Papa: "Tutti hanno il diritto di incontrare Gesù, la Chiesa annunci con coraggio la Parola di Dio

La ragione e la fede insieme sono fattori di libertà, parola di Benedetto (Stefano Fontana per "L'Occidentale")

Una folla gioiosa e pacifica all'Angelus di ieri (Osservatore Romano)

PAPA: GOVERNO, MAI SCONSIGLIATA VISITA SAPIENZA

Nelle parole del card. Bagnasco preoccupazione per la situazione dell'Italia. La rinuncia del Papa suggerita dalle autorità italiane (Osservatore R.)

CARD. BAGNASCO: LA RINUNCIA DEL PAPA ALLA VISITA ALLA SAPIENZA E' STATA SUGGERITA DAL GOVERNO!

«Da professore vi dico: rispettate le opinioni altrui» (Il Messaggero)

Da Benedetto XVI una lezione di cultura (Antonino D'Anna per "Affari italiani")

Ecco la nuova polemica! Stronchiamola subito: il cardinale Tettamanzi non dice nulla sui divorziati che non abbia già detto Papa Benedetto!

Sapienza, Maiani fa autocritica: «Sconfitti tutti noi, ci hanno strumentalizzato»

Bernardini: "Ratzinger un collega? Di chi? Non abbiamo cattedre di teologia, per buoni motivi. Che parlino per l'università San Pio V!"

"Andiamo avanti in questo spirito di fraternità, di amore per la verità e per la libertà, nell'impegno comune per una società fraterna e tollerante"

Che cosa ha da fare o da dire il Papa nell’università? Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede! (il discorso che il Papa non pronuncera' alla Sapienza)

Il Papa: "Come professore emerito vi incoraggio tutti, cari universitari, ad essere sempre rispettosi delle opinioni altrui..."

IL PAPA E L'OSCURANTISMO INTOLLERANTE DEI LAICISTI UNIVERSITARI: LO SPECIALE DEL BLOG

BENEDETTO XVI, IL POPOLO DI SAN PIETRO, LA NECESSITÀ DI CAPIRE

Parole e gesti che indicano la via

MARCO TARQUINIO

Parole e gesti d’insultante intolleranza contro Benedetto XVI hanno alimentato il caso 'La Sapienza'. Parole e gesti del Papa e di un intero popolo, che domenica gli si è stretto attorno a San Pietro e in tutta Italia, hanno indicato la via per chiuderlo.
E lo hanno fatto nella maniera propria dei cristiani, che con le ragioni di un amore e di una sapienza più grandi – e senza mai rinunciare a testimoniare e ad agire secondo giustizia – sanno superare anche l’ingiustizia.
Parole e gesti, un binomio inscindibile. Nel bene e nel male. Insieme sono stati usati per creare l’insopportabile clima che ha indotto Papa Ratzinger, come egli stesso ha ribadito, a «soprassedere mio malgrado», rinunciando a intervenire alla cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico dell’antica e grande università romana.

Insieme hanno lanciato, ancora una volta, il forte messaggio di rispetto e dialogo nella chiarezza che è «missione della Chiesa» e cifra indelebile di questo pontificato. Un messaggio che è arrivato al cuore e all’intelligenza di tutti coloro che hanno saputo ascoltarlo – cattolici o «uomini di buona volontà» – e anche di qualche commentatore e titolista di giornale senza pregiudizi laicisti.

Di quelli, cioè, che hanno letto davvero il 'discorso mai pronunciato' scritto da Benedetto XVI per l’incontro con la comunità di studio e di ricerca della 'Sapienza'. Che hanno guardato e compreso il gigantesco abbraccio delle persone riunite in folla strabocchevole per l’«Angelus» a San Pietro. E che prima di dire la loro – a differenza di alcuni altri altezzosi colleghi – hanno atteso, ascoltato e capito le parole e il gesto rappacificante del Papa.
Parole e gesti, che non possono essere e­quivocati. O ridotti a pretesti e contesti di piccola politica. O, addirittura, tradotti nel loro esatto contrario. Com’è regolarmente accaduto, purtroppo. Per esempio, là dove ieri ( l’Unità) s’è invece preteso di far sape­re a tutta pagina che «il Papa si converte al­la tolleranza». O là dove ( La Stampa) s’è ti­tolato, con tono irrisorio, «'Dialogo e ri­spetto', Ratzinger scioglie l’adunata».
Tutto è stato perdonato da Benedetto e dal popolo che gli si è raccolto intorno, verreb­be da annotare, ma nulla è stato sciolto.
Certo non è stato sciolto il saldo e libero le­game tra il Papa e i credenti che solo chi non sa – o ha dimenticato – può immagi­nare e descrivere per amor di polemica co­me un’«adunata». E probabilmente resta largamente da sciogliere – per manifesta e radicale indisponibilità ad accettare storia e realtà italiana – anche l’equivoco che nu­tre da sempre certa propaganda e certa militanza anticlericale. Quello per cui i cat­tolici dovrebbero, appunto, obbligatoria­mente 'convertirsi' a una sorta di religio­ne civile di stampo relativista. Razionalità, ricerca del dialogo e rispetto delle opinioni altrui dovrebbero cioè, per costoro, essere intesi come sinonimi di rinuncia e resa. Ri­nuncia non immediatamente e formal­mente a Dio (che andrebbe 'solo' rinchiu­so in una sfera individuale e comunitaria rigorosamente privata), ma a un’armonica visione dell’uomo e della sua dignità. E dunque resa – secondo l’allarmata imma­gine usata da Papa Ratzinger nel discorso per la 'Sapienza' – «davanti alla questione della verità» e, per questa via, rassegnazio­ne alla logica degli «interessi» contingenti e delle mere «utilità».
Eppure le parole e i gesti di Benedetto XVI, insieme alle parole e ai gesti di tutti coloro – cattolici e no – che anche domenica si sono raccolti intorno a lui senza calcoli e retropensieri, sono assolutamente nitidi.
Eppure l’invito a un dialogo libero e re­sponsabile, realmente pensoso del destino dell’uomo e del mondo, è di una forza coinvolgente. Che motiva e che disarma.
Che non alza steccati. Che chiede quello che già dà: profondità e rispetto.

© Copyright Avvenire, 22 gennaio 2008

Nessun commento: