9 marzo 2008

"Anche chi inquina fa peccato" (La Rocca per "Repubblica")


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"Anche chi inquina fa peccato"

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di ORAZIO LA ROCCA

CITTA' DEL VATICANO - "Manipolazioni genetiche; esperimenti sulla persona; inquinamento ambientale; droga; ingiustizia sociale; sperequazioni sociali; causare povertà; ricchezza eccessiva...". Si allunga la lista dei peccati mortali condannati dalla Chiesa cattolica. Ai tradizionali richiami contemplati nel Decalogo di biblica memoria, ora si aggiunge un nuovo elenco che l'Osservatore Romano - il quotidiano della Santa Sede oggi in edicola - presenta autorevolmente come "Le nuove forme del peccato sociale".

Illustrando così le conclusioni del corso di aggiornamento dei preti confessori svolto in Vaticano dalla Penitenzieria apostolica, da lunedì scorso fino a ieri, per "rilanciare il sacramento della confessione in crisi ormai da anni", confida al giornale vaticano il vescovo reggente della Penitenzieria, Gianfranco Girotti. Lo stesso presule che all'inizio dei lavori aveva anche ricordato che ormai oltre il 60 per cento dei cattolici non si confessa più sono "secondo una inchiesta fatta dall'Università Cattolica qualche anno fa".

Nel confessionale occorre, perciò, cambiare rotta con preti che, oltre a dare il tradizionale perdono cristiano "con più amore e tenerezza paterna" (l'esortazione è di papa Ratzinger), siano più attenti - spiega monsignor Girotti - alle "nuove forme di peccato affacciatesi all'orizzonte dell'umanità, quasi come corollario dell'inarrestabile processo di globalizzazione".

È bene - dunque - rendersi conto che si offende Dio, non solo rubando, bestemmiando o desiderando la donna d'altri, ma anche rovinando l'ambiente, facendo esperimenti scientifici moralmente discutibili, dando vita a manipolazioni genetiche per alterare il Dna o compromettere l'embrione. Tempi duri anche per chi si droga e, ovviamente, per chi spaccia; ma pure per chi, avendo responsabilità socio-politiche, si rende responsabile di ingiustizie che causano povertà o eccessivi accumuli di ricchezze destinati a pochi. Veri e propri "nuovi peccati" che il vescovo individua in "varie aree all'interno delle quali cogliamo atteggiamenti peccaminosi nei riguardi dei diritti individuali e sociali".

"Innanzitutto - specifica il presule - l'area della bioetica, all'interno della quale non possiamo non denunciare alcune violazioni dei fondamentali diritti della natura umana, attraverso esperimenti, manipolazioni genetiche, i cui esiti è difficile intravedere e tenere sotto controllo. Altra area sociale, è la droga, che indebolisce la psiche e oscura l'intelligenza, lasciando molti giovani al di fuori del circuito ecclesiale. Ancora: l'area delle sperequazioni sociali ed economiche: nelle quali i più poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi, alimentando una insostenibile ingiustizia sociale, l'area dell'ecologia, che riveste oggi un rilevante interesse".

Girotti ricorda, ancora, che tra i più grandi peccati ci sono sempre aborto e pedofilia, puntualizzando, però, che sull'interruzione della gravidanza la Chiesa non si limita alla sola condanna, ma "si preoccupa costantemente di salvaguardare e tutelare la dignità ed i diritti della donna contrastando le odierne tendenze colturali e sociali" che minacciano l'universo femminile. Severo il richiamo alla pedofilia, che il monsignore invita a "non sottovalutare" alla luce dei "casi denunciati di recente" che "portano con sé anche i risvolti della fragilità umana e istituzionale della Chiesa". Con chiaro riferimento alle violenze sessuali avvenute negli ultimi anni negli Usa e in nord Europa da parte di ecclesiastici ai danni di bambini. Anche se - ha tentato di spiegare il presule - "i mass media hanno enfatizzato questi casi per gettare discredito sulla Chiesa. Ma la Chiesa sa cosa fare e reagirà con rigorosi interventi ed iniziative a tutela della sua immagine e del popolo di Dio".

© Copyright Repubblica, 9 marzo 2008 consultabile online anche qui.

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