8 marzo 2008
Il legame intenso fra il Papa e l'Alto Adige nel ricordo della nonna materna...
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Un legame intenso e decennale Il ricordo della nonna pusterese
BOLZANO. Sono diversi i legami fra Papa Joseph Ratzinger e l’Alto Adige. Intanto, nel 2005 si è avuta la prova definitiva che la bisnonna e la nonna del pontefice erano sudtirolesi, come la madre, trasferitasi però piccolissima in Germania, assieme ai genitori, nel lontano 1884. Inoltre, per venire ai giorni nostri, il Papa ha frequentato la nostra provincia in numerose occasioni, durante i suoi soggiorni agostani al Seminario maggiore di Bressanone.
Solo nel 2005, il Vaticano, attraverso un’opera biografica scritta dall’autore tedesco Johann Nussbaum, aveva confermato ufficialmente che la nonna di Papa Benedetto XVI, Maria Peintner, fosse nata a Rasa, nel comune di Naz Sciaves, il 29 giugno 1855. Che la nonna fosse nata nella zona di Rio di Pusteria, era stato più volte ipotizzato in precedenza, ma mai accertato con sicurezza. Lo stesso (allora) cardinale Ratzinger almeno in due occasioni aveva visitato Rio Pusteria, recandosi anche al cimitero, per far visita alle tombe dei suoi antenati. Visite avvenute quasi segretamente, durante i suoi soggiorni a Bressanone.
Nella città vescovile, come precisa lo stesso rettore del Seminario maggiore, Ivo Muser, «Papa Ratzinger è una vecchia conoscenza. La prima sua visita risale al 1967. In quell’occasione tenne un incontro sul tema del sacerdozio, rivolto ai rettori dei Seminari maggiori dell’area germanofona». Dopo questo primo contatto con l’ex sede curiale, «ai tempi in cui era arcivescovo di Monaco di Baviera e poi prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ogni tre anni papa Benedetto XVI trascorreva a Bressanone due settimane, a cavallo tra fine luglio e metà agosto. A partire dal 1977. L’ultima volta era stato da noi nel 2004, l’anno prima di essere eletto al soglio pontificio. I primi anni era accomopagnato sia dalla sorella, deceduta nel 1995, sia dal fratello».
Come hanno sottolineato sia il vescovo Egger sia lo stesso presidente della Provincia Durnwalder, non si trattava esclusivamente di soggiorni di studio, perché nel corso di quelle estati il Papa aveva avuto modo di girare in lungo e in largo l’Alto Adige. Era stato a Monte Maria, a Castel Tirolo, e in molti altri luoghi, per visitare santuari, chiese, conventi, ma anche per godere delle bellezze naturali altoatesine.
«Il suo luogo preferito comunque - dice il rettore Muser - è sempre stato il Seminario, e in particolare la biblioteca. Qui Ratzinger ha studiato per dieci estati, ed ha anche scritto molto. Ha iniziato a comporre qui uno dei capitoli del suo ultimo libro, Gesù di Nazareth, ma anche molto altro. Fu proprio al seminario che, prima di diventare Benedetto XVI, nel 1984, incontrò e si fece intervistare dal giornalista Vittorio Messori.
Intervista da cui nacque poi il noto volume “Rapporto sulla fede”».
«Nonostante le necessità dello studioso, l’allora cardinale Ratzinger volle anche mescolarsi alla gente, riuscendo a farsi ben volere», come racconta il vescovo Egger. Una presenza sempre discreta, quella di Ratzinger. Il più delle volte accompagnato da una piccola scorta; senza negarsi, ma non ricercando le folle. Una presenza occasionale, la sua, segnalata qui e là. Al lago di Nemes, o in alta valle Aurina per una visita a un’antica chiesetta. (da.pa)
© Copyright Alto Adige, 7 marzo 2008
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