8 marzo 2008

Charles Darwin arriva in Vaticano e Politi punzecchia il Papa...


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Su segnalazione del nostro Marco leggiamo:

Cultura Monsignor Ravasi annuncia un convegno sull´evoluzionismo

Charles Darwin arriva in vaticano

Il progetto sembra avere lo scopo di ricucire i rapporti tra Chiesa e mondo scientifico, turbati dai ripetuti attacchi di Benedetto XVI alle teorie dello scienziato

MARCO POLITI
CITTA DEL VATICANO

Riaprire il discorso tra fede ed evoluzionismo, partire dalle teorie di Darwin per guardare oltre e mettere a confronto scienziati, teologi e filosofi sulle domande di senso dell´uomo contemporaneo.
L´ambizioso progetto, che gode del placet di Benedetto XVI, è di mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Consiglio pontificio per la Cultura. Il programma è di convocare tra breve un convegno internazionale sull´evoluzionismo e le sue teorie, che si terrà all´università Gregoriana con la partecipazione di premi Nobel e dei migliori esponenti di teologia e filosofia. Vi saranno credenti e non credenti.
Ravasi ha in mente un appuntamento in cui ciascuno degli «specialisti» potrà superare le frontiere del proprio campo. Si avrà lo «scienziato che si interroga e che ascolta anche l´interrogazione della teologia e il teologo e il filosofo che ascoltano e che vedono i percorsi della scienza». Ci sono persone, ha detto Ravasi alla Radio vaticana, che «considerano i cieli del tutto vuoti o al massimo popolati soltanto da satelliti». La sfida è di «far guardare verso l´oltre, verso l´alto» quanti sono solamente chini sul proprio orizzonte.
Il progetto sembra anche avere lo scopo di ricucire i rapporti tra Chiesa e mondo scientifico, rimasti turbati dai ripetuti attacchi di Benedetto XVI alle teorie di Darwin. Sin dall´inizio del suo pontificato Ratzinger ha dato l´impressione di voler rimettere in discussione la questione, che Giovanni Paolo II aveva in un certo modo chiusa con la dichiarazione che la teoria di Darwin «è più che una mera ipotesi». Nel settembre del 2006, riunendo a Castelgandolfo il suo «circolo di allievi» (che ogni anno sceglie un tema di dibattito), il Papa aveva attaccato il lavoro di Darwin affermando che «la sua teoria sull´evoluzionismo non è completamente dimostrabile perché mutazioni di centinaia di migliaia di anni non possono essere riprodotte in laboratorio». La ricerca scientifica, aveva soggiunto, da sola non è in grado di spiegare l´origine della vita. In ultima analisi l´inizio e lo sviluppo del mondo va letto secondo un «disegno» da ricondursi direttamente a Dio.
Nello stesso anno a Ratisbona, durante una messa nella città bavarese, aveva posto la secca alternativa: «O è la Ragione creatrice, lo Spirito, che opera tutto e suscita lo sviluppo oppure è l´Irrazionalità che, priva di ogni ragione, stranamente produce un cosmo ordinato in modo matematico e anche l´uomo e la sua ragione». Ma se così fosse, allora uomo e cosmo sarebbero il «risultato casuale dell´evoluzione e quindi in ultima istanza una cosa irragionevole».
Ma già nel 2005, pochi mesi dopo la sua elezione, il cardinale Schönborn (uno dei discepoli più brillanti di Ratzinger) aveva suscitato scalpore con un intervento sul New York Times in cui sosteneva le tesi di un «Disegnatore intelligente» nell´opera dell´universo. Al punto che tre scienziati americani - il fisico Lawrence Krauss e i biologi cattolici Francisco Ayala e Kenneth Miller - avevano scritto una lettera aperta a Benedetto XVI, chiedendo che «in questi tempi difficili e carichi di tensione la Chiesa cattolica non innalzi un nuovo muro, da tempo abbattuto, tra metodo scientifico e fede religiosa».
Di fatto il Vaticano si è reso conto che mettere in questione l´evoluzionismo - ormai definitivamente verificato in campo biologico con gli studi sul Dna e su geni - condurrebbe la Chiesa cattolica in un vicolo cieco, anche se le teorie scientifiche, proprio perché la scienza è empirica, sono soggette a continue messe a punto. Ciò che allarma soprattutto papa Ratzinger è la prospettiva che la spiegazione scientifica dell´origine e dello sviluppo del mondo (e da questo punto di vista l´evoluzionismo è l´unica teoria credibile oggi sul tappeto) porti a stabilire che la creazione del mondo «non ha bisogno di Dio» e ubbidisce unicamente a leggi o mutamenti intrinsechi alla materia. Da questo punto di vista il cardinale Schönborn ha chiarito varie volte che non è tanto in questione il lavoro scientifico di Darwin e la sua teoria quanto il «darwinismo ideologico» che rifiuta una Razionalità nell´evoluzione del mondo o, come la definisce il porporato, un «Dio-designer».
Ma è indubitabile che a sua volta il mondo scientifico non può accettare a priori, per dogma, che vi sia un Intelletto Trascendente che guida le sorti dell´universo.

© Copyright Repubblica, 7 marzo 2008

Ma perche' ogni occasione e' buona per attaccare Benedetto XVI contrapponendolo al suo predecessore?
Il gioco non funziona piu' anche perche', caro Politi, come Lei stesso ha scritto, il progetto di Ravasi e' stato approvato da Papa Ratzinger stesso.
Dipingere il Pontefice come una sorta di impulsivo che dice cio' che pensa per poi "ricucire" lascia, ormai, il tempo che trova.
Ratisbona docet...

R.

7 commenti:

mariateresa ha detto...

cara amica, lascia che questo giornalista si tenga cari i suoi poveri dogmi ideologici.Sennò cosa scrive?
Ormai, certe cose, perchè posso solo chiamarle "cose", le scrive solo lui.
Cosa vuoi che sappia di filosofia della scienza....Meglio rispolverare Galileo e magari Wikipedia....

euge ha detto...

Appunto! Ratisbona docet....... ma, evidentemente Politi non solo è duro a comprendere ma, la sua ostinazione sta rasentando l'ossessione. Ancora una volta, bisogna segnalare che non avendo altro da scrivere, egli, si getta a capofitto in un ormai insopportabile e direi meschino confronto con il predecessore che, vorrei ricordare a Politi, tante volte lo avesse dimenticato, lo ha voluto al suo fianco per ben 26 anni di pontificato. Vorrei anche sottolineare che le molte encicliche pubblicate dal suo predecessore, hanno avuto l'apporto determinante del tanto criticato e mi limito a dire questo, Benedetto XVI.
E' veramente insopportabile questo atteggiamento che non si rivela come critica costruttiva, ma, soltanto come una maniera maldestra di manifestare il proprio rancore verso una persona che ha solo il merito, di parlare in nome della verità sempre e comunque.
eugenia

mariateresa ha detto...

Non prendiamocela. E' sempre il solito rancido sugo. Inoltre la ricostruzione prospettata nell'articolo non è corretta. Capita che alcuni lettori sappiano che differenza c'è tra scienza e filosofia della scienza e che i piani della discussione sono due e non uno solo come crede e vuole far credere costui. Sia papa Benedetto che l'arcivescovo di Vienna l'hanno detto mille volte e mi dispiace di non avere il tempo per andare a ravanare nei loro discorsi per dimostrarlo.
Accontentiamoci che non ha tirato fuori Galileo e Wikipedia.

Anonimo ha detto...

Sono mere illazioni del minuscolo politi unicamente fatte pro domo sua e del giornale di De Benedetti. Ma ricucire chè? Lo scopo è unicamente un confronto, di quelli che che il nostro Benetto adora: cioè civile, rispettoso e utile.
Che ne diresti di un embargo dei suoi articoli? A scopo pedagogico.
Io sono convinta legga i blog e sappia ciò che tanti pensano di lui. Mi domando cosa succederebbe se ne aprisse uno? I maggiori vaticanisti lo hanno fatto. Lui no.
Forse si ritiene troppo superiore per un contatto con noi massa burina. O teme le inevitabili critiche.
Alessia

ondeb ha detto...

"E' indubitabile che a sua volta il mondo scientifico non può accettare a priori, per dogma, che vi sia un Intelletto Trascendente che guida le sorti dell´universo."

Certo, se lo dice un giornalista di Repubblica, allora vale per il mondo "scientifico"... E' automatico... :)

gemma ha detto...

dopo l'articolo di qualche giorno fa con riferimento a Pio IX, per quanto mi riguarda Politi ha perso ogni credibilità.
Può scrivere ciò che vuole, indiscrezioni della Segretaria di Stato compresa

Anonimo ha detto...

Ancora con questa storia del "vicolo cieco" in cui si mette la Chiesa o meglio Benedetto XVI, se non riconosce la teoria dell'evoluzionismo: Politi dimostra di non aver letto nemmeno una riga di ciò di cui da anni Joseph Ratzinger parla e scrive in merito a tale questione. potrebbe, per esempio, leggersi il volumetto "In principo Dio creò il cielo e la terra, riflessioni sulla creazione e il peccato". Ma tanto non lo farà, e anche se lo facesse probabilmente continuerebbe a suonare nei suoi articoli il solito disco rotto, secondo la "linea editoriale", senza rispetto proprio per quel "metodo scientifico" di cui si propugna sostenitore, e. soprattutto senza rispetto per i lettori, sistematicamente trattati da ingenui.