20 marzo 2008

Card. Joseph Zen (Hong Kong): «La sfida per il mio popolo: scegliere la via del dialogo» (bella intervista di Accattoli)


Vedi anche:

LA LETTERA DEL PAPA ALLA CHIESA CINESE: LO SPECIALE DEL BLOG

Tibet: Le Figaro, incontro segreto Vaticano-Cina

Il Papa: in Tibet prevalga la via della tolleranza. «Con la violenza non si risolvono i problemi»

Pechino attacca il Papa, che riceve la gratitudine del governo tibetano in esilio (Asianews)

Il Papa alla Messa Crismale: i sacerdoti tengano sveglio il mondo per Dio (Radio Vaticana)

L'intervento del Papa sul Tibet: intervista a Stefano Maria Paci

"Il sacerdote deve essere una persona retta, vigilante, una persona che sta dritta, impavido e disposto ad incassare per il Signore anche oltraggi" (Omelia della Santa Messa Crismale)

BENEDETTO XVI: MESSA CRISMALE, IL SACERDOTE DEVE “STARE DAVANTI AL SIGNORE E SERVIRE”

Tibet, dura replica cinese al Papa: "Nessuna tolleranza con i criminali"

Padre Lombardi: «Ma il Papa non segue l'agenda politica» (Rodari per "Il Riformista")

Rosso "malpela" i media che hanno creato scandali falsi e fatto rimproveri ridicoli al Papa...

Il Papa in campo «Dialogo in Tibet» (Eco di Bergamo)

Il Papa "rompe il silenzio" sul Tibet? E quando i media "romperanno il silenzio" sul genocidio dei Cristiani?

Pole position per l'eccellente articolo di Renato Farina per "Libero": "C'è chi vuol fare l'esame del sangue a Papa Ratzinger"

INSUFFICIENTI ED INSIGNIFICANTI I COMMENTI DEI GIORNALONI ALL'APPELLO DEL PAPA PER IL TIBET

La Via Crucis dell'arcivescovo di Mossul dei Caldei (Sandro Magister)

Chiesa e Tibet: i commenti (ormai superati dai fatti) di Corriere e Repubblica

Per il Cristianesimo antico la croce è soprattutto segno della speranza: uno scritto di Joseph Ratzinger sulla Pasqua

Il Papa e il Dalai Lama si appellano al dialogo. Che penseranno ora tutti coloro che, in questi giorni, hanno avuto il coraggio di criticare il Papa?

La voce della Cina alla Via Crucis con il Papa (RomaSette)

"Gesù di Nazaret" esce in edizione tascabile

Domani il Papa presiederà la Messa Crismale e la Messa in Cena Domini: la riflessione del cardinale Arinze (Radio Vaticana)

Benedetto XVI all'udienza generale parla del Triduo Pasquale e lancia un appello per il Tibet: la violenza non risolve i problemi ma li aggrava (R.V.)

BENEDETTO XVI: APPELLO PER IL TIBET, “LA TRISTEZZA E IL DOLORE DI UN PADRE”

L'appello «Occorre garantire a tutti, persone e gruppi, la libertà essenziale»

«La sfida per il mio popolo: scegliere la via del dialogo»

Il cardinale di Hong Kong, Joseph Zen, chiede «tolleranza» Il prelato: «Ci vorrà ancora molto tempo per normalizzare i contatti tra il Vaticano e Pechino»

Luigi Accattoli

ROMA — «Come cinese io desidero che in ogni territorio dove vivono dei cinesi ci sia pace e non violenza. Sono dunque molto contento che il Papa abbia parlato del Tibet e abbia invitato tutti a scegliere la via del dialogo e della tolleranza. Questa è la sfida che noi cinesi ora dobbiamo affrontare »: così il cardinale di Hong Kong Joseph Zen Ze-kiun commenta al telefono l'appello del Papa per il Tibet.

Eminenza, Benedetto XVI ha pure rivolto un monito contro l'uso della violenza...

«Naturalmente la violenza è di tanti tipi, può venire da un impeto che non può essere frenato ma anche da una situazione che soffoca. Occorre che sia tolta ogni violenza e tutti, persone e gruppi, abbiano la libertà essenziale che è necessaria per regolare la propria vita nei limiti fissati dalla morale».

Lei, eminenza, ha scritto la «Via Crucis» che verrà letta domani sera al Colosseo, tornerà a Roma per l'occasione?

«No, a Roma ci saranno le mie parole ma il mio posto è qui per celebrare la Pasqua con la Chiesa di qui. È stato il Santo Padre a invitarmi a scrivere le meditazioni e io l'ho fatto volentieri perché mi è sembrata una bella idea che i cinesi fossero presenti nel ricordo della Passione di Cristo, perché il nostro è un popolo che ha molto sofferto e ancora sta soffrendo».

Nel suo testo lei parla di «persecuzione» e di «Chiesa del silenzio»: come saranno prese dalle autorità queste parole?

«Sono parole dette in un atto di preghiera e non in un atto di accusa o di protesta. La parola "persecuzione" è usata anche dal Papa nella lettera del luglio scorso: quando non c'è piena libertà religiosa noi diciamo che c'è persecuzione. Ma badi bene che nella "Via Crucis" si prega anche per i persecutori, perché il Signore — che ama tutti — salvi sia i perseguitati sia i persecutori ».

Lei dunque non teme reazioni...

«Penso che non vi saranno perché io sì ho scritto, ma poi persone di Roma che sono molto sagge hanno letto in modo che non vi fosse nessuna parola pericolosa. Dunque sono fiducioso».

Il libretto della «Via Crucis » è illustrato con scene della Passione ambientate in Cina: è stato un suo suggerimento?

«No. E' ormai consuetudine che le illustrazioni seguano l'autore dei testi e se questo è un cristiano orientale, per esempio, le immagini vengono prese da icone orientali. Così si è fatto con la Cina e penso che questa scelta sarà gradita. Il nostro Paese sarà presente al Colosseo con le mie parole e con una persona che sarà tra quelle che porteranno la croce ma anche con quelle immagini».

Lei ha appena partecipato a una consultazione vaticana sulla Cina, che conclusioni sono state tirate?

«Posso dire solo in generale. Si è ragionato di quali frutti potrà dare la lettera del Papa, che propone una via per la normalizzazione dei rapporti. I frutti saranno certamente buoni ma in quella riunione ci siamo resi conto che ci vorrà tempo, forse anche molto tempo. Tuttavia possiamo sperare che anche in Cina si vada verso questa normalità ».

Sono stati individuati dei segni di speranza particolarmente convincenti?

«Ripeto che non mi è possibile entrare nel merito di questioni riservate. Alla riunione partecipavamo cinque vescovi cinesi insieme ai responsabili della Curia romana che si occupano di Cina, più una decina di esperti dei diversi istituti missionari. Tutti ci rendiamo conto che quello che stiamo vivendo è un momento di rapidi cambiamenti nel mondo e i legami più stretti tra i popoli, sia per l'interdipendenza economica sia per l'informazione che si fa sempre più globale, possono aiutare ad andare verso obiettivi di armonia e di pace. Speriamo che in questo contesto la Santa Sede e le nostre autorità trovino il modo di migliorare la fiducia reciproca, che sola potrà portare a un accordo ».

© Copyright Corriere della sera, 20 marzo 2008

Veramente bella questa intervista! Complimenti ad Accattoli ed un plauso al cardinale Zen.
R.

Nessun commento: