19 marzo 2008

Chiesa e Tibet: i commenti (ormai superati dai fatti) di Corriere e Repubblica


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Cari amici, i due articoli che seguono risultano ampiamente superati dall'appello del Papa per il Tibet.
Li propongo ugualmente in attesa di leggere i commenti di domani
.
R.

Vaticano Replica alle critiche

Sodano: «La bandiera della Chiesa di oggi sono i diritti umani»

Il cardinale Zen: «La libertà religiosa, anche per la Chiesa cattolica, è a tutto vantaggio della nostra patria»

Luigi Accattoli

CITTÀ DEL VATICANO — Il riconoscimento della «libertà religiosa» da parte di Pechino non nuocerebbe alla Cina ma andrebbe a suo «vantaggio»: l'afferma in un'intervista alla Radio Vaticana il cardinale di Hong Kong Joseph Zen Ze-kiun che ha scritto per il Papa la Via Crucis del Venerdì Santo che sarà letta in mondovisione dopodomani al Colosseo. Zen nell'intervista non ha commentato i fatti del Tibet sui quali continua il silenzio dell'ufficialità vaticana, ma ieri tre «portavoce» del Papa — il cardinale Sodano, il vescovo Betori e il direttore dell'«Osservatore Romano» — hanno dato spiegazioni di quel «silenzio » assicurando che la Chiesa difende di «diritti dei popoli» e che Benedetto XVI troverà «i modi e i tempi» per dire la sua anche su questo dramma e magari «nei prossimi giorni».

«Noi da Hong Kong — dice il coraggioso e realista cardinale Zen — siamo in una posizione di osservazione molto favorevole: vediamo molte cose, riceviamo molti messaggi. Purtroppo, qualche volta sembra che le ragioni in negativo siano più forti di quelle in positivo ».
Ed ecco il passaggio importante dell'intervista: «Noi come credenti siamo ottimisti impenitenti, e allora guardiamo al lato buono. Speriamo davvero che tutto ciò che accade nel mondo porti ad una nuova visione delle cose, per cui il nostro governo capisca che una libertà religiosa, anche per la Chiesa cattolica, non nuoce per niente, anzi essa è a tutto vantaggio della nostra patria».
«Siamo tutti vicini al popolo tibetano e al popolo cinese e facciamo appello che presto anche là la concordia si stabilisca » ha detto con spirito ecumenico ieri pomeriggio il cardinale Angelo Sodano, decano del collegio cardinalizio, interpellato dai giornalisti a conclusione dei funerali di Chiara Lubich.
«Ci sono dei diritti dei popoli — ha continuato Sodano — e nessuno li può calpestare. La Chiesa terrà sempre alta la bandiera dei diritti umani ma non tutti i momenti bisogna ripetere le stesse cose. C'è l'ora di dire e c'è l'ora di tacere. Però è evidente che la bandiera dei diritti umani è la bandiera della Chiesa di oggi».

Polemico con chi — sui giornali — accusa il Papa di «silenzio» è stato il commento del vescovo Giuseppe Betori, segretario della Cei, anche lui in risposta a domande dei cronisti: «Benedetto XVI troverà i modi e i tempi per parlare » di quanto sta succedendo in Tibet ma «non possono essere i mass media a decidere i suoi interventi».

«Non si è pronunciato fino ad ora — ha detto infine Gian Maria Vian direttore dell'"Osservatore Romano" in un'intervista a "Liberal quotidiano" — ma nei prossimi giorni è possibile che invece questo avvenga ».

© Copyright Corriere della sera, 19 marzo 2008


Il cardinale Sodano: "La Chiesa preoccupata terrà alta la bandiera dei diritti umani"

CITTÀ DEL VATICANO - «La Chiesa è vicina al Tibet e al popolo cinese, ma i diritti umani vanno sempre salvaguardati». E´ il cardinale decano del Collegio cardinalizio, Angelo Sodano, ad esprimere la «profonda preoccupazione» della Santa Sede per l´attuale repressione in corso nel Tibet. Lo fa alla fine dei funerali di Chiara Lubich celebrati ieri nella basilica di S. Paolo fuori le mura, a Roma.
Il rito era stato presieduto dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, il quale nell´omelia sfiora indirettamente il tema-Tibet sollevando il dramma dei tanti «orrendi crimini contro l´umanità, i conflitti e le guerre che ancora oggi non smettono di insanguinare vaste regioni della terra».
Il cardinale Sodano - che fino allo scorso anno era stato Segretario di Stato - rispondendo ad una domanda sul Tibet e sul silenzio sulla crisi tenuto fino ad oggi dal Papa, puntualizza: «Siamo vicini a tutti, al popolo tibetano come al popolo cinese. Ma i diritti nessuno li può negare. La Chiesa sempre terrà alta questa bandiera. Però - aggiunge forse per spiegare la prudenza del Pontefice - c´è l´ora di tacere e l´ora di parlare perché non in tutti i momenti si può dire qualcosa». E quasi a indiretta conferma delle parole di Sodano, ieri il direttore dell´Osservatore Romano Gian Maria Vian, intervistato da Liberal, ha preannunciato che è «possibile che il Papa intervenga quanto prima sul Tibet». I giorni buoni - ha spiegato - potrebbero essere oggi all´udienza del mercoledì, Venerdì Santo «o il giorno di Pasqua».
(o. l. r.)

© Copyright Repubblica, 19 marzo 2008

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