25 gennaio 2008

Il Papa contro la tv spazzatura: «I media non impongano la violenza e modelli distorti» (Giansoldati per "Il Messaggero")


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Il Papa contro la tv spazzatura: «I media non impongano la violenza e modelli distorti»

di FRANCA GIANSOLDATI

CITTA’ DEL VATICANO - Nel giorno del santo patrono dei giornalisti - San Francesco di Sales - Papa Ratzinger con la lancia in resta si scaglia contro la tv spazzatura e la «pubblicità ossessiva». Poi lancia l’allarme sui rischi di una informazione manipolata. «Occorre evitare che i media diventino il megafono del materialismo economico».
E’ un attacco a tutto tondo nei confronti di un sistema che la Chiesa vorrebbe maggiormente responsabile per «il bene comune, a servizio della persona umana». Se il piccolo schermo propina ai telespettatori programmi decisamente scadenti e poco edificanti è per alzare le percentuali d’ascolto. Colpa dell’audience, un meccanismo infernale al quale fanno da traino trasgressione, volgarità e violenza per «favorire gli ascolti», lamenta il pontefice nel messaggio scritto per la 42esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Non solo. Benedetto XVI all’orizzonte intravede un altro pericolo: che i mass media possano trasformarsi «in sistemi volti a sottomettere l’uomo a logiche dettate dagli interessi dominanti del momento».
E’ il caso, cita nel testo, dell’informazione alterata per fini ideologici così come quello delle raffinate strategie mediatiche studiate a tavolino da esperti per collocare sui mercati prodotti di consumo facendo leva su campagne pubblicitarie martellanti. Col prestesto «di rappresentare la realtà si tende ad imporre e legittimare modelli distorti di vita familiare, personale o sociale». Una denuncia pesantissima.
Per la Chiesa i mass media nel loro insieme dato che «non sono solo mezzi per la diffusione delle idee» dovrebbero essere «strumenti al servizio di un mondo più solidale». La televisione, internet, la radio, la carta stampata, ricorda Papa Ratzinger, hanno contribuito in maniera decisiva «all’alfabetizzazione e alla socializzazione, come pure allo sviluppo della democrazia e del dialogo tra i popoli». «Senza il loro apporto sarebbe davvero difficile favorire e migliorare la comprensione tra le nazioni, dare respiro universale ai dialogi di pace, garantire all’uomo il bene primario dell’informazione, assicurando nel contempo, la libera circolazione del pensiero». Purtroppo, però, attraverso i mass media, annota, vengono proposti modelli di sviluppo sbagliati che «aumentano anzichè ridurre il divario tecnologico tra i paesi ricchi e quelli poveri».
La domanda che si fa Benedetto XVI è se sia «saggio» lasciare tv, radio e internet «asserviti a un protagonismo indiscriminato» o peggio ancora lasciare che finiscano «in balia di chi se ne avvale per manipolare le coscienze». Se usati bene, invece, i mezzi di comunicazione sono elementi «preziosi» per aiutare i popoli a rafforzare le relazioni e i processi sociali. Il j’accuse papale contro l’eccesso di pubblicità non è però piaciuto a Oliviero Toscani: «Perchè condannare la pubblicità se l'ha inventata la Chiesa». Per il guru della comunicazione «la Cappella Sistina è un esempio di pubblicità ingannevole. Ad oggi, infatti, nessuno ha mai provato l'esistenza di Dio, della Madonna, di Cristo, del paradiso, dell’inferno e del purgatorio».

© Copyright Il Messaggero, 25 gennaio 2008 consultabile online anche qui

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve Raffaella,avrei molto piacere di contattarvi in merito a questo argomento a me molto a cuore,come posso muovermi? Serena

Anonimo ha detto...

C'e' la mail del blog :-)