24 gennaio 2008

In Sala Stampa, mons. Celli presenta il Messaggio del Papa e risponde a tutto campo sui media cattolici e l'etica dell'informazione


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In Sala Stampa, mons. Celli presenta il Messaggio del Papa e risponde a tutto campo sui media cattolici e l'etica dell'informazione

Stamani, dunque, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa vaticana, ha avuto luogo la Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio. Sono intervenuti, tra gli altri, mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali e mons. Paul Tighe, segretario del medesimo Pontificio Consiglio. Ha seguito per noi l’evento Alessandro Gisotti:

Il messaggio del Papa per le comunicazioni sociali torna ad essere presentato in Sala Stampa. Un segno di presenza importante, ha esordito mons. Celli, che ha voluto sottolineare come il dicastero vaticano da lui guidato, vuole essere, nel servizio alla Chiesa, una “voce amica di tutti gli operatori che ritengono sia loro dovere favorire una corretta informazione”. Tante le domande dei giornalisti per il nuovo presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali. Mons. Celli ha innanzitutto risposto sulla possibilità di un maggior coordinamento dei media vaticani, prendendo spunto dalla Messa celebrata stamani nella cappella della nostra emittente:

“Credo che sia stato molto bello che, questa mattina, alla celebrazione eucaristica in onore di San Francesco di Sales, ci fosse presente sì la Radio Vaticana, ma anche l’Osservatore Romano. E abbiamo cominciato ad accogliere anche amici dei media e quindi agenzie di stampa, che erano venuti. Vediamo come poter arrivare a fare una proposta omogenea dove si salva l’identità di ogni realtà che è già operativa, ma dove si mettono in essere dei concreti atteggiamenti per un migliore coordinamento”.

Mons. Celli si è così soffermato sulla dimensione etica dell’informazione, così a cuore a Benedetto XVI. Il presule ha annunciato che verrà aperto “un forum tecnologico per una riflessione più ampia sulla teologia della comunicazione” e ha ribadito l’urgenza di un approfondimento sulla formazione dei giornalisti. Quindi, ha spiegato il senso della parola “info-etica”, coniata dal Santo Padre in questo Messaggio:

“Uno dei temi forti che emerge è l’etica, perché ancora una volta il Papa lo sottolinea, è l’uomo che è all’origine di questa ricchezza dei media di oggi ed è l’uomo che è destinatario di ciò che i media producono. Il Papa nel suo messaggio conia questa nuova parola: ‘infoetica’”.

L’uomo deve diventare il vero riferimento per tutti i mass media non solo cattolici, ha proseguito mons. Celli. Benedetto XVI, ha detto ancora, riconosce gli aspetti positivi per l’umanità dei mezzi di comunicazione sociale. Tuttavia, non manca di indicare il rischio che i media possano creare piuttosto che rappresentare i fatti. E ancora possano influire negativamente sugli stili di vita delle persone. Il capo dicastero ha rivelato che è al vaglio la possibilità di realizzare un’intervista al Papa con giornalisti di lingua inglese, forse in vista del viaggio apostolico negli Stati Uniti. Quindi, ha messo l’accento sulla sfida posta dal Magistero di Benedetto XVI agli operatori dei media:

“Abbiamo un magistero pontificio di estrema chiarezza e di profonde riflessioni. Direi, un Papa che ci dà la testimonianza di essere uno strenuo ricercatore della verità, anche se alle volte questo suo stile può causare situazioni difficili e lascia pensosi determinati settori dell’umanità. Ma certo ha, e lui stesso lo ha detto e a me ha fatto molto piacere, questo suo amore per la ricerca della verità”.

La Chiesa, è stata la riflessione di mons. Celli, non è una “torre d’avorio”. La Chiesa sa accogliere, capire, dialogare. E i mezzi di comunicazione cattolici - ha detto - dovrebbero essere lo specchio di questa realtà:

“I nostri media non devono diventare strumenti di un fondamentalismo religioso. Non è questo che cerchiamo! E neanche di integralismi culturali, ma devono essere espressione di una diaconia della cultura. Dovrebbero essere, ancora una volta, strumenti di insegnamento e di cosa significa dialogare ed essere uomini che rispettano le posizioni degli altri, che sanno accogliere. Ecco perché – e lo sottolineo nuovamente – non stiamo cercando fondamentalismi religiosi”.

Mons. Celli ha auspicato di poter presto avere due collaboratori in più nel dicastero da lui presieduto: un asiatico e un mediorientale. Quindi, ha annunciato che entro il primo semestre del 2008 si terranno due convegni internazionali promossi dal Pontificio Consiglio, il primo dedicato alla comunicazione nelle università e il secondo rivolto ai responsabili delle radio cattoliche.

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