24 gennaio 2008

Mons. Plotti, arcivescovo di Pisa: "La Chiesa sbaglia a seguire i teocon" (Galeazzi per "La Stampa")


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Grazie ad Eufemia possiamo leggere questa intervista di Galeazzi a Plotti:

“La Chiesa sbaglia a seguire i teocon”

Monsignor Plotti: cattolici gli “atei devoti”? E’ dubbio

GIACOMO GALEAZZI

Monsignor Alessandro Plotti, arcivescovo di Pisa e vicepresidente uscente della Cei, prima il Papa-day convocato da Ruini a piazza San Pietro, poi l'affondo di Bagnasco. E' la spallata della Cei al governo?

«Bagnasco ha puntato su temi caldi come l’aborto e la famiglia, ha tracciato una linea netta. Ma non è che se cade il governo i problemi dell’Italia si risolvono anzi le emergenze sociali si accentuano. La governabilità è un valore e non si può prescindere dal dialogo con le istituzioni italiane. Quello dialettico è un orientamento inevitabile come ha dimostrato nei mesi scorsi l’approccio collaborativo della Segreteria di Stato vaticana. Tra le due sponde del Tevere il clima di sospetto reciproco è dannoso. In questo momento Bagnasco ha sentito il dovere di richiamare una serie di valori. Domenica all’Angelus a San Pietro il Papa è stato molto contenuto nel suo intervento. Malgrado le bandiere in piazza».

Bandiere come ad un comizio politico?

«Purtroppo sono i movimenti cattolici che hanno questa mania degli striscioni e delle bandiere. Ovunque vadano non sono capaci di stare normalmente in mezzo alla gente. Li abbiamo visti ai raduni di Loreto, al Family day, alle udienze papale del mercoledì. Purtroppo le associazioni e i movimenti ecclesiali hanno questa mania di presenzialismo e di visibilità e così si diventa più papalini del Papa. C’è il rischio di un effetto-boomerang che faccia rinascere umori anticlericali».

In Spagna dopo la sovra-esposizione della Chiesa con Aznar, è arrivato Zapatero. In Italia?

«E' possibile anche qui che tutta questa presenza cattolica nella vita pubblica ottenga il risultato opposto a quello sperato.. Di sicuro bisogna stare attenti a non esasperare le divisioni e a non alzare troppi steccati. Occorre piuttosto cercare di trovare punti di approccio, di riferimento e di dialogo. Sul territorio, nelle parrocchie, nelle attività pastorali ordinarie, questo clima di collaborazione esiste. Per tradizione la Chiesa italiana ha sempre saputo dialogare anche in contesti radicalmente laici e con i "mangiapreti". E’ una lezione da non perdere, anzi da recuperare, altrimenti tutto diventa interpretazione politica».

E se invece continua il "muro contro muro"?

«Il grosso pericolo e l'errore è che la Chiesa si faccia dettare l’agenda dagli atei devoti e dai teocon. Tanto più che sulla cattolicità di queste persone si può sicuramente avere più di qualche dubbio. Guai se la Chiesa deve farsi difendere da loro. E’ un momento difficile. Dobbbiamo stare attenti che la fede non diventi “instrumentum regni” per chi invece di servire la Chiesa, se ne serve in logiche di potere. E' un’operazione tanto più pericolosa perché avviene nel vuoto di una politica di alto livello. Nel travaglio in cui stiamo vivendo c’è una specie di supplenza».

Colpa anche dei politici cattolici?

«Finita la stagione della Dc, si diceva che i cattolici impegnati in politica dovessero essere uniti sui valori. Ma ciò in concreto non avviene. Allora è chiaro che la Chiesa si trova anche un po’ spiazzata perché latita la visione cristiana della vita, della politica, della società.Non abbiamo un laicato maturo che sappia tradurre tutto questo in gesti e decisioni credibili. Se dobbiamo andare dietro alle bandiere degli atei devoti e dei tecon, c'è di che temere. E' sicuramente un errore che vengono avanti gli opportunisti che approfittano delle situazioni di crisi per consolidare questa difesa della Chiesa che poi è molto superficiale e molto formale. E che poi, in realtà, è una difesa di loro stessi».

Con quali pericoli?

«Se non stiamo attenti la Chiesa rischia di essere tirata dentro in una guerra per bande e non c’è mai un momento in cui si possa fare una verifica seria e anche spietata su certi orientamenti. Ci risiamo sempre sui soliti problemi che poi di fatto sono insolubili, perchè la difesa della famiglia è sacrosanta però sappiamo perfettamente che poi verranno fuori altre forme di unioni. La moratoria per l’aborto, per esempio, è un’altra invenzione estemporanea. Ma perché si è mai sentito un cattolico difendere l’aborto?».

© Copyright La Stampa, 24 gennaio 2008

Resto seriamente basita di fronte ad un'intervista come questa.
Sono sicura che Mons. Plotti, arcivescovo di Pisa, ha manifestato i suoi dubbi nella sede opportuna (la Cei). Non vedo dunque la necessita' di rilasciare un'intervista comunque...mi adeguo!
Abbiamo gia' avuto modo di ricordare che Zapatero non fu eletto a causa dell'ingerenza, inesistente, della Chiesa ma a causa delle bombe nella stazione di Madrid per le quali Aznar incolpo' l'Eta.
Grazie a Dio all'Angelus di domenica c'erano tanti bellissimi striscioni dei movimenti cattolici che non sono certo partiti politici! Mi sarebbe piaciuto vedere anche qualche cartello delle diocesi, ma non ne ho visti molti...purtroppo
!
R.

9 commenti:

euge ha detto...

Cara raffaella io invece non mi meraviglio affatto di questa intervista......... si sà come la pensa Plotti non è un mistero!!!!!!!
Rimane comunque la'marezza di sentire rilasciate certe interviste se consideriamo che la chiesa nel suo interno dovrebbe essere unita ed in comunione con il suo Pontefice! Purtroppo, sappiamo benissimo che così non è quindi nessuna meraviglia; solo tanto tanto dispiacere ed una forte rabbia.

Anonimo ha detto...

Mi meraviglio che una persona inteligente come mons.Plotti puo dire cose di questo genere. Se non mi sbaglio l'arcivescovo Plotti ha compiuto gia 75 anni e deve lasciare le cariche. Speriamo che il nuovo arcivescovo sara una persona obbediente.

euge ha detto...

Lo spero anch'io caro anonimo!!!!!

gemma ha detto...

beh...tema vecchio questo, e già a suo tempo, al convegno di Verona, aveva espresso qualche opinione analoga il cardinal Tettamanzi.
Ciò che secondo me ci si ostina a non capire è che, come sul sociale sia possibile fare un pò di strada insieme anche a certa sinistra dichiaratamente anticlericale (senza che alcuni illustri monsignori si indignino per questo, anzi...), su tutto ciò che riguarda i grandi temi etici (in fondo non attribuibili a nessuna fazione politica) si possa fare altrettanto con chi ne condivide l’orientamento, senza per questo svendere o dividere la Chiesa, alle cui divisioni, più che gli atei devoti, mi pare contribuiscano coloro che ne sono all’interno. Non è necessario essere credenti per ricusare l'aborto come fatto culturale.
Non credo che le questioni etiche debbano essere necessariamente meno importanti di quelle sociali per la Chiesa e che questa debba adattarsi in maniera passiva alla consuetudine del suo tempo, senza interagire perché “tanto così va il mondo” o perché si tratta di una battaglia in cui è destinata a perdere. Riguardo alle strumentalizzazioni dei suoi adepti, non ne è immune nessuno: né chi cede a quelle della destra, né chi, evidentemente, cede a quelle della sinistra .
Questo tono dispregiativo nei confronti della massa che manifesta gioia, poi, tipico di certa intelligenzia che considera sempre il popolo che esterna sentimenti stupido o manipolato, tranne quando marcia per la pace o contro la pena di morte per i condannati, mi fa venire voglia di identificarmi con quella folla, anche se non ero presente. E se contro la pena di morte si è potuto marciare coi radicali e contro la guerra con no global e sinistra estrema (in entrambe i casi tra gli applausi), credo si possa anche provare a fare qualche gradino insieme a Giuliano Ferrara (tra gli scherni e le contestazioni).

gemma ha detto...

PS: ma Marco Tosatti non lavora più per La Stampa???

brustef1 ha detto...

E' la solita "linea Martini": Chiesa catacombale e assente dal contesto sociale, al massimo "serpeggiante". Buona poi la boutade degli striscioni, schifosa abitudine dei movimenti cattolici: è noto che al "gay pride", allo stadio e durante i cortei sindacali mancano del tutto, e se (raramente) ce n'è qualcuno viene prima riveduto e approvato da lina sotis

mariateresa ha detto...

è sempre il solito Mons. Plotti; non c'è nulla di nuovo. Stupisce però che argomenti in questo modo piccolino e anche con una punta di puzza sotto il naso.
Ecco, l'ho detto.

Anonimo ha detto...

Io invece sono d'accordo col richiamo di Mons.Plotti. Penso anch'io che la Chiesa è portatrice di un messaggio talmente grande e irriducibile da impedirle ogni confusione col linguaggio politico, o ideologico, o culturale. Il Vangelo supera ogni cultura. Quindi dobbiamo fare attenzione ad ogni identificazione fra ciò che è la Chiesa e ciò che è una posizione politica o culturale.

Anonimo ha detto...

Non ho parole di fronte a tanta cecità...spero che monsignore una volta lasciata la cattedra di Pisa possa avere tempo per riflettere sul mare di cretinate (per non dire peggio) che dice e che purtroppo pensa.
W Benedetto XVI
W la Tradizioe