24 gennaio 2008

La Chiesa e le "strane coincidenze" dei mass media ("Il Tempo")


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Bagnasco vede meglio dei politici

Luca Volontè

Accanto alle preoccupazioni condivisibili espresse nella sua prolusione, il Cardinale Angelo Bagnasco ha mostrato anche il volto rigoroso di una Chiesa forte e decisa. Se vogliamo anche severa, ma sempre leale. Anche nei suoi «no» la Chiesa ama.
Ma quali ingerenze? Dal presidente della Cei è giunto un appello affettuoso nei confronti del Paese, cui occorre rispondere con responsabilità. L'estremismo illiberale che ieri ha negato la parola al Santo Padre oggi mira a non aggiornare la 194, a distorcere la legge 40 e a cancellare dall'agenda politica l'emergenza nazionale della famiglia.
La Chiesa si preoccupa per i veri problemi di un'Italia allo sbando: dalla tutela della sacralità della vita ai bilanci familiari, dalla sicurezza sul lavoro all'emergenza rifiuti. Da buon pastore, Bagnasco ha richiamato tutti, in particolare ai politici di ispirazione cristiana, a una maggiore dedizione rispetto alle grandi questioni del Paese. Insomma, una prolusione limpida, quasi una lectio magistralis che non ha fatto alcun moralismo, semmai ha regalato un esempio di insegnamento morale di cui far tesoro. Lo dimostra il clima di intolleranza generato in questi ultimi giorni dalla lettera anti-Ratzinger.
Alle preoccupate parole di Bagnasco si è preferito opporre di tutto, da «Mastella e il Papa» che aprono la crisi di «Liberazione», fino alla battutaccia del «Piove sul Bagnasco». Letture parzialissime anche sui quotidiani un tempo d'alto bordo, nei quali è bene segnalare l'Emanuele Severino che attacca l'onnivora scienza, ma pure i monoteismi. Niente di male. Malissimo invece sottovalutare, come nel settembre scorso, la prolusione del Presidente della Cei. A settembre si inventarono scandali inesistenti pur di annebbiare le parole preoccupate sul «Paese spaesato». Alla stessa stregua, una buona razione di interessi mirati spinse al silenzio sulle preoccupazioni di Istat, Censis e del Governatore della Banca d'Italia sulla situazione di emergenza di famiglie e imprese.
L'altroieri è nata stranamente la proposta di Tettamanzi, per sviare dall'appello di Bagnasco. La realtà, così opposta ai sogni di gloria elettoralistici, viene censurata, e con essa chiunque richiami all'emergenza che vivono le famiglie. Peccato, un'occasione per rimboccarsi le maniche che molti ritengono di rispedire al mittente con tanto di «patacche e d'insulti». Già visto in occasione dell'Angelus di domenica, quando piccoli «Eugenii» e «Spinelli» d'annata vollero commentare a priori la preghiera dei 200mila a San Pietro.

Per coincidenza, il giorno dopo, l'orologio svizzero dell'Eurispes certificò la flessione di popolarità della Chiesa. Tanto in calo che i giovani a Loreto erano centinaia di migliaia, quelli a San Pietro 200mila senza né treni, né pullman e neanche un pranzo al 'sacco' sindacale...Occorre ripartire dalla ragione che allarga l'orizzonte. E' l'unica via d'uscita.

© Copyright Il Tempo, 24 gennaio 2008 consultabile online anche qui

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