24 gennaio 2008

I media al bivio tra protagonismo e servizio: presentato il Messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (Radio Vaticana)


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I media al bivio tra protagonismo e servizio: presentato il Messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali

I mass media siano al servizio dell’uomo e non diventino "il megafono del materialismo economico e del relativismo etico, vere piaghe del nostro tempo": è quanto scrive il Papa nel Messaggio per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si svolgerà il 4 maggio sul tema “I mezzi di comunicazione sociale: al bivio tra protagonismo e servizio. Cercare la verità per condividerla”. Il Messaggio è stato presentato questa mattina nella Sala Stampa vaticana in coincidenza con la memoria di San Francesco di Sales, Patrono della stampa cattolica. Ce ne parla Sergio Centofanti.

“L’umanità si trova oggi di fronte a un bivio” – scrive il Papa: i mass media, come accade per il progresso, offrono “inedite possibilità per il bene”, ma aprono “al tempo stesso possibilità abissali di male che prima non esistevano”. Infatti “grazie ad una vorticosa evoluzione tecnologica, questi mezzi hanno acquisito potenzialità straordinarie”: “è innegabile” - afferma – il loro contributo all’alfabetizzazione, allo sviluppo della democrazia e al dialogo tra i popoli. Tuttavia – aggiunge - non devono essere solo "mezzi per la diffusione delle idee", ma "anche strumenti al servizio di un mondo più giusto e solidale”. C’è invece “il rischio che essi si trasformino … in sistemi volti a sottomettere l’uomo a logiche dettate dagli interessi dominanti del momento”:

“E’ il caso di una comunicazione usata per fini ideologici o per la collocazione di prodotti di consumo mediante una pubblicità ossessiva. Con il pretesto di rappresentare la realtà, di fatto si tende a legittimare e ad imporre modelli distorti di vita personale, familiare o sociale. Inoltre, per favorire gli ascolti, la cosiddetta audience, a volte non si esita a ricorrere alla trasgressione, alla volgarità e alla violenza. Vi è infine la possibilità che, attraverso i media, vengano proposti e sostenuti modelli di sviluppo che aumentano anziché ridurre il divario tecnologico tra i paesi ricchi e quelli poveri”.

“Occorre pertanto chiedersi - scrive il Pontefice - se sia saggio lasciare che gli strumenti della comunicazione sociale siano asserviti a un protagonismo indiscriminato o finiscano in balia di chi se ne avvale per manipolare le coscienze”. Devono invece restare “al servizio della persona e del bene comune”. Il Papa pone in evidenza una svolta, anzi una “vera e propria mutazione di ruolo” dei media che desta la preoccupazione della Chiesa:

“Oggi, in modo sempre più marcato, la comunicazione sembra avere talora la pretesa non solo di rappresentare la realtà, ma di determinarla grazie al potere e alla forza di suggestione che possiede. Si costata, ad esempio, che su talune vicende i media non sono utilizzati per un corretto ruolo di informazione, ma per ‘creare’ gli eventi stessi”.

Il Papa rileva quindi che, per la loro incidenza sulle coscienze, gli strumenti della comunicazione sociale hanno assunto un ruolo importante in quella che definisce la “sfida cruciale del terzo millennio” ovvero “la questione antropologica”. In gioco sono le dimensioni costitutive dell’uomo: la vita umana, il matrimonio, la famiglia, la pace, la giustizia, la salvaguardia del creato. E “quando la comunicazione perde gli ancoraggi etici e sfugge al controllo sociale” rischia “di condizionare … la libertà e la vita stessa delle persone. Ecco perché – aggiunge - è indispensabile che le comunicazioni sociali difendano gelosamente la persona e ne rispettino appieno la dignità”. E in questo senso sottolinea la necessità di una “info-etica”, così come esiste la bio-etica nel campo della medicina e della ricerca scientifica legata alla vita:

“Occorre evitare che i media diventino il megafono del materialismo economico e del relativismo etico, vere piaghe del nostro tempo. Essi possono e devono invece contribuire a far conoscere la verità sull’uomo, difendendola davanti a coloro che tendono a negarla o a distruggerla. Si può anzi dire che la ricerca e la presentazione della verità sull’uomo costituiscono la vocazione più alta della comunicazione sociale”.

Si tratta di “un compito esaltante” – prosegue il Papa - che, grazie ai nuovi media, “ci riguarda tutti, perché tutti, nell’epoca della globalizzazione, siamo fruitori e operatori di comunicazioni sociali”. “L’uomo è alla ricerca della verità” e “la verità che ci rende liberi è Cristo” – conclude il Papa: “non manchino comunicatori coraggiosi e autentici testimoni della verità… fedeli alla consegna di Cristo e appassionati del messaggio della fede”.

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