23 ottobre 2008

Sinodo, liturgia, omelie, esegesi ma anche dialogo con islam ed ebraismo e impegno di pace nei «teatri» di conflitto (Mazza)


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SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

i lavori del Sinodo

Liturgia, omelie, esegesi ma anche dialogo con islam ed ebraismo e impegno di pace nei «teatri» di conflitto: Ouellet e Monsengwo Pasinya hanno presentato l’elenco delle «proposizioni»

Quella Parola che unisce e riconcilia

Salvatore Mazza

DA ROMA

Sono stati il relatore generale e il segre­tario speciale del Sinodo, il cardinale Marc Ouellet e monsignor Laurent Monsengwo Pasinya, a presentare ieri in au­la l’elenco delle 53 proposizioni unificate, una cui sintesi è stata riportata ieri dalla Ra­dio Vaticana. A partire da una premessa sui grandi benefici, sia teologici che pastorali, portati dalla Dei Verbum (la Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione siglata 40 anni fa), i Padri sinodali, secondo quan­to riferisce l’emittente, hanno innanzitutto espresso l’auspicio che i fedeli crescano nel­la consapevolezza della Parola di Dio, della sua forza salvifica, ma anche che la Chiesa rafforzi la sua vocazione missionaria.
Sul piano dell’azione, l’Elenco unico delle Proposizioni suggerisce di guardare alla ri­conciliazione portata dal Verbo divino. In situazioni di conflitti etnici e di tensioni in­terreligiose, quindi, si è auspicato l’impe­gno dei cattolici nella costruzione di ponti di dialogo per costruire una società più ar­moniosa. In questo senso – si è detto – è im­portante che ogni fedele abbia la propria Bibbia personale.
Quanto alla liturgia viene auspicato che la Sacra Scrittura abbia un posto visibile nel­le chiese e che il ruolo dei lettori sia stu­diato ed approfondito, anche guardando alle nuove tecniche della comunicazione e all’uso di impianti sonori adeguati. Cen­trale la necessità di omelie che invitino al­la missione, preparate con la preghiera e nutrite con la dottrina, magari con ausilio di un direttorio omiletico da istituire a li­vello 'centrale'. Allo stesso modo, s’è accennato alla revi­sione del Lezionario, per renderlo più ade­guato ai tempi moderni, e all’importanza della donna non solo nella famiglia e nella catechesi, ma anche nel lettorato biblico. Affrontato anche il tema della Lectio divina, da promuovere nelle parrocchie, nelle fa­miglie, nei movimenti ecclesiali, nella for­mazione dei futuri sacerdoti, e della cate­chesi, perché la formazione del battezzati sia continua e non si riduca solo all’ammi­nistrazione dei sacramenti. Poi, sulla scia dell’intervento in Aula di Benedetto XVI, pronunciato il 14 ottobre, si è parlato del­l’esegesi biblica e della necessità di supera­re il dualismo tra esegesi e la teologia, così come di guardare all’ermeneutica sia stori­ca che di fede. Ovvio l’ampio riferimento anche al tema della missione, con un preoccupato accen­no per il fenomeno delle sètte, che, s’è det­to, è da studiare per fronteggiarlo al meglio. Così come molto sottolineato è stato il te­ma del dialogo, con gli ebrei, a partire dalla piattaforma comune dell’Antico Testamen­to, e con i musulmani, centrato sull’ele­mento comune dell’unico Dio.

© Copyright Avvenire, 22 ottobre 2008

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