8 ottobre 2008

Il Papa: "Bisogna cambiare il nostro concetto di realismo" (Politi)


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"I soldi sono niente, solo Dio è sicuro"

Ratzinger e il crollo delle banche: sbaglia chi costruisce su successo e carriera

MARCO POLITI

CITTÀ DEL VATICANO - Fidarsi della Bibbia è meglio che affidarsi ai subprime. A sorpresa papa Ratzinger attualizza l´apertura del Sinodo internazionale dei vescovi, dedicato alla Sacra Scrittura, evocando la solidità della parola di Dio rispetto alla rincorsa vana del denaro.
Solo la parola di Dio apparentemente così debole, ha detto ieri mattina il pontefice, è il fondamento di tutto, è «stabile come il cielo e più che il cielo», anzi è la vera realtà.
Di colpo, Benedetto XVI ha esclamato: «Vediamo adesso nel crollo delle grandi banche che i soldi scompaiono, sono niente e tutte queste cose, che sembrano vere, in realtà sono di secondo ordine».
Quindi, ha spiegato, bisogna cambiare il nostro concetto di realismo. Bisogna abbandonare l´idea che la materia, le cose che si toccano, siano la realtà più solida e sicura.
E qui ha citato l´esempio di Cristo che, nel "Discorso della montagna", parla delle due possibilità di costruire la casa della propria vita: sulla sabbia o sulla roccia. «Sulla sabbia costruisce - ha scandito Ratzinger - chi costruisce solo sulle cose visibili e tangibili, sul successo, sulla carriera, sui soldi. Apparentemente queste sono le vere realtà. Ma tutto questo un giorno passerà».
Il sapore di attualità del discorso papale non è estemporaneo. Il Vaticano sta seguendo con grande preoccupazione e realismo l´evolversi del crac in America con le sue ripercussioni sui mercati internazionali. L´Osservatore è già intervenuto tre volte in un mese con articoli di peso sulla vicenda. Il 19 settembre ha fustigato la «diffusa irresponsabilità e la sconnessione del mercato finanziario» statunitense, ipotizzando che il danno alle famiglie potrebbe crescere ancora.
Il 23 settembre, con un articolo di Ettore Gotti Tedeschi, ha ipotizzato scelte drastiche. La crisi dei mercati dimostra che «lo sviluppo finanziario non è sostenibile. Quindi o si ritorna a uno sviluppo reale, fatto di equilibrata crescita demografica, o ci si deve preparare a vivere con sobrietà». Mettendo sotto accusa «ingordigia di manager e mancanza di controlli», l´Osservatore ha invocato di fatto una svolta etica, perchè «l´economia mondiale non può essere gestita empiricamente, forzando il mercato a barare». Ma già a febbraio, durante la sessione del Consiglio economico sociale dell´Onu. il rappresentante vaticano monsignor Celestino Migliore aveva auspicato che fossero protetti «dal collasso finanziario» i redditi bassi delle famiglie e dei lavoratori.
E ancora pochi giorni fa il giornale vaticano è tornato sull´argomento, parlando di tramonto di un certo tipo di capitalismo finanziario e speculativo, «cresciuto troppo e male negli ultimi due decenni». Tuttavia le gerarchie ecclesiastiche sono convinte che non basti studiare regole per controllare il sistema finanziario, ma sia venuto il momento di riesaminare anche un´altra causa profonda della crisi: gli stili di vita e di consumo occidentali.
Dunque, fa capire Benedetto XVI, è importante tornare a Dio e a vivere secondo la sua parola. Al Sinodo ha ripetuto il concetto ben due volte. «Chi costruisce la sua vita sulla materia, sul successo, su tutto quello che appare, costruisce sulla sabbia».
Sottolinea l´Osservatore di oggi che il Papa non fa discorsi di maniera, ma è realista.

© Copyright Repubblica, 7 ottobre 2008 consultabile online anche qui.

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