6 ottobre 2008

Sinodo, la roccia e la sabbia: l'apertura dei lavori con le parole del Papa (Sir)


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SINODO DEI VESCOVI - La roccia e la sabbia

L’apertura dei lavori con le parole del Papa

Dopo le cerimonie nella basilica di San Paolo fuori Le Mura di domenica 5 ottobre per l’apertura solenne, nella mattina di lunedì 6 ottobre i lavori del Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio sono entrati nel vivo.
Il Papa ha proposto una meditazione ai padri sinodali, che ha avuto un’eco particolare nell’opinione pubblica, perché commentava il Sermone della Montagna in cui si fa cenno alla “casa costruita sulla roccia”. Di seguito le parole del Papa e la sintesi degli altri interventi del primo giorno dei lavori.

I soldi scompaiono.

“Alla fine del Sermone della Montagna il Signore ci parla delle due possibilità di costruire la casa della propria vita: sulla sabbia e sulla roccia. Sulla sabbia costruisce chi costruisce solo sulle cose visibili e tangibili, sul successo, sulla carriera, sui soldi. Apparentemente queste sono le vere realtà. Ma tutto questo un giorno passerà. Lo vediamo adesso nel crollo delle grandi banche: questi soldi scompaiono, sono niente. E così tutte queste cose, che sembrano la vera realtà sulla quale contare, sono realtà di secondo ordine”. È quanto ha affermato Benedetto XVI nella meditazione tenuta in apertura dei lavori della XII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. “Chi costruisce la sua vita sulla materia, sul successo, su tutto quello che appare – ha detto il Papa - costruisce sulla sabbia. Solo la Parola di Dio è fondamento di tutta la realtà, è stabile, come il cielo e più che il cielo, è la realtà. Quindi dobbiamo cambiare il nostro concetto di realismo. Realista è chi riconosce nella Parola di Dio, in questa realtà apparentemente così debole, il fondamento di tutto”.

Dio e il suo popolo.

“Lo scopo del Sinodo è prevalentemente pastorale e missionario. Consiste nell’ascoltare insieme la Parola di Dio per discernere come lo Spirito e la Chiesa aspirano a rispondere al dono del Verbo incarnato mediante l’amore per le Sacre Scritture e l’annuncio del Regno di Dio a tutta l’umanità”. Lo ha detto il card. Marc Ouellet, relatore generale al Sinodo dei vescovi, nel suo discorso di apertura (“Relatio ante disceptationem”). “Il Sinodo – ha spiegato – proporrà delle linee guida pastorali per «rafforzare la pratica di incontro con la Parola di Dio come fonte di vita», facendo il punto sulla recezione del Concilio Vaticano II sulla Parola di Dio e il suo legame con il rinnovamento ecclesiologico, l’ecumenismo e il dialogo con le nazioni e con le religioni”. Il cardinale ha poi spiegato che “grazie alla visione trinitaria e cristocentrica del Concilio Vaticano II, la Chiesa ha rinnovato la consapevolezza del suo mistero e della sua missione. La Costituzione dogmatica Lumen Gentium e la Costituzione pastorale Gaudium et Spes sviluppano una ecclesiologia di comunione che si basa su una concezione rinnovata della Rivelazione... Hanno così gettato le basi di un incontro e di un dialogo più vivo tra Dio che chiama e il suo popolo che risponde”.

Nell’anno paolino.

Un cordiale saluto” e “l’auspicio che la partecipazione alla XII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi possa favorire una migliore conoscenza della Parola di Dio affinché ognuno possa riscoprirsi amato da Dio e progredire, con rinnovato entusiasmo, nel cammino della santità, per il bene della Chiesa e del mondo intero”. Con questi “sentimenti” mons. Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi, si è rivolto ai 253 padri sinodali giunti a Roma dai cinque continenti per partecipare al Sinodo. “La persona di San Paolo e il suo messaggio – ha ricordato mons. Eterović nella sua relazione – accompagneranno in modo particolare i lavori sinodali che hanno luogo nel corso dell’Anno Paolino”.
Solo nella “viva Tradizione ecclesiale” la Sacra Scrittura può e deve “essere compresa come autentica Parola Di Dio”, ha ricordato il card. William Levada, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, intervenendo alla prima Congregazione generale. “Ciò comporta – ha detto il cardinale – il rifiuto di ogni interpretazione soggettiva o puramente esperienziale o frutto di una analisi unilaterale, incapace di accogliere in sé il senso globale che nel corso dei secoli ha guidato la Tradizione dell’intero popolo di Dio”. “In questo orizzonte – ha proseguito il prefetto – nasce la necessità e la responsabilità del Magistero, chiamato a essere interprete autentico della stessa Parola di Dio a servizio dell’intero popolo cristiano e per la salvezza di tutto il mondo. E anche noi singoli vescovi conosciamo bene quanto siano grandi le nostre responsabilità come legittimi successori degli Apostoli e quanto da noi attenda la società di oggi, alla quale abbiamo il dovere di trasmettere le verità che abbiamo, a nostra volta, ricevuto”.

Un libro da contemplare.

“Il cristianesimo non è la religione del Libro ma è la religione della Parola": lo ha detto il card. Marc Ouellet, rispondendo alle domande dei giornalisti in conferenza stampa. "Dio – ha ricordato – vuole anzitutto donarsi all'uomo attraverso la sua Parola e questo dischiude una dimensione personale della fede per ciascun uomo. La Sacra Scrittura ci permette di comunicare con Dio e necessita di una interpretazione in comunione tra tutti gli appartenenti alla Chiesa”. “La Parola è il fondamento del disegno di alleanza tra Dio e l'uomo e quindi è più importante della creazione stessa. Se l'uomo mette il proprio fondamento sul denaro, sul potere o sul piacere, costruisce sulla sabbia": così mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, rispondendo a domande circa le ricette della Chiesa per il mondo delle banche e della finanza. Lo spunto veniva dalle parole del Papa pronunciate in mattinata di lunedì, quando ha accennato alla crisi delle banche. "Non mi piace parlare di un medico o un ingegnere cattolico – ha proseguito mons. Celli – perché ogni credente dovrebbe avere il proprio rapporto personale con la Parola e da essa trarre l'ispirazione per la propria professione nel mondo. Ciò vale quindi anche per coloro che operano in campo finanziario, chiamati a verificare la propria attività alla luce di quanto insegna la Scrittura”.

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