6 ottobre 2008

SINODO DEI VESCOVI: IL RABBINO COHEN, “LA MIA PRESENZA È SEGNALE DI SPERANZA”


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SINODO DEI VESCOVI: IL RABBINO COHEN, “LA MIA PRESENZA È SEGNALE DI SPERANZA”

“La mia presenza al Sinodo è un segnale di speranza, un messaggio di amore, di coesistenza e di pace per le nostre generazioni e per quelle future”.
È quanto ha affermato il rabbino capo di Haifa, Shear-Yashuv Cohen, intervenendo oggi pomeriggio alla seconda congregazione generale del Sinodo dei vescovi.
Per la prima volta un rabbino, e un non cristiano, si è rivolto ai padri sinodali. Shear-Yashuv Cohen ha posto questa presenza al Sinodo “nella scia di quanto iniziato da Giovanni XXIII, che ha raggiunto il suo vertice nella vita e nell'opera di Giovanni Paolo II”. Parlando del ruolo delle Sacre Scritture nella storia e nella vita del popolo ebraico il rabbino ha ricordato che “sono al centro, anche in senso fisico, dei riti ebraici e nella vita stessa delle persone.
Sin da piccoli i bambini vengono introdotti allo studio delle Sacre Scritture, che spesso vengono anche imparate a memoria”. Shear-Yashuv Cohen è uno dei tre invitati speciali di Benedetto XVI. Gli altri due sono A.Miller Milloy, segretario generale dell’United Bible Societies, e frère Alois, priore della Comunità di Taizé. All’intervento del rabbino è seguito quello del cardinale Albert Vanhoye, il quale ha illustrato il documento della Pontificia Commissione Biblica “Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana”, pubblicato nel 2001.

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Rabbino a Sinodo Vaticano: Aiutate a proteggere Israele

Cohen: Unico Stato 'del Libro' tra le mani dei suoi nemici

Città del Vaticano, 6 ott. (Apcom)

Il rabbino capo ashkenazita di Haifa denuncia l'antisemitismo del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad nel suo intervento al Sinodo dei vescovi in corso in Vaticano dedicato alla Bibbia.
Shear Yshuv Cohen ha espresso "profondo shock" per "le terribili parole del presidente di uno Stato mediorientale, nel suo discorso il mese scorso all'assemblea generale delle Nazioni Unite. Le accuse false e maliziose, le minacce e l'incitamento antisemita, ci hanno riportato ad una memoria dolorosa della tragedia del nostro popolo - le vittime dell'olocausto, che speriamo e preghiamo non avvenga più.
Speriamo - ha aggiunto l'esponente ebraico rivolgendosi ai padri sinodali provenienti da tutto il mondo - di avere il vostro aiuto di leader religiosi, così come l'aiuto dell'intero mondo libero, per proteggere, difendere e salvare Israele, l'unico e solo Stato sovrano della 'gente del Libro' tra le mani dei suoi nemici".

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SINODO: RABBINO, PARLARE A CATTOLICI PRIVILEGIO E ONORE RARO

(ASCA) - Citta' del vaticano, 6 ott

Quella dei rapporti tra ebrei e cattolici e' una storia ''di sangue e lacrime'' ma che, dai tempi di Giovanni XXIII, ha vissuto una svolta ''per lavorare per un futuro di pace e coesistenza in tutto il mondo'': sono parole storiche quelle del rabbino Shear-Yashuv Cohen, il primo ebreo a prendere la parola davanti al Sinodo dei vescovi, in Vaticano. Il rabbino definisce ''un privilegio ed un onore raro'' l'essere stato invitato come primo rabbino a parlare ad un Sinodo per ''in rappresentanza della fede ebraica e del rabbinato capo di Israele''. ''Apprezziamo molto cio' che questo gesto significa'', ha aggiunto Cohen, che ha voluto pero' ricordare ''la lunga, dura e dolorosa storia della relazione tra il nostro popolo, la nostra fede, e la Chiesa cattolica, i suoi leader e i suoi fedeli - una storia di sangue e lacrime''. Il rabbino non ha fatto pero' riferimento a Pio XII e alle polemiche sul suo controverso atteggiamento di fronte alla Shoah. ''Sento profondamente - ha invece proseguito il rabbino - che essere qui di fronte a voi e' molto significativo. E' un segnale di speranza ed un messaggio d'amore, coesistenza e pace per la nostra generazione e per le generazione a venire''. Ad iniziare il cambiamento, per Cohen, e' stato ''l'approccio'' di papa Giovanni XXIII che raggiunse il suo ''culmine'' nella vita e nell'opera di Giovanni Paolo II. Un appoccio in cui si inserisce anche l'invito al Sinodo: ''Nell'invito che mi avete fatto - ha speigato infatti il rabbino - vediamo una dichiarazione che volete continuare questa politica e questa dottrina, che si riferisce a noi come ai 'Nostri fratelli maggiori' e al 'Popolo eletto da Dio', con cui e' entrato in un'alleanza eterna. Apprezziamo profondamente questa dichiarazione''. Il rabbino non ha mancato di citare gli incontri interreligiosi organizzati dalla comunita' di Sant'Egidio, che, ha spiegato, ''mi ha introdotto in questo nuovo spirito ecumenico''.

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