9 dicembre 2007

Ai piedi dell’Immacolata costruiamo la vera pace


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«Ai piedi dell’Immacolata costruiamo la vera pace»

Ieri l’omaggio del Pontefice alla Vergine in piazza di Spagna

DA ROMA SALVATORE MAZZA

Maria, prototipo della madre.
Madre vera «che ha condiviso le quotidiane fatiche di ogni donna e mamma di famiglia», ma insieme anche «madre del tutto singolare, prescelta da Dio per una missione unica e misteriosa, quella di generare alla vita terrena il Verbo eterno del Padre, venuto nel mondo per la salvezza di tutti gli uomini».
Madre che «ci esorta a essere fratelli gli uni degli altri, tutti accomunati dall’impegno di costruire insieme un mondo più giusto, solidale e pacifico».
Che continuamente ci ricorda «che siamo tutti fratelli e che Dio è il nostro Creatore e il nostro Padre. Senza di Lui, o ancor peggio contro di Lui, noi uomini non potremo mai trovare la strada che conduce all’amore, non potremo mai sconfiggere il potere dell’odio e della violenza, non potremo mai costruire una stabile pace». È stata dalla suggestiva cornice di piazza di Spagna a Roma, affollata da migliaia di persone nonostante la pioggia, che Benedetto XVI ha lanciato questo «messaggio di luce e di speranza agli uomini di ogni nazione e cultura», nel tradizionale omaggio che, come ogni 8 dicembre, ha reso alla statua della Vergine Immacolata posta sulla colonna che domina la piazza. Possano gli uomini, è stato l’auspicio espresso da Papa Ratzinger, accogliere quel messaggio «come dono dalle mani di Maria, Madre dell’intera umanità».
«Questa nostra celeste Madre – ha aggiunto – non ci invita forse a fuggire il male e a compiere il bene seguendo docilmente la legge divina iscritta nel cuore di ogni cristiano? Lei, che ha conservata la speranza pur nel sommo della prova, non ci chiede forse di non perderci d’animo quando la sofferenza e la morte bussano alla porta delle nostre case? Non ci chiede di guardare fiduciosi al nostro futuro?». La risposta a queste domande, ha affermato il Pontefice, non può che essere un chiaro 'sì', in quanto l’Immacolata è «segno di sicura speranza e di definitiva vittoria del bene sul male».
Quindi, ricordando la sua recente Enciclica Spe salvi, ha aggiunto: «Se la vita è un cammino, e questo cammino si fa spesso buio, duro e faticoso, quale stella potrà illuminarlo?». La Chiesa, ha di nuovo risposto, «guarda a Maria e la invoca come 'stella della speranza'», e «nel nostro comune viaggio sul mare della storia abbiamo bisogno di 'luci di speranza', di persone cioè che traggono luce da Cristo ed offrono così orientamento per la nostra traversata.
E chi meglio di Maria può essere per noi 'stella di speranza'? Lei, con il suo 'sì', con l’offerta generosa della libertà ricevuta dal Creatore, ha consentito alla speranza dei millenni di diventare realtà, di entrare in questo mondo e nella sua storia». Per questo, ha concluso, «animati da filiale confidenza, le diciamo: insegnaci, Maria, a credere, a sperare e ad amare con te; indicaci la via che conduce alla pace, la via verso il regno di Gesù. Tu, stella della speranza, che trepidante ci attendi nella luce intramontabile dell’eterna patria, brilla su di noi e guidaci nelle vicende di ogni giorno, adesso e nell’ora della nostra morte».
Benedetto XVI era arrivato in piazza di Spagna attorno alle 16, accolto dagli applausi dei fedeli accorsi per salutarlo. Lungo il tragitto la 'papamobile' ha compiuto una breve sosta davanti alla chiesa della Santissima Trinità, dove il Papa ha ricevuto il saluto dell’Associazione Commercianti di Via Condotti. Al suo arrivo nella piazza, il Pontefice ha salutato il cardinale Camillo Ruini, vicario di Roma, e ha poi benedetto un cesto di rose che è stato deposto ai piedi della Colonna dell’Immacolata. Alla cerimonia erano presenti il sindaco di Roma Walter Veltroni con il vicesindaco Maria Pia Garavaglia, il presidente della Provincia Enrico Gasbarra, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, il cardinale Julian Herranz e il direttore di L’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian. Al termine di quello che lo stesso Benedetto XVI ha definito «un gesto di fede e di devozione che la nostra comunità cristiana ripete di anno in anno, quasi a ribadire il proprio impegno di fedeltà verso colei che, in tutte le circostanze della vita quotidiana, ci assicura il suo aiuto e la sua materna protezione», parlando in francese il Papa ha poi ricordato l’apertura a Lourdes, dell’anno giubilare per i 150 anni delle apparizioni di Maria a Bernadette.

© Copyright Avvenire, 9 dicembre 2007

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