9 dicembre 2007
Poggialini (Avvenire) su "Otto e mezzo": "Se la religiosità sincera spiazza i laicisti doc"
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Se la religiosità sincera spiazza i laicisti doc
di Mirella Poggialini
«Subalternità alle agende dettate dal Vaticano e dalla Cei perfino nel mondo culturale laico!», si indigna Paolo Flores d’Arcais: «Laici che hanno un senso di inferiorità rispetto ai credenti, come se il credente avesse qualcosa in più. Questo il tono remissivo, in difesa, del mondo politico che si definisce laico ma non lo è più».
Il tema di “Otto e mezzo” di venerdì sera, su La7, è questa osservazione di d’Arcais, che presenta l’ultimo numero di “Micromega” nel quale campeggia – con titolo dirompente – un articolo sulla “liceità” della condanna a morte di Cristo, da parte di Pilato, secondo la legge romana.
La trasmissione di Giuliano Ferrara, condotta come sempre con un’eleganza che frena la passione e una sincerità che non evita la provocazione, ma la contiene con robusto bon ton, coinvolge Paola Binetti, che spiega la sua astensione dal voto sul decreto sicurezza, e Gianni Vattimo, che si impantana sul tema del matrimonio indissolubile per polemizzare sul prepotere della Chiesa. E come sempre il tema principale si diluisce in rivoli di contestazioni e dibattiti in cui si innestano altri argomenti: come la realtà americana nelle dichiarazioni del mormone Romney, che sostiene la fondamentale autorevolezza della religiosità nella società americana, in vista delle prossime elezioni presidenziali.
E allora? Quel che resta allo spettatore, alla fine, è la definizione di un laicismo che si trova spiazzato di fronte alla forza di convinzione dei credenti, al di là di ogni presunta ingerenza diretta. Una religiosità che fa parte del patrimonio genetico oltre che dell’educazione e della fede: “antropologia”, tanto per ripetere un termine che non è soggetto a definizioni di parte.
Una realtà che è insita nella persona: quella persona che, secondo d’Arcais, citando la condanna dell’eutanasia come esempio, subisce la forza impositiva della norma e viene impedita nella libera scelta, a confronto con la libertà attribuita al laico. E il dibattito si chiude lasciando il senso di una antitesi non risolta.
© Copyright Avvenire, 9 dicembre 2007
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