8 dicembre 2007

Vangelo di Giuda, smascherati gli errori di traduzione (Avvenire)


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Vangelo di Giuda, smascherati gli errori di traduzione

Sul «New York Times» il biblista April DeConick smonta la versione del National Geographic: e l’apostolo ritorna un traditore e non più un eroe

DI ARISTIDE MALNATI

Non cessa la discus­sione scientifica sul Vangelo gnostico di Giuda, pubblicato nell’apri­le del 2006 per la National Geographic Society, e subi­to oggetto privilegiato della fantareligione, perenne­mente protesa – sulla scor­ta del successo di Dan Brown – a confezionare pa­stoni storicamente trabal­lanti, per non dire ridicoli, e a presentarli con i crismi dell’autorevolezza, magari appigliandosi a elementi ac­cessori serviti da oscuri pseudostudiosi in cerca di notorietà. In questo clima da New Age da supermer- cato una simile sorte non poteva risparmiare Il Van­gelo di Giuda, opera gnosti­ca fortemente inficiata nel­le proprie strutture esegeti­che e nella propria creati­vità narrativa da teorie di fi­losofia neoellenistica, in cerca di un punto di incon­tro con una religione oramai ecumenica e dotata di un Canone già ben definito (siamo nel III secolo).
Finalmente, a più di un an­no della pubblicazione di u­no scritto tanto discusso, sul New York Times uno studio rigoroso di April DeConick, docente di Studi biblici alla Rice University – studio in­titolato Il tredicesimo Apo­stolo: ciò che realmente dice il Vangelo di Giuda – smon­ta in modo convincente le tesi fondanti dell’editio princeps, troppo affrettata­mente impugnate contro l’autorevolezza dei Vangeli canonici e in polemica con la Chiesa ufficiale; tesi subi­to sposate da chi invece ri­tiene il cristianesimo primi­tivo una nebulosa magma­tica e indifferenziata di ese­geti e padri del­la Chiesa per lo più in contrasto tra loro.
DeConick fa ri­levare un’im­pressionante se­rie di svarioni nella traduzione e nell’interpre­tazione del testo in lingua copta, commessi (quanto scientemente?) nel corso di un lavoro «troppo veloce per ben ponderare le insi­die di un’opera così com­plessa ». Si fa rilevare come, a fronte dell’interpretazio­ne da parte del National Geographic di Giuda come eroe, una lettura più atten­ta evidenzi che non solo l’I­scariota non è ritenuto un eroe, ma che è un daimon: «E la traduzione di daimon, secondo il pensiero della setta gnostica dei Cainiti, non può che essere demone e non spirito, solitamente e­spresso anche in copto con il termine greco pneuma », osserva DeConick. Inoltre il testo dice espressamente che «Giuda è separato dalla Santa Generazione» e non, come traducono gli esperti del National Geographic, «preservato per essa».
Poi, da Gesù Giuda riceve sì i Misteri del Cielo, ma non perché è per lui possibile entrarci, semplicemente perché il Messia vuole che l’apostolo-traditore sia informato e che, se decide di tradirlo, lo faccia sciente­mente: «In realtà questa af­fermazione sostiene in mo­do evidente il libero arbitrio, concetto-cardine del pen­siero cristiano ortodosso», fa notare DeConick. E an­cora: il National Geographic ha omesso una negazione, contenuta in una frase sul­l’ascensione di Giuda, che capovolge il senso origina­rio: l’ascensione di Giuda al­la Santa Generazione sa­rebbe stata maledetta. La casa editrice ha ammesso l’errore ma in ritardo e non con un’evidenza tale da far cambiare nell’opinione pubblica un concetto ormai radicato.

© Copyright Avvenire, 8 dicembre 2007

Papa Benedetto parlo' di Giuda nella catechesi dell'udienza generale del 18 ottobre 2006.
R.

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