8 dicembre 2007

Rondoni (Avvenire) sulla norma bavaglio antiomofobia: "Scardinare maschile e femminile, delirio d’onnipotenza"


Vedi anche:

Il Papa: Maria ci invita a costruire insieme un mondo più giusto e pacifico. Affollata all'inverosimile la scalinata di Piazza di Spagna

IL PAPA A PIAZZA DI SPAGNA: MARIA E' SEGNO DI VITTORIA DEL BENE SU MALE (UNA GRANDISSIMA FOLLA ACCOGLIE IL PAPA)

Nota di commento di padre Lombardi alla lettera del Papa in risposta alla missiva dei 138 leader musulmani

"Spe salvi", Mons. Sigalini: «La fede è speranza»

L'ENCICLICA "SPE SALVI": LO SPECIALE DEL BLOG

SOLENNITA' DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE: LO SPECIALE DEL BLOG

Vangelo di Giuda, smascherati gli errori di traduzione (Avvenire)

Il Metropolita Kirill (Patriarcato di Mosca): «Abbiamo bisogno gli uni degli altri» (Avvenire)

Norma bavaglio sull'omofobia: lo speciale di "Avvenire" (il pericolo di introdurre il "reato di opinione" è concreto)

Che tristezza quando i ragazzi smarriscono lo stupore, l’incanto dei sentimenti più belli, il valore del rispetto del corpo!

Il culto mariano: venti secoli di storia (articolo di Sylvie Barnay per l'Osservatore). Buona Festa dell'Immacolata a tutti :-)

Prof. Raynaud (Sorbona): "la Spe salvi è una combinazione di vero pensiero e di vera fede. Rende intelleggibile il Cristianesimo ai non credenti

Norma bavaglio sull'omofobia, prof. D'Agostino: conseguenze pesantissime su matrimonio ed adozione di figli (Radio Vaticana)

Norma bavaglio sull'omofobia: chi rischia il carcere? Mons. Fisichella: il voto della Binetti coraggioso e COERENTE!

Norma bavaglio sull'omofobia: senatori come Guido da Montefeltro, infilato all'Inferno da Dante?

"Gesù di Nazaret", Card. Ruini: "il Papa porta a Cristo l’uomo di oggi" (Avvenire)

Viaggio nella «galassia» dove l’etica cristiana ispira anche la biomedicina (malattie della pelle e farmaci antitumorali)

MicroMega e Repubblica attaccano Papa e Chiesa ma le argomentazioni non convincono più alcuno...(Ferrara docet)

Il metropolita Kirill all'Osservatore Romano: "L'incontro con Benedetto XVI è una tappa molto positiva verso l'unità"

Il Senato italiano vota una norma-bavaglio sulle discriminazioni. Qualcuno chieda a certi senatori se la coscienza sia meno importante della poltrona!

ENCICLICA "SPE SALVI": GIA' VENDUTE UN MILIONE DI COPIE

"Spe salvi", Giuliano Ferrara per Panorama: "La salvezza non è la salute"

Scardinare maschile e femminile, delirio d’onnipotenza

DI DAVIDE RONDONI

Alla fine si sono inca­gliati. Si sono aggrovi­gliati. Tra norme euro­pee e mezze modifiche. Ma il problema è posto, serio. An­drebbe trattato in modo paca­to e limpido. Invece che in mezzo a sotterfugi, a grida, a faccende con cui non c’entra niente. Insomma, andrebbe trattato con lealtà da parte di tutti. Andrebbe detto piano ai nostri bambini: in natura esi­stono, nella specie umana, due generi, il maschile e il femmi­nile. È evidente. Biologica­mente, fisicamente. Si tratta di due generi straordinari, con in­finite sfumature di varietà. Con tanti modi di relazione. Con tante possibili preferenze. Da qui viene il fatto, ad esempio, che ci sono parole maschili e femminili, ma con una tale ric­chezza maturata nella storia u­mana che ad esempio per i francesi la parola il mare 'la mer' è femminile, mentre per noi è 'maschile'. Il mare, na­turalmente, non è né maschio né femmina. Ma noi uomini lo chiamiamo mettendo la nostra natura in rapporto alla sua pre­senza. È inevitabile, è norma­­le, è bello che sia così. O acca­de pure che in italiano la tassa non è la femmina del tasso. Fantasia della lingua, cioè del­la capacità di relazione uma­na. Quando in una lingua an­tica o moderna esiste un gene­re 'neutro', serve a indicare non tanto degli strani incroci tra i due generi maschile e fem­minile, ma a indicare qualco­sa (non qualcuno) a cui la na­tura o la cultura non han con­ferito un genere preciso.
Insomma, il fatto che in natu­ra esistano due generi per la specie umana non è stata una specie di condanna alla man­canza di fantasia. Né ci ha co­stretto a moti dell’animo e pre­ferenze obbligatorie. Il costi­tuirsi naturalmente su due ge­neri, non ha rappresentato mai per la cultura degli uomini u­na specie di binario oppressi­vo, vincolante nella creazione delle parole, delle arti e delle leggi. Non c’è nessuna batta­glia di liberazione dal genere maschile e femminile da fare, per poter vivere e pensare li­beramente. Per millenni è sta­to così. Andrebbe detto. Si può facilmente dimostrare. Anche la fantasia dei poeti e dei crea­tori di miti antichi nel creare fi­gure di fantasia in cui il genere maschile e femminile davano origine a composizioni straor­dinarie, non portava a negare l’evidenza naturale della di­stinzione in due generi. Quel­le figure erano proprio per questo 'straordinarie'. Dun­que, a che esigenza risponde l’accanimento di taluni, pur con ogni sotterfugio, evitando il confronto aperto, a voler in­serire la categoria di genere, e dunque di più dei due generi, nell’ordinamento giuridico e nella società? In un’epoca in cui vengono riconosciuti dirit­ti a ogni possibile preferenza politica, civile, religiosa, ses­suale, perché insistere sullo scardinamento dei generi ma­schio e femmina?
Andrebbe detto piano. Limpi­damente, e serenamente. E però andrebbe detto forte. È per fondare una dittatura. È per fondare la dittatura di decide­re noi cosa esiste in natura. È quella peggiore, la dittatura per così dire religiosa, cioè di chi si mette al posto di Dio per deci­dere cosa esiste e cosa no. È per fondare non un corretto rap­porto, un rapporto laico, una relazione rispettosa e creativa, con la natura. Non lo fanno per trovare il modo con cui l’uomo possa il più liberamente possi­bile abitare la natura. Ma lo fanno per fondare la dittatura dell’uomo-dio. Nuovo genere d’uomo. Parlano di laicità. Ma sono peggio degli ayatollah teocratici. Hanno una loro di­vina missione. Fondare la loro dittatura sulla natura e sulla e­videnza.

In nome dei coman­damenti che hanno elaborato, che sanno come creare con­senso facile. Come i dittatori parlavano di avvenire radioso anche costoro spacciano buo­ni sentimenti. E forniscono pa­role utili a creare nuove ideo­logie quando quelle vecchie dei gruppi dirigenti sono fini­te ma non è finito il loro pote­re. Scambiano la necessità di giustizia o di progresso cultu­rale con le battaglie del loro ri­stretto gruppo di interesse. Le dittature peggiori, lo sappia­mo, non sono state quelle che hanno eliminato i parlamenti, e i decreti, i cavilli. Ma quelle in cui tra decreti e cavilli avan­zano uomini che vorrebbero essere Dio.

© Copyright Avvenire, 8 dicembre 2007


OMOFOBIA E POLEMICHE

Strascichi senza fine dopo la convulsa seduta al Senato dell’altro ieri L’Udc all’attacco: «Il Guardasigilli fa tre parti in commedia: eviti che vengano inserite norme anticostituzionali»

Sulle «tendenze sessuali» nuova bufera nel governo

DA ROMA ANGELO PICARIELLO

La messa in sicurezza della maggioranza è ancora lonta­na, l’Unione è ancora spaz­zata da venti di crisi. Ad agitarli stavolta è Clemente Mastella, pro­tagonista della mediazione fina­le al Senato, dove il provvedi­mento del governo sulle espul­sioni è passato sul filo del rasoio. Uno «spettacolo triste», per Silvio Berlusconi, quello che l’altra sera ha offerto l’aula di Palazzo Mada­ma, ma la sintesi di Vannino Chi­ti, «la maggioranza c’è finché c’è la fiducia», non vuol dire che la nottata è passata. Il leader del­l’Udeur avverte: «Non scherzia­mo. Se non mi fossi speso a con­vincere il senatore Colombo e qualche altro indeciso il governo sarebbe già in crisi. L’ho fatto fa­cendo leva sulla promessa di Chi­ti che quel riferimento all’omofo­bia sarebbe stato cancellato da u­na normativa che si occupa di tutt’altro. Se così non sarà, sarà crisi». E basta sentire il capo­gruppo di Rifondazione Gennaro Migliore per capire che la que­stione è tutt’altro che risolta. «Noi alla Camera il decreto lo votiamo così com’è». «Certo, il decreto va approvato così com’è, non c’è tempo di farlo tornare al Senato – concorda Mastella –. Ma se non c’è la contestuale dichiarazione del governo, che si impegna a to­gliere quel riferimento dalla nor­ma, non scherzo, sarà crisi dav­vero ». «Io non mi impegno a nien­te », ribatte Migliore a indicare la permanete delicatezza della si­tuazione. Ed è il capogruppo del­l’Udeur Mauro Fabris a spiegare i dettagli della corsa ad ostacoli che attende l’esecutivo: «Conclusa la sessione di bilancio, approvata la Finanziaria il decreto sicurezza arriva alla Camera, fra il 20 e il 23 dicembre. In quella sede noi ci a­spettiamo questa dichiarazione del governo, che dovrà impe­gnarsi a eliminare, il 27 dicembre, nel Consiglio dei ministri che si riunirà per varare il cosiddetto mille-proroghe, questo riferi­mento all’identità di genere, che fra l’altro è già oggetto di una di­scussione in commissione, alla Camera. Non si può rischiare di creare un reato di opinione con­tro chi dichiarasse, ad esempio, di esser contro le coppie gay». E se così non sarà, chiarisce Mastella, «la verifica di gennaio neanche i­nizia. Rompiamo prima».
La difficoltà della situazione era e­mersa già in mattinata, quando Migliore, alla conferenza dei ca­pigruppo della Camera convoca­ta per la Finanziaria, aveva lan­ciato un avvertimento sulla blin­datura del decreto sicurezza. Do­po la secca replica di Fabris era dovuto intervenire il capogruppo del Pd Antonello Soro per chiu­dere la questione dicendo che non era quella la sede.
Maurizio Eufemi dell’Udc, attac­ca Mastella: «Non faccia tre parti in commedia, eviti, semmai, da Guar­dasigilli, che ven­gano inserite nor­me palesemente incostituzionali». Ma si apre una questione anche all’interno dei senatori teodem, per il voto ne­gativo alla fiducia della sola Pao­la Binetti: «Nessuna divisione, ha dato un segnale per tutti noi», spiega Gigi Bobba, che chiede a sua volta correttivi alla Camera. Rende l’onore delle armi alla Bi­netti, Pier Ferdinando Casini: «Vo­glio renderle omaggio, ha dimo­strato coerenza con le sue scelte di fede. Mi inchino al suo gesto». E dal Pd arriva per lei la solida­rietà di Renzo Lusetti: «Ha posto una questione di metodo e di me­rito non irrilevante. Il parlamen­tare deve rispondere alla propria coscienza».
La convulsa seduta del Senato la­scia altri strascichi. Per l’aggres­sione subita dalla sottosegretaria Marcella Lucidi da due senatori della Lega. «Non è stata sfiorata nemmeno con un dito», assicura Roberto Castelli. E per l’assenza in aula del senatore di An Fran­cesco Divella, prima proposto per l’espulsione da Gianfranco Fini, poi 'scagionato' perché sa­rebbe stato colto da un malore. Anche se una sua intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno rac­conta tutt’un altro film. E la sua assenza, decisiva, alimenta un al­tro giallo. E stavolta è il centro­destra a lacerarsi di nuovo al suo interno, con Berlusconi che rin­grazia i senatori di Forza Italia per la presenza compatta. E, a pro­posito di film, come nel calcio c’è anche chi chiede di rivedere il filmato della votazione. Lo fa Re­nato Schifani di Forza Italia, per rivedere scene di pressione di cui sarebbe stato oggetto il tituban­te Lamberto Dini.

© Copyright Avvenire, 8 dicembre 2007


«Ho votato no per rispetto della mia coscienza»

Paola Binetti

«Non ho alcuna intenzione di uscire o di farmi cacciare.
Quell’iniziativa può essere il passo di un processo rischioso sotto il profilo antropologico»


DA ROMA PIER LUIGI FORNARI

Paola Binetti è appena uscita dal co­mitato del Pd sul manifesto del Va­lori. Non ha voluto mancare, anche se i giornali sono pieni dei racconti del suo 'strappo' sul voto di fiducia al Senato su un maxiemendamento che introduce il con­cetto di 'tendenza sessuale'. Di più le cro­nache danno voce a qualche parlamenta­re che chiede la sua espulsione dal Pd. «Non ho nessuna intenzione di uscire e neppu­re di farmi cacciare – chiarisce –. E cos’è un’epurazione per motivi etici? Una bella contraddizione chiederla per chi si schie­ra contro le discriminazioni per convin­zioni personali».

Veniamo a quello che è successo giovedì al Senato.

Il primo punto è che l’emendamento vo­luto dalla sinistra radicale sull’identità di genere è stato introdotto con una proce­dura del tutto irrituale, perché è copia conforme di una norma che è contenuta in un ddl del governo in discussione in com­missione Giustizia della Camera. È assai strano, quindi, che al Senato si proponga la stessa cosa con un emendamento ad un ddl di conversione di un decreto che ha u­na procedura veloce. Essendo poi materia del tutto estranea.

E allora cosa hanno fatto i Teodem?

Abbiamo chiarito subito che quell’emen­damento non l’avremmo votato perché, tra l’altro, configurava un reato di opinione in merito alla cosiddetta identità di genere.
C’è stato a questo punto un tentativo di mediazione del governo su un testo che è stato inserito nel maxiemendamento su cui è stata posta la fiducia… È stato subito evidente che quella media­zione non poteva essere soddisfacente per­ché, seppure è stato tolto il reato di opi­nione, si è reso più criptico il messaggio con il riferimento al trattato di Amsterdam.

Il reato di opinione non era poi del tutto cancellato perché, si può far rientrare co­me discriminazione.

Infatti questo è il punto chiave. La prima parte era perfettamente condivisibile. Co­me non essere d’accordo nel contrastare la discriminazione o la violenza razziale o et­nica o anche per ragioni di sesso. Sesso in­teso secondo la naturale differenza ses­suale, che sta alla base della nostra Costi­tuzione. Ma che bisogno c’era di un’altra norma? C’è la legge Reale del ’75, la Man­cino del ’93.

Perché allora l’emendamento?

L’introduzione di un termine così vago co­me quello di 'tendenza sessuale' può co­stituire il primo passo di un pro­cesso, e da qui nascono le no­stre perplessità, al termine del quale tutto di­venta possibile: i Dico, i Pacs, il matrimonio o­mosseuale, con la possibilità dell’adozione. Infatti si po­trebbe far passare come una forma di 'di­scriminazione' il fatto che ad una coppia gay non sia consentita l’adozione. Sono te­mi sui quali si sta discutendo da più di un anno e la contrarietà della gente è diffusa.
Allora cosa si fa? Si mette il carro davanti ai buoi, con un escamotage parlamentare? È chiaro che siamo tutti d’accordo nel ri­spettare i diritti individuali degli omossessuali in quanto persone, ma una formula­zione così vaga e così ambigua come quel­la della 'tendenza sessuale' non poteva non destare la nostra preoccupazione, nel momento in cui è in atto una campagna culturale che, oltre alle iniziative parla­mentari, ha dato luogo anche al tentativo di blitz al comune di Roma con il registro delle unioni di fatto.

Senatrice sta parlando di 'noi', ma l’uni­ca Teodem a votare contro il maxiemen­damento è stata lei.

Si deve tener conto che c’è stato un inter­locutore che, con più chiarezza e fermez­za di tutti, ha colto la validità delle nostre obiezioni perfino sul piano del rischio di in­costituzionalità. È stato il ministro dei rap­porti con il Parlamento Vannino Chiti, che ha impegnato la sua parola sul fatto che, u­na volta concessa la fiducia, questa norma sarà modificata sostanzialmente o abrogata nel passaggio alla Camera o nel de­creto cosiddetto 'centoproroghe'. Queste rassicurazioni sono le ragioni, suppongo, per cui Luigi Bobba e Emanuela Baio han­no votato la fiducia. È una fiducia sotto­scritta sulla parola data da Chiti.

Ma lei ha votato contro…

Il mio ragionamento è stato questo: 'Sta al governo rispettare l’impegno di modifica­re la norma. Ma io adesso se voto 'si', en­tro in conflitto con le cose che penso, e che vado dicendo da più di un anno. Quindi nessuno si può stupire che voti contro…'

Come la mettiamo con il Pd?

Il Pd nasce come la ricerca di sintesi tra cul­ture diverse, forse qualcuno ha voluto for­zare i tempi e guadagnare posizioni get­tando surrettiziamente queste tematiche sul tavolo, senza che le necessarie premesse antropologiche fossero chiarite. Ma que­sto è il vero compito che adesso ci spetta.

© Copyright Avvenire, 8 dicembre 2007



DOTTRINA DELLA FEDE

Già nel ’92 parole chiare sulle tendenze

«Va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della Chiesa, ovunque si verifichino. Essi rivelano una mancanza di rispetto per gli altri, lesiva dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile».

Non potrebbero essere più chiare le parole scelte dalla Congregazione per la dottrina della fede per condannare, già nel ’92, qualsiasi comportamento omofobo o discriminatorio nei confronti delle persone omosessuali. Nella nota intitolata 'Alcune considerazioni concernenti la risposta a proposte di legge sulla non discriminazione delle persone onmosessuali', il dicastero presieduto dall’allora cardinale Ratzinger, era intervenuto per chiarire una serie di questioni etico-politiche sollevate negli Stati Uniti. Rilette alla luce della situazione italiana di oggi quelle riflessioni mantengono intatto tutto il loro valore. Accanto al rispetto per la condizione delle persone, la Nota sottolineava che «la 'tendenza omosessuale' non costituisce una qualità paragonabile alla razza, all’origine etnica, ecc rispetto alla non­discriminazione ». Ecco perché, proseguiva il documento «vi sono ambiti nei quali non è ingiusta discriminazione tener conto delle tendenza sessuale: per esempio nella collocazione di bambini per adozione o affido, nell’assunzione di insegnanti o allenatori di atletica, o nel servizio militare». D’altra parte, se è vero che le persone omosessuali «hanno il diritto a essere trattate in maniera che non offende la loro dignità personale», è altrettanto vero, ribadiva la Congregazione per la dottrina della fede, che non vi sono diritti precostituiti derivanti dall’omosessualità.
In tutte queste situazioni, soprattutto ci sono in gioco questioni di bene comune – concludeva la Nota – «non è opportuno che le autorità ecclesiali sostengano o rimangano neutrali davanti a una legislazione negativa».

© Copyright Avvenire, 8 dicembre 2007

2 commenti:

euge ha detto...

Delirio di onnipotenza ......io lo definirei delirio e basta..... perchè solo deliranti possono essere certe convinzioni come quella di riscrivere la storia dell'uomo ed il conseguente significato di coppia formata da un uomo ed una donna e di famiglia.Ma è fin troppo evidente che tutto questo serve per arrivare al traguardo delle coppie dello stesso sesso come coppie ricosciute a tutti gli effetti non dimenticate la fiaccolata in Campidoglio per il registro della solidarietà...........
Eugenia

Luisa ha detto...

Seguendo le cose dall`estero non avevo capito che il maxiemendamento anche se sul filo del rasoio è passato.
Non posso non chiedermi,ma i senatori cattolici anche se di sinistra, hanno capito l`importanza del loro voto? ne hanno misurato le conseguenze? sono al corrente e d` accordo con la lotta ideologica che porta in avanti tali rivendicazioni?

Sono incoscienti? ignoranti? codardi? accecati dal polverone del ricatto all`accusa di omofobia se osassero opporsi alle richieste dei movimenti omosessuali?

Sì, non riesco a capire il voto dei senatori cattolici, dove hanno messo la loro coscienza? l`hanno persa per strada rendendosi al Senato?