22 marzo 2008

Intervista a monsignor Guido Marini: "Il mio lavoro per le cerimonie del Papa" (Rodari per "Il Riformista")


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Su segnalazione di Luisa leggiamo questa spendida intervista di Paolo Rodari a Mons. Guido Marini, Maestro delle Cerimonie Liturgiche del Santo Padre:

Intervista a monsignor Guido Marini: il mio lavoro per le cerimonie del Papa

di Paolo Rodari

«La primissima reazione è stata di grande sorpresa e di grande timore. Poi, ho vissuto con una certa trepidazione la vigilia dell’inizio del mio servizio e, insieme, ho sentito molto il distacco dalla mia diocesi e dalla mia città, da mia sorella e dalla sua famiglia, dalle tante persone amiche, dagli ambienti nei quali ho esercitato in modo particolare il mio sacerdozio: la Curia, il Seminario, la Cattedrale. Al contempo, però, sono rimasto molto onorato di essere stato chiamato dal Santo Padre a svolgere il servizio di Maestro delle Celebrazioni Liturgiche. La possibilità che mi è stata data di stare accanto al Santo Padre l’ho sentita da subito come una vera grazia per il mio sacerdozio».

Monsignor Guido Marini, genovese, 42 anni, descrive così al Riformista il suo arrivo lo scorso ottobre in Vaticano per prendere il posto di Maestro delle Celebrazioni Liturgiche del Papa. Una nomina che gli permette di lavorare a stretto contatto con Benedetto XVI.

«Ciò che ho percepito all’inizio del mio nuovo mandato - racconta - ha trovato puntuale conferma tutte le volte che ho avuto la grazia di incontrare il Santo Padre. Questi incontri sono stati e sono sempre per me motivo di grande gioia e di grande emozione.

Mai avrei pensato, io attento lettore ed estimatore del cardinal Ratzinger, di avere un giorno la grazia di essergli vicino come lo sono adesso. E poi, ogni volta, insieme alla venerazione profonda che suscita in me la figura del Papa, vivo l’esperienza del Suo tratto umano sereno, gentile, fine e delicato che mi riempie il cuore di gioia e che mi invita a spendermi con ogni energia per collaborare con generosità, umiltà e fedeltà per l’attuazione del Suo Magistero in ambito liturgico, per quanto attiene alle mie competenze».

Lex orandi lex credendi

Il posto di Maestro delle Celebrazioni Liturgiche del Papa è importante perché, se è vero che lex orandi lex credendi (la Chiesa crede in ciò che prega) allora dirigere le cerimonie papali con rigore e fedeltà alle norme è un aiuto alla fede di tutta la Chiesa.

«La Liturgia della Chiesa - spiega Marini -, con le parole, i gesti, i silenzi, i canti e le musiche ci porta a vivere con singolare efficacia questi diversi momenti della storia della salvezza, in modo tale che ne diventiamo davvero partecipi e ci trasformiamo sempre di più in discepoli autentici del Signore, ripercorrendo nella nostra vita le orme di Colui che è morto e risorto per la nostra salvezza. La celebrazione liturgica, quando è realmente partecipata, induce a questa trasformazione che è storia di santità».

E un aiuto in questa «trasformazione» può essere quel «riposizionamento» voluto nelle liturgie papali della croce nel mezzo dell’altare, come un residuo dell’antico «orientamento a Oriente» delle chiese: verso il Sole che sorge, verso Colui che viene.

«La posizione della Croce al centro dell’altare - dice Marini - indica la centralità del crocifisso nella celebrazione eucaristica e l’orientamento interiore esatto che tutta l’assemblea è chiamata ad avere durante la liturgia eucaristica: non ci si guarda, ma si guarda a Colui che è nato, morto e risorto per noi, il Salvatore. Dal Signore viene la salvezza, Lui è l’Oriente, il Sole che sorge a cui tutti dobbiamo rivolgere lo sguardo, da cui tutti dobbiamo accogliere il dono della grazia. La questione dell’orientamento liturgico, e il modo anche pratico in cui questo prende forma, ha grande importanza, perché con esso viene veicolato un fondamentale dato insieme teologico e antropologico, ecclesiologico e inerente la spiritualità personale».

Continuità

Un «riposizionamento», quello della croce, che evidenzia come le prassi liturgiche del passato debbano vivere ancora oggi. «La liturgia della Chiesa - dice Marini -, come d’altronde tutta la sua vita, è fatta di continuità: parlerei di sviluppo nella continuità.

Ciò significa che la Chiesa procede nel suo cammino storico senza perdere di vista le proprie radici e la propria viva tradizione: questo può esigere, in alcuni casi, anche il recupero di elementi preziosi e importanti che lungo il percorso sono stati smarriti, dimenticati e che il trascorrere del tempo ha reso meno luminosi nel loro significato autentico. Quando questo avviene non si realizza un ritorno al passato, ma un vero e illuminato progresso in ambito liturgico».

E in questo progresso non si può non menzionare il Motu proprio Summorum Pontificum: «Considerando con attenzione il Motu proprio, come anche la lettera indirizzata dal Papa ai vescovi di tutto il mondo per presentarlo, risalta un duplice preciso intendimento.

Anzitutto, quello di agevolare il conseguimento di “una riconciliazione nel seno della Chiesa”; e in questo senso, come è stato detto, il Motu proprio è un bellissimo atto di amore verso l’unità della Chiesa. In secondo luogo, e questo è un dato da non dimenticare, quello di favorire un reciproco arricchimento tra le due forme del Rito Romano: in modo tale, ad esempio, che nella celebrazione secondo il Messale di Paolo VI (forma ordinaria del Rito Romano) “potrà manifestarsi in maniera più forte di quanto non lo è spesso finora, quella sacralità che attrae molti all’antico uso”».
Sono giorni importanti per la Chiesa. Giorni in cui essa rivive la passione, morte e risurrezione del Signore. I giorni della quaresima, della settimana santa e quindi della Pasqua: «La quaresima - dice - è tempo di sincera conversione nel clima spirituale dell’austerità. Un’austerità che non è fine a se stessa, ma finalizzata ad agevolare il recupero di quanto è davvero essenziale nella vita umana. E ciò che è davvero essenziale, al di là di tutto, è Dio. Ecco perché la quaresima è un tempo privilegiato di ritorno a Dio con tutto il cuore, attraverso la triplice via della preghiera, del digiuno e dell’elemosina, come ci ricorda la pagina evangelica del Mercoledì delle Ceneri. È il tempo nel quale siamo chiamati a rivivere interiormente, nell’arco di quaranta giorni, l’esperienza dell’antico popolo di Dio pellegrino nel deserto e l’esperienza della tentazione provata da Gesù. In fondo, entrambe queste esperienze, ci riportano a una lotta vissuta per incontrare Dio e rimanere in intima comunione con Lui, conservare il primato della Sua volontà nella vita, non permettere che altro da Lui abbia la capacità di fagocitare il cuore umano. Con la Pasqua, invece, si aprono nuovi scenari di spiritualità, colorati di gioia esultante, di vita sovrabbondante, di luminosa speranza: perché con Cristo Risorto la morte è debellata, il peccato e il male non hanno più l’ultima parola sulla vita dell’uomo, l’eternità felice è una prospettiva reale, la vita trova un senso compiuto, si scopre che la Verità del volto di Dio è Amore misericordioso senza fine».

© Copyright Il Riformista, 22 marzo 2008 consultabile online anche qui, sul blog di Paolo Rodari.

Che dire? Magnifica intervista!
R.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Ancora non capisco come mai il Papa abbia cambiato il Pastorale. Poi, nonostante le telecamere si siano avvicinate, non ho capito l'immagine riprodotta tra le due braccia della croce del pastorale. Se qualcuno sa... Grazie, Marco.

Anonimo ha detto...

Prima mi sembrava più convincente, adesso molto meno. Mons. G. Marini annaspa per voler fare il liturgista ma gli riesce davvero molto ma molto male.
La Chiesa va avanti senza rinnegare il passato anzi valorizzandolo, ma qui per ora vedo solo archeologismo puro e di bassa lega. Piero Marini ha distrutto tutto, ma Guido Marini vuole rimettere su qualcosa che ormai appartiene al passato.....é un peccato contro lo Spirito Santo che soffia e ci spinge avanti, non indietro.

Luisa ha detto...

Non sono assolutamente d`accordo con lei don Marco !

La Sacra Liturgia non appartiene al passato è sempre viva, un tesoro da non perdere, da sempre valorizzare, non è certo un ritorno al passato ma una continuazione,al limite una ripresa di tesori che Piero Marini aveva lasciato prendere polvere negli armadi.
Certo che l`ignoranza è tale che tutto ciò deve andare di pari passo con una spiegazione, altrimenti può sembrare un rispolveramento di cose vecche e "dépassées", il che non è.
Io sono felice di riscoprire simboli, abiti, dimenticati, e sono riconoscente a Mons. Marini di ricollegarmi con i tesori della tradizione liturgica.
E piccolo dettaglio da non trascurare, Mons. Marini non prende nessuna decisione senza parlarne con il Santo Padre, dunque le scelte di Mons. Marini sono approvate dal Papa e probabilmente anche richieste dal Papa .

Anonimo ha detto...

Da un Liturigista e teologo, come si è presentato il rev. Don Marco, mi sarei aspettato una critica costruttiva e circostanziata invece ha inveito con critche che ormai sono diventati luoghi comuni che ormai lasciano il tempo che trovano, come il presunto archeologismo. Dimostrando altresì di non aver capito affatto il famoso discorso di papa Benedetto che tenne alla Curia per il Natale 2005, dove il Pontefice parlava di continuità e non di rottura. Inoltre essendo liturgista dovrebbe sapere che tutto quello che mons. Guido Marini propone nelle liturgie papali non è stato mai abolito e come ha detto Luisa è approvato dal Sommo Pontefice e quindi chi spara su Guido Marini lo fa per colpire ahime! il Santo Padre. Infine mi sembra veramente fuori luogo e mancanza di rispetto chiamare tutto ciò, cioè l'archeologismo in liturgia, un peccato contro lo Spirito Santo. Semmai, citare a sproposito lo Spirtio Santo potrebbe essere suscettibile di confessione prima della celebrazione della Veglia di Pasqua, sempre che le sia quello che dice di essere oppure venga da quel seminario (Romano) e da quell'ufficio liturgico che si trova nel Vicariato di Roma diretto da un musicsta (Marco Frisina) piuttosto che da un liturgista.

Il Blogh ha detto...

stupisce come molti ormai si professino grandi liturgisti da poter fare commenti su commenti.
Io credo che la liturgia sia una cosa molto seria, e che la chiesa debba essere anche nell liturgia fedele alla tradizione ma attuale nella modernità. Non nel modernismo.
Gli eccessi da un lato o dall'altro mai fanno bene.
Per seguire una buiona celebrazione serve raccogliemtno e umiltà.
Tutto ciò che poi si dice sulla lirutgia, su maestri bravi, non bravi, brutti cattivi, bravissimi, eccellenti o meno; è tutto relativo.
Se ci si abbassa a parlare e discutere di liturgia perdendo il vero significato della Celebrazione Eucaristica, a parer mio, si perde tutto: non si ha capito nulla.

Anonimo ha detto...

Nolunt discere qui numquam didicerunt.
I grandi teologi o liturgisti che leggono solo articolettin qua e in la mi sanno spiegare perchè per passato si intende solo un periodo di tempo decisamente circoscritto??? (barocco) o giù di li......
con buona pace del cooperator ho entrambe i titoli accademici sia in liturgia che in teologia.
il mio disappunto è solo legato a scelte tecniche decisamente fuori tempo.
Ricordo che quando ero bambino si metteva a tutti la dalmatica diaconale....giusto per fare scena. quei cardinali vestiti da diaconi sono in realtà preti e vescovi. a sto punto pure io posso mettere il primo agghindo che trovo in qualche negozio, tanto..... Rispettiamo la verità dei segni....poi tutte quelle candele..... mah...
la Liturgia fatta bene, parla da senza mezzi termini, ma le carnevalate fanno sorridere.
Ciascuno è libero di pensare quel che vuole. Una liturgia solenne e maestosa si può fare anche oggi senza andare nel barocco, altrimenti io dico, possiamo andare anche più indietro..... e ancora più indietro fino alla Liturgia in greco. Il Passato o è passato o non lo è, e se vogliamo utilizzarlo lo prendiamo tutto e non in qua e in la, inutile ancorarsi a infantilismi cerimoniali che denotano un vuoto terribile

Anonimo ha detto...

Caro Don Marco non sono affatto daccordo con te. Premetto che sono sacerdote anch'io e sono contento di come adesso si celebrano le cerimonie in vaticano. Mettiamola così tu sei libero di pensare quello che vuoi, ma è vero che Mons. Guido Marini, il Papa e il sottoscritto siamo liberi di usare le dalmatiche, la croce sull'altare, i sette candelieri (per il Vescovo) ecc...
Quello che non mi va di una certa riforma liturgica falsamente conciliare è l'aver preteso di imporre a tuttu le proprie impostazioni... Basta con la dittatura di Bugnini e compani

Anonimo ha detto...

Concordo con te. Ciascuno faccia le carnevalate che vuole. Allora finiamola di gettare fango su Piero Marini. In pochi gli han detto GRAZIE, eppure anche lui ha servito la Chiesa, in modo forse discutibile, ma l'ha servita. Onestamente mi ero messo a guardare la Coena Domini, ma appena ho visto tutti quegli orpelli ho cambiato canale. Ideme per il Venerdì Santo, appena ho visto entrare in Basilica il Santo Padre con quel missile in testa e quella pianeta che puzzava di naftalina ho cambiato canale, la predica, stpenda, di P. Cantalamessa me la son letta dopo su Zenith.
Poi quella Croce che han dato al Papa è veramente fuori luogo, deve tenerla girata altrimenti batte contro la mitria e gliela fa cadere, per non parlare di quei camici, che mi fanno pensare alla corte dei Versailles, un pochino da cicisbeo...... mah.
Se ha loro piace facessero, indossassero ecc. ecc. Cmq la storia e la Tradizione parlano di ALBA che è una cosa ben diversa dai pizzi e dalle trine trine. Tuttavia la mia fede non cambia.
concordo sul fatto della dignità e serietà nelle celebrazioni che non si recupera certo con il barocco.
Una cosa che a me piacerebbe rivedere è la gestatoria che trovo decisamente utile e funzionale. e poi visto che il Papa invecchia, invece di aumentare i gradini forse sarebbe meglio ridurli......
Infine, una volta rivestito, durante la celebrazione, non cerimonia, lo lasciassero in pace, lotirano di qua e di la, gli alzano e abbassano i paramenti......mica è una bambola :))
ancora buona Pasqua e .....lunga vita al Papa che amo davvero tanto.

Il Blogh ha detto...

con tutto il rispetto io credo che il discorso liturgia sia importante solo se essa è vista come strumento da "aiuto" (termine sicuramente non migliore) alla comprensione della Celebrazione Eucaristica, la cui importanza è di spanne molto superiori rispetto alla liturgia.
Talvolta sembra il contrario...talvolte sembra che ci si preoccupi più della liturgia che della Celebrazione Eucaristica.
Riguardo all'uso della liturgia ritengo assolutamente inopportuno l'abuso secondo false credenze, fondate su altrettanti fatti della chiesa.
Nessun concilio ha mai abolito la liturgia.
Nessun concilio ha mai contraddetto il precedente; ha aggioranto.
La chiesa ha bisogno di una liturgia che sia quindi stumento di segni e simboli, ma io sono convinto che essi non vanno anteposti a tutto: non sono il "centro".
Quindi ribadisco incomrpensibile l'abuso della liturgia da una parte e dall'altra...e poi basta trovare sempre persone che fanno i difensori di una liturgia della quale non sono conoscitori (perlomeno quanto i preti) ma che, improvvisamente, per bandirea -oserei dire- difendono a spada tratta.
Molti polemizzano con mons.Piero Marini ed elogiano alla follia per Guido Marini.
Da fedeli alla chiesa vi sia obbeddienza di fronte alla chiesa e ai suoi ministri.
Poi è chiaro oguno ha preferenze, è normale, è umano.
Peronsalmente credo importante una Celebrazione in cui, liturgia di un certo tipo o di un'altro, riesca ad essere umilmente in raccogliemento.

Anonimo ha detto...

ehm....blog....scusa ma nn colgo la differenza tra Liturgia ed Eucarestia.....non è che confondi pure te Liturgia con cerimonie, termine che usa spesso il novello Marini? Questo termine si sperava fosse morto e sepolto e invece..... vabbè, cmq nessuna polemica sia chiaro, per me può far mettere al papa anche il fanone o la tiara

Il Blogh ha detto...

per chiarire don marco (pasquale) e il mio intervento (quindi chi vuole rispondere rilegga il mio ultimo commento):

Non confondo liturgia con cerimonie.
Nessuno può confondore nulla con il termine Celebrazione Eucaristica...in quanto cosa c'è da capire nel nome??
Celebrazione Eucaristica=Santa Messa.