21 marzo 2008

L'Arabia Saudita vuole restare senza Chiesa (Il Foglio)


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L'Arabia Saudita vuole restare senza Chiesa

di Francesco De Remigis

La dinastia saudita ha fatto sapere che al momento non vi sono le condizioni per costruire una chiesa cattolica a Riad. Come ha spiegato il presidente del Centro medio oriente per gli studi strategici, Anwatr al Oshqi, non ci saranno finché il Papa e i cristiani tutti non riconosceranno la valenza storico-religiosa del profeta Mohammed. Il messaggio è stato riportato sul sito di Al Arabiya, il canale di proprietà della casa reale, riproponendo così il ping pong che persino in Vaticano pensavano superato dopo la visita di Re Abdullah II in Santa Sede, lo scorso novembre.

L'incontro fu fortemente voluto da Benedetto XVI e dal ministro degli Esteri vaticano, Dominique Mamberti. Fu, quella, l'occasione per riproporre il tema della reciprocità fra le fedi con un certa concretezza, a partire proprio dalla costruzione di una chiesa nella penisola saudita.

Dopo l'apertura del sultano del Qatar, che ha permesso la prima chiesa cristiana a Doha, inaugurata sabato scorso dal cardinale Ivan Diason, con un'affluenza di 15 mila fedeli, in Vaticano si pensava che fosse venuto il tempo anche dell'Arabia. Così il nunzio vaticano in Qatar ha menzionato i quattro milioni di cristiani che dalle autorità di Riad attendono ancora l'autorizzazione per la costruzione di chiese, aggiungendo forse qualche parola di troppo sulle trattative in corso con la Santa Sede. Tra i due paesi esiste infatti un dialogo bilaterale molto particolare. I rapporti sono coltivati dagli esperti di relazioni internazionali della casa saudita e dai nunzi apostolici limitrofi, non da una rappresentanza diplomatica. L'Arabia Saudita resta infatti l'unico paese, assieme all'Oman, nel quale la Santa Sede non ha mai installato un messo.

© Copyright Il Foglio, 21 marzo 2008

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