15 gennaio 2008

DOCENTI FANNO AUTOGOAL E 'SAPIENZA' TORNA A CENTRO POLEMICHE


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DOCENTI FANNO AUTOGOAL E 'SAPIENZA' TORNA A CENTRO POLEMICHE

Poi fanno marcia indietro con nuova missiva, ma non serve

Roma, 15 gen. (Apcom) - Galeotta fu la lettera e chi la scrisse.

E chissà se i 67 docenti e scienziati che il 22 novembre scorso firmarono la missiva diretta al rettore della Sapienza e immaginata "ad uso interno" avevano allora la minima idea di quale bomba gli sarebbe esplosa tra le mani.

Nella lettera, nata per sostenere quanto il professor Marcello Cini, docente emerito dell'ateneo, aveva già espresso con parole pubblicate dal Manifesto, i docenti avevano sottolineato "in nome della laicità della scienza e della cultura e nel rispetto di questo nostro Ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, l'auspicio che l'incongruo evento possa ancora essere annullato".

Parole che, spiega Giancarlo Ruocco, ordinario di fisica de La Sapienza e tra i firmatari della lettera, non ricevettero mai una risposta dal rettore Guarini e che, pertanto, esaurirono il proprio compito nel momento in cui la missiva fu consegnata "all'usciere dell'università", per rimarcare il carattere non ufficiale della questione. Tanto più che, sebbene i docenti avessero inviato la lettera anche alla stampa italiana, nessuno la riprese e sulla vicenda scese il silenzio.

Poi, improvvisamente, a sei giorni dalla inaugurazione dell'anno accademico dell'ateneo romano i giornali, prima il Foglio ma senza citare la 'lettera dei 67' e poi La Repubblica, parlano di un "fronte anti-Ratzinger alla Sapienza".

In particolare, il 12 gennaio il quotidiano diretto da Ezio Mauro lega la lettera "inviata giovedì ai vertici dell'università" alla protesta in preparazione da parte di alcuni studenti.

Ed ecco scoppiare la polemica: parte la ridda dei commenti e delle reazioni, delle parole di sostegno alla libertà di pensiero, al laicismo, a Galileo Galilei (primo motore della contesa, visto che la presenza del Papa non sarebbe stata gradita a causa di alcune frasi 'infelici' sul processo della Chiesa al filosofo-scienziato) e i firmatari si sentono in dovere di precisare che è "imbarazzante che il quotidiano 'La Repubblica' abbia tirato fuori ora la vecchia lettera dei docenti, quando si era guardato bene dal pubblicare il documento - spiega uno dei firmatari -quando gli era stato inviato due mesi fa. Invece lo pubblica ora che il rettore è in difficoltà, visto che è stato citato in giudizio per interesse privato".

Intanto tra gli studenti monta la protesta: si organizzano in un batter d'occhio pranzi anticlericali, proiezioni sulla vita di Galileo e persino una 'frocessione'. Poi, striscioni e volantini contro la visita del Papa e il pensiero unico cattolico non bastano più e questa mattina un manipolo di ragazzi 'occupa simbolicamente' il senato accademico della Sapienza. Chiedono un incontro con il rettore Guarini e l'ottengono, come ottengono l'autorizzazione a manifestare giovedì prossimo presso la facoltà di Lettere. Chiedono anche che non ci sia una "massiccia presenza" delle forze dell'ordine, perchè tanto la manifestazione "sarà pacifica". In ogni caso, il comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico, riunitosi in mattinata in Prefettura, aveva già disposto tutto il necessario per un evento non considerato a rischio per la sicurezza del Pontefice.

Poi, la marcia indietro dei docenti, arrivata però troppo tardi: in una nuova missiva i firmatari della lettera del 22 novembre precisano di non avere "mai avuto intenti censori" e che la presenza del Papa "in altro contesto sarebbe stata la benvenuta".

Ma non basta. All'improvviso arriva la decisione della Santa Sede di annullare la prevista partecipazione del Papa all'inaugurazione, la delusione degli studenti cattolici, le prese di posizione del mondo politico e l'esultanza di chi, tra docenti e studenti, ritiene che si tratta di una "decisione saggia e opportuna", come Alberto Asor Rosa.

Il Governo, dal canto suo, si esprime ai massimi livelli per chiarire da un lato la condanna dell'intolleranza che ha portato il Papa a disdire la visita e dall'altro il proprio avere fatto tutto il necessario per garantire la sicurezza totale dell'evento: il premier Romano Prodi ha condannato "i gesti, le dichiarazioni e gli atteggiamenti che hanno provocato una tensione inaccettabile e un clima che non fa onore alle tradizioni di civiltà e di tolleranza dell'Italia" ed ha espresso "profondo rammarico per la decisione di Papa Benedetto XVI, solidarietà forte e convinta alla Sua persona e rinnovato a Lui l'invito perché possa mantenere il programma originario".

Il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, ha voluto mettere in chiaro che non c'è alcun 'nodo-sicurezza' alla Sapienza: l'annullamento della visita "non è avvenuto per ragioni di sicurezza: di questo sono certo - ha detto - e direi che la Santa sede è certa non meno di me, anche per i contatti personali che io ho avuto". Il Papa, visto che la sua sicurezza sarebbe stata garantita "al mille per mille", avrebbe dunque così deciso per motivi "chiaramente legati ad aspetti che esulano dalla sicurezza: riguardano contestazioni che si prevedeva avrebbero avuto luogo anche in Aula Magna e il rischio di manifestazioni di altro genere intorno e quindi - ha aggiunto Amato - il Papa non ha ravvisato le condizioni di serenità a cui ogni professore ha diritto quando tiene una lezione in una università".

Una vicenda che sta già avendo ampio eco nel mondo e già ripresa dai maggiori siti italiani ed esteri, che rappresenta un 'figuraccia' per l'università e per certi 'cattivi maestri', così li ha definiti il rettore Guarini, che hanno avuto la sfortuna che la loro lettera e l'appassionata difesa di Galileo, due mesi dopo l'ideazione, abbiano avuto tanto seguito tra i media e gli studenti.

Il Papa ha rinunciato per evitare le violenze, quindi la sicurezza c'entra eccome! Suggerirei un'interrogazione parlamentare al Ministro dell'Interno.
La figuraccia che l'Italia sta facendo nel mondo e' inaccettabile. Basta leggere i siti internet stranieri! Dovremmo solo vergognarci ed interrogarci sulla nostra moralita'.
Siamo in democrazia o in un regime? A questa domanda vorrei rispondessero i giornali domani...

3 commenti:

Luisa ha detto...

Ciò su cui si dovrà riflettere, e parecchio, è sul come sia possibile che la cultura laica, non certo il Papa, che è al di sopra di tali bassezze, sia l`ostaggio di minoranze, oscurantiste, intolleranti,.
Minoranze che non hanno che la parola libertà e ragione alla bocca, talmente rinchiuse nella prigione della loro ignoranza e intolleranza che non si rendono conto che rifiutano al Papa ciò che reclamano per loro, la libertà d`espressione!
Veramente vergognoso e lamentable, un capolavoro di coerenza .
Parlando di coerenza... che dire di un`università, o per essere precisi di docenti che rifiutano la parola al Papa ma che hanno aperto le porte della loro università alla massima autorità teologica dell’islam sunnita, lo sheikh di Al Azhar, Mohamed Sayed Tantawi ?
Coerenza, coerenza.

Anonimo ha detto...

Brava Raffaella, continua così e non demordere. Non tutti al "la sapienza" siamo così...ma che vuoi farci?

Quando puoi fatti un giro sul mio blog.

Anonimo ha detto...

Sì, ancora qualcosa da dire sulla questione della “Sapienza”. Vorrei suggerire alle Ministero dell’Università che, considerato quelli che vi “abitano”, è senz’altro il caso di prendere in considerazione la sostituzione del nome: “L’insipienza”. Come era scritto su un cartello domenica scorsa in piazza San Pietro la vera Sapienza è il Papa, ovvero la Cristianità, sia dal punto di vista della Fede che della Cultura. Ecco perché Benedetto XVI fa paura ai professori (?) e agli studenti che non studiano (poverini credono di far politica, invece…), perché questo Papa fa paura perché, oltre che rappresentare la Fede, rappresenta la Cultura. Un cristianesimo intellettuale fa paura agli pseudo-intellettuali comunisti. Allora essi, i komunisti, intendo, ahimé ancora insistono ad esistere politicamente, e contrappongono alla visita del Papa e al suo sublime pensiero intellettuale un “grande risposta densa di significato politico”: No! Una disquisizione elevata che posseggono, da sempre, solo loro! Grazie, Santità, Vi voglio bene!