15 gennaio 2008

Ecco un caso di caccia alle streghe: addebito al Papa basato su Wikipedia e incapacità di leggere i discorsi del Papa


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Ecco un caso di caccia alle streghe

Le parole di Ratzinger dell’aprile 2005 sono chiare: «La fede non cresce a partire dal risentimento e dal rifiuto della razionalità, ma dalla sua fondamentale affermazione»

DA ROMA PIER LUIGI FORNARI

Un clamoroso caso di 'caccia alle streghe' basato su ac­cuse totalmente false. La vit­tima? Benedetto XVI. I sostenitori dell’imputazione? Sessantasette do­centi di Fisica dell’Università La Sa­pienza di Roma, che in una lettera al rettore (riportata su la Repubblica) hanno chiesto la cancellazione della visita del Santo Padre all’Ateneo, per­ché evento «incongruo» e non in linea con la laicità della scienza. L’addebi­to rivolto al Papa (sembra basandosi su Wikipedia, l’enciclopedia online re­datta con l’apporto di volontari) è quello di aver fatta propria la frase dell’e­pistemologo Paul K.
Feyerabend: «La Chiesa dell’epoca di Galileo si attenne al­la ragione più che lo stesso Galileo». Po­sizione che invece l’allora cardinale Ratzinger aveva re­spinto nel nome stesso della razio­nalità.
Per fortuna c’è chi ci ha ripensato, come Luciano Maiani, indicato dal governo per la presidenza del Cnr. Designa­zione che l’udc Luca Volonté aveva chie­sto di ritirare ancor prima che le com­missioni parlamentari competenti sia­no chiamate a esprimere il necessario parere per la nomina. «Che il Vescovo di Roma possa presenziare all’inau­gurazione dell’anno accademico del­la principale Università della città – ha dichiarato Maiani – è fatto non solo legittimo ma persino auspicabile. Al­tra cosa è offrire al Papa, espressione della massima fede religiosa del Pae­se, di indirizzare l’orizzonte culturale dei saperi in una Università laica». Questo sarebbe il senso della conte­stazione dei docenti, ma Maiani ha so­stenuto che la lettera «aveva un senso in un contesto differente da quello che oggi ci troviamo a commentare».
L’accusa rivolta al Papa si rivela un cla­moroso errore, alla lettura del libro «Svolta per l’Europa?»(1992) che ri­porta per intero le sue affermazioni.
Come infatti scrisse Avvenire nell’a­prile del 2005, a sei giorni dalla sua e­lezione al soglio di Pietro, il senso del ragionamento del cardinale era e­sattamente l’op­posto di quanto gli viene rimpro­verato.

Ratzinger riferiva, senza condividerli, i col­pi inferti da vari e­sponenti della cul­tura contempora­nea alla razionalità scientifica. «Con mia grande sorpre­sa – osservava – in u­na recente intervista sul caso Galileo non mi è stata posta una domanda del tipo: 'Perché la Chiesa ha preteso di ostacolare lo sviluppo delle scienze naturali?', ma esattamente quella opposta, cioè: 'Perché la Chiesa non ha preso una posizione più chiara con­tro i disastri che dovevano necessa­riamente accadere, una volta che Ga­lileo aprì il vaso di Pandora?'».

Ma la risposta del cardinale non concedeva nulla all’irrazionalismo dilagante. An­zi. «Sarebbe assurdo costruire sulla ba­se di queste affermazioni una fretto­losa apologetica – rispondeva deciso –. La fede non cresce a partire dal ri­sentimento e dal rifiuto della raziona­­lità, ma dalla sua fondamentale affer­mazione e dalla sua inscrizione in u­na ragionevolezza più grande».

© Copyright Avvenire, 15 gennaio 2008

2 commenti:

gemma ha detto...

se magari certi chiarimenti, almeno su Avvenire, fossero arrivati prima non sarebbe stato male

Anonimo ha detto...

e invece tutto il lavoro l'hanno fatto i blog.