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Il rettore Guarini: "Gli studenti sono strumentalizzati"

Lidia Lombardi

«Non vado indietro, non sono mai andato indietro. La visita di Benedetto XVI all'università sarebbe dovuta avvenire addirittura il 28 novembre. Ci sarà giovedì. Il cerimoniale resta quello stabilito, senza cambiare una virgola».
Renato Guarini, rettore della «Sapienza», non ha un'increspatura nella voce. L'assedio dei 67 docenti ribelli che dicono no a Ratzinger nell'ateneo pur fondato da un Papa non lo smuove. Smussa ma ribatte: «Non sono ribelli, diciamo che sono docenti illustri di facoltà scientifiche che si dissociano. Ma dopodomani il Papa parlerà di pena di morte, tema che dovrebbe unire tutti».

Eppure, Rettore, gli studenti annunciano battaglia, come non accadeva da tempo. Teme disordini?

«No. Ma mi spiace che ci siano manifestazioni di intolleranza. Denotano mancanza di impegno per la libertà delle idee. E persistenza di ideologie superate».

Ha risposto ai professori del «no»?

«Hanno riciclato una lettera inviatami a novembre, superata nei contenuti. Non era mai stato previsto che il Papa dovesse tenere una lectio magistralis. Il protocollo prevede che questa sia competenza accademica. Solo nella seconda parte della cerimonia si dà spazio a interventi di personalità esterne. Come avvenuto con Barroso o Kofi Annan».

Ma non aveva comunicato al Senato accademico che voleva invitare Joseph Ratzinger?

«Certamente e da quel consesso, nel quale tutte le componenti sono rappresentate, non c'erano state obiezioni. Del resto sono molti di più quelli che apprezzano l'arrivo del Papa. L'aula Magna può ospitare mille persone, abbiamo richieste per tremila».

Ci si appiglia alla frase su Galileo pronunciata da Ratzinger nel 1990...

«Lo fanno con un metodo antiscientifico. Non si attacca una persona enucleando una frase. Guardi, io sono un laico, ma non darei mai giudizi basandomi su quattro parole tirate fuori da un contesto».

Magari l'attacco a Ratzinger fa parte di giochi interni all'ateneo. Fra un anno scade il suo mandato.

«Non lo so, mi auguro che si tratti solo di questioni di principio. Mi dispiace che vengano strumentalizzati gli studenti. Però, tutto è possibile. E sarebbe di una bassezza notevole».

© Copyright Il Tempo, 15 gennaio 2008 consultabile online anche qui