7 ottobre 2007

Frankenstein in azione: creato un cromosoma artificiale


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R.

«Creato un cromosoma, più vicini alla vita artificiale»

Annuncio del biologo Venter: passo filosofico importante. Sappiamo leggere il codice genetico, ora potremo scriverlo

REDAZIONALE

MILANO — San Diego, California. Nei laboratori del genetista informatico Craig Venter ( nella foto grande,
l'uomo che nel 2000 per primo arrivò a mappare l'intero genoma umano) si brinda: è nato il primo cromosoma artificiale. Il colore del fiocco è poco importante. E' un cromosoma «minimalista», copia ridotta di quello del Mycoplasma genitalium. La sequenza minima per parlare di vita, ma quanto basta anche per alimentare paure e dubbi.
E' stato chiamato Mycoplasma laboratorium: ha 381 geni tutti sintetici, contro i 517 del mycoplasma da cui ha preso spunto. Un successo per i 25 ricercatori che vi lavorano dal 2002, finanziati con 3 milioni di dollari dal Dipartimento americano per l'energia. E sì, perché il progetto era quello di mettere a punto un batterio produttore di idrogeno e al tempo stesso «spazzino» dell'anidride carbonica.
Venter ha scelto un quotidiano, il britannico Guardian,
per anticipare il successo. La spinta per nuovi fondi è innescata. Forzando un po' quanto raggiunto in provetta, il Bill Gates della genetica può vantare «un passo filosofico cruciale per la storia della nostra specie: passiamo dalla lettura del codice genetico alla capacità di scriverlo. Questo ci dà la capacità ipotetica di fare cose mai contemplate in precedenza ». Come i «genomi su misura ».
Problemi etici? Molti, ma al momento non sembrano creare insonnia a Venter, ai suoi ricercatori e al Nobel Hamilton Smith che li ha guidati. Il vero successo però si avrà quando il cromosoma sintetico inserito in una cellula comincerà a comandarne la vita e, replicandosi, trasmetterà se stesso alle cellule «figlie». Sarà questo il momento in cui l'uomo invece di leggere solamente il «libro della vita» diventerà in grado di metterci mano. Insomma il paventato evento biblico, come la famosa mela presa da Eva dall'albero della conoscenza dell'Eden: l'uomo oggi si è evoluto a tal punto da riuscire ad abbozzare nuove forme di vita. Unicellulari, come quelle che Darwin ipotizzò essere le prime. Milioni e milioni di anni fa.
Venter è «fiducioso al 100%». E tranquillizza parlando di «scienza buona», questa volta però con brevetto obbligato essendo il prodotto del tutto sintetico. «Anche se — continua — stiamo parlando di un nuovo sistema di valori per la vita». Poi, attendendosi una bordata di polemiche, mette le mani avanti: «Quando si ragiona su questa scala, non ci si aspetta che tutti siano d'accordo ». Secondo Pat Mooney, bioetico canadese, Venter sta creando «il telaio su cui sarà possibile costruire praticamente qualsiasi cosa: da nuovi farmaci alla minaccia enorme di armi biologiche ».
In effetti gli scenari possibili sono molti e, in alcuni casi, rapidi da raggiungere. Già oggi la bioingegneria manipolando batteri «buoni» produce farmaci salvavita. Con la scoperta di Venter si può ora ipotizzare, per esempio, un flora batterica artificiale capace di produrre direttamente nel nostro intestino ormoni (insulina o altro) o enzimi la cui mancanza è causa di gravi malattie. Flora creata su misura per il paziente. Di fantasia in fantasia, perché non creare microrganismi capaci di cancellare le rughe senza chirurgia, né filler o botulino. A portata di mano anche nuove tecniche per ottenere cellule staminali senza toccare gli embrioni. Poi, la svolta ambientalista: batteri artificiali con l'ordine genetico di «respirare » la tossica anidride carbonica (causa dell'effetto serra) producendo in cambio energia pulita (idrogeno per esempio).

© Copyright Corriere della sera, 7 ottobre 2007


Le parole-basi del nostro libro genetico

di Redazione

Il Dna può essere immaginato come il «libretto delle istruzioni» di tutti gli esseri viventi e delle piante. L’obiettivo finale dello studio di Venter è ottenere un organismo che abbia un Dna corrispondente solo a funzioni ben precise. Ecco le parole chiave del libro della vita:

BASI L’alfabeto del Dna ha solo quattro lettere, dette basi. Queste sono molecole complesse rappresentate dalle lettere A, C, G e T. Le basi sono accoppiate a due a due: nella doppia elica in cui è strutturato il Dna la C ha sempre di fronte una G e la A ha di fronte una T.

GENI Le quattro lettere dell’alfabeto si combinano in parole, ciascuna formata da tre lettere. Ogni parola corrisponde a un aminoacido, che è l’unità costitutiva delle proteine (ad esempio una sequenza TTT codifica la fenilalanina), o ad una informazione fondamentale per la cellula. Una sequenza di geni dà quindi vita a una proteina, come una sequenza di parole genera una frase. Al momento si conosce la funzione specifica di poche sequenze di geni, anche se le ricerche in questo campo fanno passi da gigante: in uno dei suoi esperimenti, ad esempio, Venter ha inserito i geni della resistenza ad alcuni antibiotici nel Dna di un batterio, ottenendo che avesse questa caratteristica.

CROMOSOMI Le sequenze di geni sono unite in lunghi filamenti, ognuno con di fronte quello accoppiato, disposti a forma di doppia elica. Nelle cellule dell’uomo ci sono 23 coppie di cromosomi, di cui 22 simili tra loro (ogni coppia ha le stesse informazioni) e una, quella legata al sesso, in cui ogni cromosoma ha informazioni diverse (nella donna sono due cromosomi a forma di x, nell’uomo uno è a forma di x e uno di y).

© Copyright Il Giornale, 7 ottobre 2007


Nasce in laboratorio la vita artificiale

di Redazione

Craig Venter, discusso genetista, impegnato nella corsa alla decifrazione del genoma umano, ha costruito in laboratorio con un team di scienziati un cromosoma sintetico e starebbe per annunciare la creazione della prima forma di vita artificiale. Si tratta di un gigantesco balzo in avanti nello sviluppo dei genomi su misura che apre nuovi scenari nelle sfide della ricerca genetica, come ad esempio ottenere cellule staminali senza passare per l’embrione.

© Copyright Il Giornale, 7 ottobre 2007


L’autobiografia di Venter: «Amo il danaro»

di Redazione

Scienza e identità, per lui, sono una cosa sola. Tanto che la sua autobiografia si intitola «A Life Decoded». La «vita decodificata» di Craig Venter si intreccia con le scoperte scientifiche: il suo prossimo passo sarà quello di decifrare il suo intero codice genetico, un «libro» lungo ben 6 miliardi di lettere. Il suo sarà il primo codice genetico individuale a essere decifrato: Venter lo rivelerà questo mese. Accusato spesso di amare più i soldi della scienza (una passione coltivata dopo il Vietnam), Venter non nasconde il suo debole per i soldi: li usa per comprarsi barche di lusso. Ma si vanta di aver costruito da solo (anzi spesso «provocando» i colleghi) la sua fortuna, come la sua autobiografia: cinque anni di lavoro, senza l’aiuto di un «ghost writer».

© Copyright Il Giornale, 7 ottobre 2007

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