28 ottobre 2007

Padre Pio: Tornielli risponde (per le rime!) a Melloni


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Padre Pio, il santo che non piace ai progressisti

di Andrea Tornielli

Sul Corriere della Sera di ieri lo storico Alberto Melloni ha criticato il Giornale accusandolo di non aver capito niente del libro di Sergio Luzzatto su Padre Pio, un saggio «rigoroso, travisato dalle letture sensazionalistiche». Melloni ha inoltre accusato questo quotidiano di aver cercato «di indovinare, a partire da una scheda editoriale, il contenuto del libro su Padre Pio».

A che cosa si riferisce il noto cattedratico? Al fatto che il Giornale martedì 23 ottobre ha portato a conoscenza dei suoi lettori, in anteprima, uno dei documenti contenuti nel libro di Luzzatto, la testimonianza agli atti del Sant’Uffizio dalla quale si evince che nel 1919 il frate di Pietrelcina chiese e ottenne dell’acido fenico. Nell’articolo nessuna critica al libro, ma solo una presentazione della storia (già nota), del documento (inedito) e di altre testimonianze e analisi dalle quali si evince, chiaramente, che Padre Pio non si procurò con l’acido quelle stimmate di cui si sentiva indegno. Evidentemente a Melloni e soprattutto al quotidiano su cui scrive non dev’essere piaciuto arrivare dopo il Giornale. E si spiega così la lezioncina di storia e di giornalismo che il professore ci fa dalle colonne della «corazzata» di via Solferino.

Peccato però che abbia preso un abbaglio: il nostro quotidiano non ha affatto cercato «di indovinare» il contenuto del libro di Luzzatto dalla scheda editoriale presente sul sito di Einaudi: lì infatti il documento inedito del Sant’Uffizio, da noi riportato, non compariva e non è mai comparso. E che proprio questa fosse una delle novità documentali più rilevanti del saggio, lo dimostra il fatto che lo stesso Corriere della Sera, con un giorno di ritardo, ha puntato proprio su quello la sua «anticipazione» ormai posticipata, titolando, il 24 ottobre: «Padre Pio, ecco il giallo sulle stimmate. Nel 1919 fece acquistare dell’acido fenico, una sostanza adatta per procurarsi le piaghe alle mani. Il libro di Luzzatto apre nuovi dubbi su Padre Pio».

Né quel giorno, né nei due giorni successivi, in nessuna delle «lenzuolate» del Corriere dedicate al lancio del volume si è accennato al fatto che la notizia era stata data per prima da queste colonne. Ma accusare noi di voler fare sensazionalismo, dopo aver strillato in grande evidenza la vicenda dell’acido fenico e dopo aver titolato (25 ottobre), «Padre Pio, un immenso inganno», usando le parole di Giovanni XXIII e i suoi dubbi su presunti «filmini» che accuserebbero il frate cappuccino di immoralità, senza dire che in realtà quei «filmini» erano registrazioni audio e il presunto bacio che ne emergeva era stato dato da una pia donna alla mano del futuro santo, pare un tantino troppo.

Chi ha fatto, dunque, del sensazionalismo? Al lettore la risposta.

Da parte nostra faremo comunque tesoro della lezione del professor Melloni, ricordando che si tratta dello stesso storico il quale, nel dicembre 2004, accusò da quelle stesse colonne Pio XII di non voler restituire ai genitori i bambini ebrei battezzati sulla base di un documento risultato poi monco. Trattandosi, allora come ora, di questioni legate alla Chiesa, verrebbe da dire: da che pulpito...

© Copyright Il Giornale, 28 ottobre 2007

Melloni...Melloni...Melloni...non cerchi di rubare a casa dei ladri: non e' la prima volta che Andrea Tornielli La prende in castagna.
Dobbiamo aspettarci una smentita del Suo articolo di ieri, magari con tanto di scuse a Tornielli, o fara' finta di nulla come quando, gongolante, affermo' che negli Acta non figurava il motu proprio Summorum Pontificum , omettendo che essi terminano con il fascicolo del 6 aprile mentre la liberalizzazione della Messa tridentina porta la data del 7 luglio, come giustamente fece notare il Foglio?

Raffaella

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tutta questa discussione mi fa solo sorridere. Il Corriere cerca solamente di creare un caso ad arte per vendere copie. Non s'è mai visto che un giornale così autorevole (lo è ancora?) pompi a dismisura un libro scritto dal responsabile culturale di quelle pagine. Io voglio fare l'avvocato del diavolo: il libro che ho tra le mani vuole colmare il buco storiografico su padre Pio - è tutta agiografia - dice l'autore - io faccio il mestiere di storico. A prima vista noto però che Luzzatto non ha tra le fonti storiche gli Atti della Postulazione della Causa mentre ha solo, cosa del resto molto importante, visionato l'Archivio della Congregazione della Fede. Negli Atti della Postulazione infatti molte di queste questioni sono ampiamente trattate come ha scritto Tornielli. Poi uno storico dovrebbe stare attento a certe cose...ad esempio a morire di febbre spagnola è una sorella di padre pio e non un fratello, l'unico infatti morirà solo in età avanzata assistito dallo stesso padre pio. Poi la questione di Giovanni XXIII che Melloni vuole fare risalire solamente a due cattolicesimi diversi è ben più complessa come scritto da Tornielli, da Campanella sul sito di Teleradiopadrepio, e da altri e mi pare che Luzzatto non metta ben in evidenza la vera motivazione di quella "inquisizione", le vagonate di denaro da stornare dall'ospedale verso i debiti che l'ordine aveva contratto con il bancarottista Giuffrè. Anche i soldi che l'ospedale riceve dal piano marshall dopo la guerra non è ben esposta. Occorre mettere in evidenza il ruolo di Barbara Ward che arriva a San Giovanni accompagnata dal marchese Sacchetti che ha allacci con la Segreteria di Stato e con padre Pio...
Insomma se il tentativo di Luzzatto è farne un testo storico...tutto ciò è apprezzabile e credo all'autore quando dice che non vuole essere onnicomprensivo...credo meno a Melloni e al suo essere incendiario a tutti i costi...
In conclusione vorrei segnalare la cosa più importante.
La Grande Storia ha realizzato un documentario su Padre Pio che è andato in onda questa estate che ha trattato, certamente non in forma saggistica, non è un libro, questi argomenti. é stato molto apprezzato, lo stesso Aldo Grasso sul Corriere (!) ha scritto una recensione elogiativa del lavoro dal titolo "padre pio. la storia si fa con la tv" e indovinate chi era il consulente...Alberto Melloni. Probabilmente avrà dimenticato di vedersi la puntata.
Il mio giudizio? che quel documentario, che lo speciale tg1 ha ripreso abbondantemente, abbia "bruciato" ben tre-quattro mesi fa il libro. Di qui tutta la provinciale auto-polemica del Corriere.